Uso del contante, con Meloni l’Italia avrà il tetto più alto d’Europa?

Putiferio dopo la proposte di legge presentata dal leghista Bagnai per l’innalzamento del limite a dieci mila euro: cosa fanno gli altri Paesi europei?

Pubblicato: 30 Ottobre 2022 16:00

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, nel periodo di massima espansione delle televisioni private e delle emittenti locali a fianco del servizio pubblico, iniziarono ad andare molto di moda le televendite. Ce le ricordiamo tutti: strutturate in modo dinamico e visivamente impattante, erano pensate in modo che ci fosse un conduttore che interloquiva direttamente con il pubblico a casa invitandolo ad acquistare la merce esposta.

Pentole e posate, tavoli e sedie, tende da sole, ma soprattutto materassi. Chissà quanti ne ha mostrati e pubblicizzati Giorgio Mastrota, divenuto il volto simbolo di quella stagione che ancora alla fine dei primi anni Duemila manteneva il suo spazio all’interno dei palinsesti. In uno dei tanti spot, lo showman (in modo del tutto scherzoso) invitava gli “amici a casa” a cambiare il proprio materasso non per poter dormire meglio ed alzarsi più riposati, ma per “metterci più soldi sotto“.

Tetto all’uso del contante: la proposta della Lega di alzare il limite, presentata da Alberto Bagnai

Uno slogan divertente, pensato per colpire la mente delle tante famiglie di risparmiatori che ancora – con l’arrivo del nuovo millennio e della moneta unica – provavano diffidenza verso banche e istituti di credito che promettevano interessi da capogiro in cambio dei loro risparmi di una vita. “Meglio tenerli in casa” si sentiva dire. Una frase ripetuta anche e soprattutto da chi – è inutile negarlo – si ritrovava con una mole elevata di contanti da dover gestire, magari perché frutto di prestazioni lavorative prodotte in nero, senza alcuna dichiarazione, con il compenso incassato a mano. Niente bonifico, niente fattura, nessun tracciamento.

Negli ultimi giorni il tema della disponibilità del contante (e del suo utilizzo) per i privati cittadini è tornato ad occupare le prime pagine dei quotidiani e delle agenzie online. Il dibattito si è acceso dopo che Alberto Bagnai, deputato di lungo corso e storico militante della Lega, da anni uomo di fiducia del segretario Matteo Salvini, ha depositato in Parlamento uno dei primi progetti di legge della nuova legislatura.

Il governo di Giorgia Meloni alzerà il limite all’uso del contante? I timori della nuova premier

La sua proposta, sostenuta da tutti i maggiorenti del partito e più volte ripetuta in campagna elettorale anche dallo stesso capo del Carroccio, è quella di innalzare il tetto al contante dall’attuale soglia di duemila euro a quota 10 mila euro. L’annuncio si è diffuso proprio nelle stesse ore in cui la premier Giorgia Meloni pronunciava il proprio discorso per la fiducia al governo nell’aula del Senato. Una mossa, quella dell’esponente leghista, che per un attimo ha spiazzato la leader di Fratelli d’Italia. Non tanto per il contenuto – su cui, in linea di massima, concordano – ma quanto sui modi e sulle tempistiche.

Sono giorni di tensione nella nuova maggioranza. La composizione definitiva dell’esecutivo, con la nomina di viceministri e sottosegretari, non si è ancora conclusa. Nel frattempo stringono i tempi per la presentazione alle Camere della prossima legge di Bilancio, che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre e su cui ci sono ancora pochissime certezze, soprattutto sul reperimento delle coperture necessarie per fornire nuovi aiuti a famiglie e imprese contro il caro bollette. In un contesto del genere Giorgia Meloni non tollera fughe in avanti e iniziative non concordate da parte degli alleati. Il suo timore è per la reazione che potrebbe provenire dagli investitori internazionali nel caso in cui il suo governo dovesse partire col piede sbagliato sui temi economici. La drammatica esperienza britannica di Liz Truss, silurata da Downing Street a distanza di soli 45 giorni dal suo insediamento, costringe la premier a muoversi con estrema cautela.

La soglia all’uso del contante e la crescita dell’evasione fiscale: per Giorgia Meloni le due cose non sono collegate

Sul tema del tetto ai contanti la Lega insiste da parecchio tempo. L’attuale soglia di duemila euro (che entro la fine del 2022 avrebbe dovuto scendere a quota mille) viene giudicata eccessiva in via Bellerio. “La stessa Bce valutò con scetticismo questa decisione italiana nel 2019, chiedendo al governo di dimostrare chiaramente in che modo avrebbe contrastato l’evasione” ricorda Bagnai. La stessa presidente del Consiglio, a Palazzo Madama, ha spiazzato tutti citando l’ex ministro Pier Carlo Padoan, che al tempo dei governi presieduti da Renzi e Gentiloni ammise che non c’era correlazione tra la circolazione del denaro cash e l’elusione fiscale (per poi rimangiarsi la parola).

Dopo l’annuncio della proposta di un innalzamento del tetto, a stretto giro sono insorti i partiti di opposizione. I primi sono stati Debora Serracchiani (capogruppo del PD alla Camera) e Antonio Misiani (responsabile economico del Movimento 5 stelle), che hanno citato lo studio “Pecunia Olet“, prodotto poco tempo fa dalla Banca d’Italia, che mette in relazione la circolazione dei contanti con la crescita del valore sommerso. Anche il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda, si è detto contrariato, definendo quella della Lega “una stupidaggine”.

L’Italia alza il tetto all’utilizzo del contante? La situazione in Europa e le richieste della Commissione Ue

Nelle ultime ore la premier sta tentando di compiere un’opera di mediazione che fisserebbe il nuovo limite a quota 5 mila euro. Eppure, nel caso in cui la proposta si tramutasse in legge, l’Italia sarebbe in buona compagnia anche in Europa. Tra gli Stati membri, la media del limite all’uso è di 5.300 euro, ma ci sono situazioni agli antipodi. Si passa dalla totale assenza di un tetto in ben nove Paesi (Austria, Cipro, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi) a casi come quello della Svezia, in cui un commerciante può sempre rifiutare un pagamento in contanti.

Limite molto basso anche in Grecia (500 euro), Francia e Spagna (mille euro), mentre il più alto tra quelli che lo prevedono è in Croazia, dove si può pagare in contanti somme fino a 15 mila euro. Invece il limite ipotizzato da Bagnai è quello tutt’ora vigente in Repubblica Ceca e a Malta. A livello di istituzioni comunitarie, rispondendo ad una domanda sulla proposta della Lega, il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha ricordato come, a livello continentale, “non è ancora stato raggiunto un accordo comune sul tetto“, aggiungendo però che sarebbero opportuni “limiti più bassi ai pagamenti in contanti“.

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