Rivoluzione internet, l’Ue taglia fuori la Russia con un cavo sottomarino

Il programma dell'Unione europea per tentare di arginare il rischio manomissioni russe, garantendo maggior sicurezza ai dati internet

Pubblicato: 17 Maggio 2023 18:53

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

La dipendenza dalla Russia va oltre la questione gas e la guerra in Ucraina sembra proprio aver sollevato un velo a lungo ignorato. Si lavora adesso per “liberare” la banda larga. Il progetto prevede la progettazione di un cavo internet sottomarino, il cui compito principale sarà quello di bypassare il network terrestre. Maggior sicurezza e stabilità, insieme con l’abbattimento del rischio di ritrovarsi a dover contrattare anche per quanto concerne la connettività web, ormai imprescindibile. Vediamo però nel dettaglio qual è il programma in essere dell’Unione europea.

A cosa serve il cavo sottomarino dell’Ue

Sono svariate le tematiche sollevate dalla guerra in Ucraina, scatenata dalla Russia di Putin. L’Unione europea sta valutando la situazione da differenti punti di vista, non ultimo quello della sicurezza informatica.

C’è infatti preoccupazione in merito al grado di tutela dei dati globali trasmessi, che potrebbero essere intercettati e sfruttati da criminali digitali, in grado di approfittare di alcune vulnerabilità delle infrastrutture oggi attive.

Per questo motivo l’Ue sta progettando un cavo internet sottomarino che andrà a migliorare la connettività con la Georgia. L’obiettivo primario è quello di ridurre la dipendenza di tale regione dal sistema terrestre in fibra ottica che passa attraverso la Russia.

Un programma ambizioso, che prevede il passaggio del cavo attraverso le acque del Mar Nero, per un totale di 1100 km, connettendo gli Stati membri dell’Ue alla Georgia (che nel 2013 ha firmato un accordo di associazione con l’Ue e nel 2022 ha inoltrato domanda di adesione, ndr).

Ciò che può sembrare una sorta di “favore”, è in realtà soprattutto un sistema di tutela, il cui costo si aggira intorno ai 45 milioni di euro. La realizzazione di questo cavo internet sottomarino non è di certo una novità. Un accordo tra le parti era stato raggiunto nel 2021 ma lo scoppio della guerra ha accelerato i tempi, aggiungendo un’ulteriore motivazione alla necessità di migliorare la connettività digitale.

Internet, pericolo sabotaggio russo

Il cavo sottomarino da 45 milioni non è, però, il solo progetto attuato in questa fase. Un secondo, del tutto separato, dovrebbe trovare spazio nelle acque del Mar Nero. In questo caso si parla del programma Global Gateway, che ha come scopo la connessione di Ungheria e Romania con Georgia e Azerbaigian.

Un’idea di grande interesse, al punto che Vodafone starebbe passando al vaglio la stessa soluzione (progetto Kardessa, ndr), connettendo Ucraina, Bulgaria, Turchia e Georgia. Un piano dal grande respiro, che impiegherebbe anche un network terrestre attraverso Armenia, Kazakistan e parte dell’Asia.

A rappresentare un grave problema per la sicurezza dei dati sono le linee terrestri, così come le stazioni che prevedono l’allaccio dei cavi sottomarini. Tutto ciò è vulnerabile ad attacchi hacker, legati o meno ad azioni governative illegali.

In merito si è espresso Reinhard Bütikofer, presidente della delegazione del Parlamento europeo in Cina, che ha spiegato come la Russia non avrebbe alcuna difficoltà nel prendere di mira determinate infrastrutture: “Sarebbe un’opzione per un regime che non rispetta affatto il diritto internazionale”.

Una situazione che potrebbe esplodere da un momento all’altro e che per ora resta allarmante. Si pensi ad esempio al cosiddetto cavo Dream, uno dei più importanti sistemi di trasmissione di dati internet sottomarini. Questo passa attraverso Germania, Austria, Slovacchia, Ucraina, Russia, Kazakistan e Cina. È parte di un sistema di più di 400 cavi posti sott’acqua, responsabili della trasmissione di quasi il 99% del traffico web intercontinentale. In tal senso, riuscire ad arginare la dipendenza dal governo di Putin metterebbe tutti più al sicuro.

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