Superbonus a rischio, ecco perché potrebbe saltare

Oltre alla nuova normativa che ha reso più stringenti i parametri per accedere all’agevolazione, ora c’è un nuovo ostacolo per la buona riuscita dei lavori

Pubblicato: 4 Aprile 2022 19:00

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Come moltissimi cittadini hanno imparato per esperienza diretta, il percorso per ottenere il Superbonus edilizio non è per nulla agevole. Un aspetto che si rivela anche comprensibile visto l’imponente impegno di spesa per le finanze pubbliche dello Stato.

Nonostante questo, i tre governi che si sono fin qui succeduti durante la pandemia (Conte I, Conte II e quello in carica di Mario Draghi) hanno comunque lasciato spazio a molte (forse troppe) aree di ambiguità nel primo periodo di attività della misura, tanto da vedersi costretti a fare marcia indietro e irrigidire i parametri necessari per usufruire della normativa.

Superbonus, le nuove regole e il caro materiali

Infatti – alle regole già complicate in origine per ottenere il contributo statale – negli ultimi mesi si sono aggiunti due fattori da tenere in considerazione. Da un lato ci sono le nuove tempistiche per ottenere i diversi bonus e le nuove norme che regolano la cessione del credito all’impresa (il cosiddetto sconto in fattura) o ad un istituto bancario.

Ma allo stesso tempo si è aggiunto anche un altro elemento che rischia di incidere molto sulla buona riuscita dei lavori nel prossimo futuro. Si tratta del vertiginoso (e al momento inarrestabile) aumento del costo delle materie prime. Uno scenario che sta mettendo a forte rischio molte operazioni in corso e che rischia di compromettere ancora di più quelle previste nei prossimi mesi e negli anni venturi.

Per capire meglio quanto conti questo fattore nel quadro appena descritto bisogna però fare un passo indietro.

Visto di conformità e tipologie di intervento

Con le nuove regole si amplia l’obbligo del visto di conformità, cioè l’attestazione di un professionista abilitato sull’esecuzione di tutte le opere a regola d’arte (e con spese congrue). Nel Superbonus 110% ora è obbligatorio non solo se si cede il credito (lo era anche prima) ma anche se si chiedono direttamente i soldi al Fisco.

Si è esentati solo se si presenta la dichiarazione dei redditi precompilata o se la dichiarazione è compilata dal sostituto di imposta. Il visto è obbligatorio senza eccezioni per il superbonus legato al consolidamento antisismico e per il bonus facciate, ma diventa obbligatorio (prima non lo era) anche per la cessione del credito nell’ecobonus, nel bonus barriere architettoniche e per il bonus ristrutturazione, a meno che non riguardi lavori che si possono compiere senza autorizzazione comunale o siano di importo inferiore a 10mila euro.

L’aumento di spesa per le materie prime e i limiti di legge

Se a tutto questo si aggiunge l’aumento esplosivo dei materiali da costruzione e delle materie prime, prima di dare il via ai lavori meglio fare i conti su costi e tempi.

Ma come fare i calcoli? In primo luogo, una volta ottenuto il preventivo per i lavori coperti dal Superbonus, è necessario assicurarsi che il prezzo prospettato non sia sottoposto a revisione e non è detto che in questa fase di emergenza economica sia possibile ottenere questa certezza.

Bisogna poi essere sicuri che i costi rispettino i limiti di legge. Facendo un esempio, il cappotto termico in un condominio di 20 alloggi può costare al massimo 680 mila euro, ma il materiale a sua volta ha un costo massimo e, se si sfora sul prezzo del secondo, l’eccesso di spesa non si può recuperare anche se il costo totale è sotto i 680 mila euro. Serve dunque molta attenzione.

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