Aprirà una centrale nucleare a Milano? L’annuncio

Il vicepremier Salvini ha avanzato l'ipotesi della costruzione della prima centrale nucleare a Milano dalla chiusura dei reattori dopo il referendum dell'87

Pubblicato: 11 Ottobre 2023 19:00

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

L’idea della realizzazione di una centrale nucleare in Italia avrebbe cominciato a circolare con sempre più convinzione nel Governo e vede come primo promotore il vicepremier Matteo Salvini. Il leader della Lega ha avanzato l’ipotesi durante la sua partecipazione al convegno Intelligence week dal titolo ‘Nucleare, si può fare?’, individuando Milano come possibile sito per la costruzione dell’impianto: “Lo vorrei un reattore di ultima generazione nella mia città” ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture.

L’intervento di Matteo Salvini

“Ho chiesto ai tecnici del mio ministero. Se partiamo nel 2024, nel 2032 possiamo accendere il primo interruttore di una centrale nucleare”: ha detto così Matteo Salvini nel suo intervento alla iWeek, l’evento dedicato all’innovazione in settori strategici del Paese, nato dalla collaborazione tra l’agenzia di marketing ‘Vento e associati’ e la rete di aziende in ambito tecnologico ‘Dune’.

Ci tengo a portarvi il convinto sostegno non solo della mia forza politica ma dell’intero Governo“, ha dichiarato il vicepremier sottolineando la presenza al convegno in favore del nucleare di “tre ministri: io della Lega, Pichetto di Forza Italia e Urso di Fratelli d’Italia. C’è un’idea complessiva di sintesi. Ora cerchiamo di pianificare. Bisogna mettere insieme quattro ministeri, imprese, ambiente, infrastrutture e Mef, occorre coordinarsi e darsi dei tempi”.

“Da milanese la prima centrale la vorrei a Milano” ha aggiunto Salvini, che ha auspicato in un approccio non ideologico dda parte dell’Europa.

A conferma delle intenzioni del collega di Governo anche le parole del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il quale a margine del convegno ha affermato che per gli esperti “il nucleare è fattibile e realizzabile nei primi anni del 2030. Non parliamo di terza generazione, ma di quarta generazione, di modular reactor, e di fusione”.

Il 2032 non sarebbe un anno scelto a caso, ma andrebbe a coincidere, come ha spiegato lo stesso ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, con una serie di traguardi fissati come da programma di Matteo Salvini: “Nel 2032 il primo treno merci unirà Torino e Lione e il primo treno in 25 minuti unirà Fortezza e Innsbruck percorrendo il tunnel più lungo in costruzione al mondo la prima auto e il primo treno attraverseranno il ponte sullo Stretto. Nel 2032 il primo treno di una linea metropolitana passerà sotto i Fori Imperiali per arrivare allo stadio, alla Farnesina e a Roma Nord”.

L’idea di Salvini

Non è la prima volta che Matteo Salvini manifesta l’intenzione di costruire la prima centrale di energia atomica in Italia dal referendum antinucleare del 1987, in particolare a Milano: “Nel mondo ci sono 441 reattori nucleari in funzione, 104 in Europa, 56 in Francia, in Italia zero – aveva dichiarato nel 2022 il leader della Lega – È necessario che il nostro Paese investa nel nucleare di ultima generazione, sicuro e pulito, e vorrei che un futuro reattore fosse ospitato nella mia Milano, lo voglio nel mio quartiere, Baggio”.

Gli ultimi reattori furono chiusi nel 1990 a seguito dell’esito della consultazione abrogativa dell’87, che sull’onda del disastro di Chernobyl portò alla vittoria del “sì” e alla cessazione degli impianti nucleari ancora presenti sul territorio nazionale.

Nel 2010 un altro referendum abrogò con il 94,1% dei voti a favore le norme del decreto legge del 25 giugno 2008, introdotte dal governo Berlusconi, che consentivano la produzione nel territorio nazionale di energia nucleare (qui avevamo parlato della “svolta tecnologica” che potrebbe portare il nucleare nel nostro Paese).

Matteo Salvini non sembra però voler desistere: “Sono pronto a tornare a un referendum argomentando il perché all’Italia convenga arrivare al nucleare pulito e di ultima generazione” aveva affermato il vicepremier lo scorso luglio (qui abbiamo scritto del possibile ritorno dell’Italia al nucleare).

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