Trump minaccia dazi del 200% su vini e champagne europei, la risposta di Bruxelles

Trump attacca l'Ue sui dazi e minaccia il 200% su vino e champagne. Francia e Bruxelles rispondono: battaglia commerciale aperta, mentre il mercato vinicolo rischia il caos

Pubblicato: 14 Marzo 2025 08:04

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Ancora una volta, Donald Trump torna a minacciare l’Ue nel tentativo di smuovere i mercati. Se Bruxelles non si sbriga a cancellare il dazio del 50% sul whisky americano, Washington raddoppierà la posta, imponendo una tassa del 200% su vini, champagne e alcolici provenienti dall’Europa.

Su Truth Social, la sua personale cassa di risonanza, il presidente ha attaccato frontalmente l’Unione europea, bollandola come un colosso della burocrazia ossessionato dai dazi e dalla tassazione sfrenata. Per Trump il nostro continente non sarebbe altro che un parassita economico che succhia risorse agli Stati Uniti, e questa volta giura di far pagare un conto salato.

La reazione immediata della Francia

La Francia ha risposto quasi subito. Il ministro del Commercio estero, Laurent Saint-Martin, ha chiarito su X che Parigi non ha alcuna intenzione di restare a guardare mentre Trump gioca con i dazi come fossero fiches da poker. “La Francia resta determinata a rispondere, insieme alla Commissione europea e ai nostri partner”, ha dichiarato il ministro. Ha poi accusato gli Stati Uniti di aver deliberatamente acceso la miccia di una guerra economica e ha promesso che le conseguenze non si faranno attendere.

Bruxelles pronta alla contromossa

L’Unione Europea si è attrezzata per ogni evenienza e non ha intenzione di farsi cogliere alla sprovvista. Olof Gill, portavoce della Commissione europea, ha assicurato che i vertici comunitari sono già da tempo al lavoro su strategie di risposta alle intemperanze tariffarie di Washington. Il mantra ufficiale resta il dialogo ma, sotto la superficie, l’Europa si sta preparando a giocare la sua partita.

La questione dell’acciaio e dell’alluminio è solo un tassello di un mosaico più grande, dove la sovrapproduzione globale e i giochi di potere economico si intrecciano con la politica internazionale.

Il mercato del vino europeo negli Stati Uniti

Gli Stati Uniti sono il terreno di conquista per i produttori vinicoli europei, un mercato che vale miliardi. Nel 2023, gli americani hanno consumato oltre 30 milioni di ettolitri di vino, mantenendosi i più assetati del pianeta, anche se con un lieve rallentamento rispetto agli anni precedenti, probabilmente complice il covid. L’anno scorso, il valore delle importazioni vinicole ha superato i 6 miliardi di euro, ma con un calo dell’11% rispetto al 2022. La Francia resta la regina incontrastata del mercato, con una fetta superiore al 37%, mentre l’Italia segue con oltre il 30%.

Passando alle bollicine, l’Italia spinge forte sui volumi con oltre 122 milioni di litri spediti negli Usa nel 2024, un salto del 13,7% rispetto all’anno prima. Ma quando si parla di valore, la Francia stappa la bottiglia più pregiata: 888 milioni di dollari contro i 680 milioni italiani. Un braccio di ferro tariffario con gli Stati Uniti potrebbe trasformare questo florido commercio in una roulette russa per i produttori europei. Francia e Italia, da colonne portanti del mercato, rischiano di vedersi chiudere la porta in faccia proprio mentre gli americani iniziano a guardare altrove per riempire i loro calici.

Le misure europee contro le restrizioni americane

Per proteggere il mercato europeo, la Commissione ha rispolverato l’artiglieria pesante, reintroducendo contromisure che erano state messe in pausa. Nel mirino finiscono prodotti simbolo del made in Usa: bourbon, motociclette e imbarcazioni. Ma la stretta non si ferma qui. Nuove tariffe si abbatteranno su un’ampia gamma di beni industriali e agricoli, dall’acciaio all’alluminio, passando per pellami, elettrodomestici e prodotti in legno.

Ursula von der Leyen del resto è stata chiara: “Mentre gli Stati Uniti impongono dazi per 28 miliardi di dollari, noi replichiamo con misure del valore di 26 miliardi di euro”, ha annunciato la presidente della Commissione europea. Bruxelles preferirebbe evitare di trasformare questa vicenda in una guerra commerciale senza quartiere, ma non è disposta a lasciar massacrare le proprie industrie dalle sparate protezionistiche della Casa Bianca. Del resto, chi semina tariffe, raccoglie ritorsioni.

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