Dopo essersi scagliato contro quattro aziende di fornitura energetica per gli aumenti unilaterali dei prezzi in bolletta, l’Antitrust torna all’azione intervenendo contro un colosso italiano dell’energia e sei aziende partner. Stavolta nel mirino è finito il telemarketing indesiderato e i messaggi ingannevoli riguardo il mercato tutelato, denunciati da centinaia di consumatori.
La multa dell’Antitrust: a chi e di quanto
Nella bufera è finita Enel Energia, destinataria di una sanzione amministrativa da 3,5 milioni di euro. “A cascata” sono state multate anche Conseed e Seed, in solido, per una cifra pari a un milione, Zetagroup per 280mila euro e New Working, Run e Sofir per 100mila euro. La decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è arrivata in seguito a numerose segnalazioni di consumatori e associazioni di un messaggio ingannevole preregistrato, diffuso da una presunta segreteria telefonica di Enel e da operatori di call center.
L’istruttoria ha evidenziato che le agenzie partner “hanno consapevolmente svolto la propria attività di vendita avvalendosi di sub agenzie e di singoli agenti – non autorizzati da Enel – che disponevano indebitamente di liste di clienti appartenenti al mercato tutelato e che utilizzavano una segreteria telefonica automatizzata per promuovere le offerte commerciali di Enel”. Una “pratica commerciale scorretta” secondo l’Antitrust, in quanto volta a falsare il comportamento economico del consumatore in relazione, per giunta, a un servizio di interesse primario come quello della fornitura dei servizi di energia. Le società sanzionate sono risultate inoltre responsabili della mancata predisposizione di un adeguato sistema di controllo sulla propria rete di vendita.
L’inganno ai consumatori
Il meccanismo dell’inganno ai clienti era sempre lo stesso e riguardava la presunta data di cessazione del mercato tutelato, cioè del regime di maggior tutela del prezzo nel settore dell’energia per i piccoli consumatori finali. Invece che del 10 gennaio 2024, termine effettivo della fine del regime tutelato, gli operatori parlavano di un evento imminente o abbondantemente anticipato. In molti casi i clienti hanno ricevuto false informazioni sul carattere obbligatorio del passaggio al mercato libero. False informazioni che avevano lo scopo di indurre i contatti a sottoscrivere un contratto sul mercato libero dell’energia con Enel.
L’Antitrust ha contestato anche le modalità con le quali è stato perpetrato l’inganno. La condotta è risultata infatti aggressiva a causa delle insistenti telefonate che diffondevano il messaggio preregistrato, anche dirette ai moltissimi consumatori che non avevano fornito il consenso a essere contattati per finalità di marketing. E che, tra l’altro, se ne infischiavano dell’iscrizione di molti di questi al registro dell’opposizione.
La risposta di Enel
Non si è fatta attendere la replica di Enel Energia, che si definisce “estranea ai fatti”. La società, si legge in una nota ufficiale, “si vede sanzionata per fatti” di soggetti terzi “nell’ambito della propria autonomia imprenditoriale e senza prova di una corresponsabilità diretta. Nel corso del procedimento non sono state valorizzate le azioni adottate dalla società, quali le denunce presentate all’Autorità Giudiziaria e le rilevanti sanzioni applicate, per contrastare il fenomeno delle pratiche scorrette operatori che agiscono o spacciandosi per Enel o contravvenendo alle rigide regole imposte dalla società”.
Il colosso italiano sottolinea inoltre che il procedimento “era stato avviato nei confronti di Agenzie e poi esteso a Enel Energia”. Ed evidenzia, da una parte, “di non trarre alcun vantaggio da tali comportamenti scorretti, ma solo rilevanti pregiudizi economici e reputazionali” e, dall’altra parte, “che non dispone di poteri ispettivi e di controllo verso soggetti terzi, di cui può invece avvalersi l’Autorità”. Enel resta dunque convinta che “solo perseguendo i soggetti direttamente responsabili delle condotte scorrette, attraverso l’esercizio dei più efficaci poteri autoritativi, si potrà sradicare il fenomeno delle pratiche scorrette nelle attività di vendita”.