Oggi, sui mercati delle materie prime, il prezzo dell’oro ha registrato un lieve aumento, consolidando la sua tendenza rialzista degli ultimi mesi. Il metallo prezioso è stato scambiato a 2.048,69 dollari per oncia, evidenziando un aumento dello 0,21%. Questo segna un nuovo record per l’oro, poiché la sua corsa al rialzo sembra non conoscere sosta, avendo toccato il 5 marzo la quota record di 2.145,40 dollari l’oncia, un nuovo massimo storico.
Perché l’oro sta aumentando così tanto
Questa risalita vertiginosa del prezzo dell’oro è dovuta a una serie di fattori. Le tensioni geopolitiche giocano senza dubbio un ruolo significativo, spingendo gli investitori verso i cosiddetti “beni rifugio”. Allo stesso tempo, fattori speculativi influenzano il mercato, incoraggiando i fondi a seguire le tendenze al rialzo.
Quando la quotazione dell’oro aumenta rapidamente, come avvenuto di recente, di solito ciò è dovuto principalmente all’allentamento delle politiche monetarie, in particolare da parte della Federal Reserve (Fed).
Nonostante le incertezze negli Stati Uniti e in Europa, gli investitori sembrano già aver cominciato a riallocare le proprie risorse, come evidenziato dall’andamento positivo del bitcoin, sostenuto soprattutto dagli Exchange-Traded Fund (Etf). I flussi di Etf relativi all’oro, però, non hanno ancora visto una ripresa significativa.
Al di là di questi movimenti di mercato, la domanda di oro rimane solida, soprattutto da parte delle banche centrali. Il World Gold Council ha registrato un aumento delle riserve auree a gennaio, per l’ottavo mese consecutivo, con acquisti netti di 39 tonnellate. Questo supera di gran lunga le 17 tonnellate acquistate a dicembre, con Turchia, Cina e India in testa. Anche la Russia ha annunciato piani per acquisti significativi di valute straniere e lingotti nel brevissimo periodo.
Gli acquisti massicci effettuati da alcune banche centrali stanno contribuendo all’aumento del prezzo dell’oro. Ad esempio, la Banca Centrale Olandese ha dichiarato a novembre di ampliare considerevolmente le proprie riserve auree. Questi investimenti delle istituzioni finanziarie centrali contribuiscono a rafforzare ulteriormente la domanda di oro e a consolidare la sua posizione come un rifugio sicuro per gli investitori in un contesto di incertezza economica globale.
La corsa del prezioso oro è stata alimentata dalle indicazioni provenienti dai dati macroeconomici, che hanno confermato un rallentamento della crescita negli Stati Uniti. Parallelamente, il dollaro americano si sta indebolendo, un trend che favorisce ulteriormente l’ascesa del valore dell’oro. Questa combinazione di fattori ha incentivato gli investitori a cercare rifugi sicuri.
Il focus degli investitori si estende anche sull’Europa, con particolare attenzione rivolta all’economia tedesca all’interno della zona euro. La preoccupazione aumenta poiché la Germania, tradizionalmente considerata il motore trainante dell’area euro, continua a lottare per uscire dalla stagnazione economica. Questa situazione ha generato incertezza tra gli investitori, influenzando le decisioni di allocazione dei capitali e contribuendo alla cautela generale nei mercati finanziari europei.
Secondo la Bank of America Global Research, gli investimenti nell’oro sono aumentati quando hanno ritirato fondi dagli equivalenti in contanti e dalle azioni.
Il prezzo dell’argento è sceso dello 0,8% raggiungendo i 24,57 dollari per oncia, mentre il platino ha registrato una diminuzione dello 0,2% a 905,90 dollari. Il palladio ha subito un calo dello 0,3% a 1.007,75 dollari.