50,9 miliardi di euro di tredicesima annullati dall’inflazione, ne resta ben poco

Le tredicesime 2024 si avvicinano a 50,9 miliardi di euro, ma la maggior parte finisce a coprire spese obbligatorie come mutui, bollette e tasse, riducendo drasticamente il potere di acquisto

Pubblicato: 22 Dicembre 2024 11:34

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Ogni anno, milioni di lavoratori e pensionati italiani attendono con ansia l’arrivo della tredicesima, una gratifica natalizia che quest’anno ammonta a circa 50,9 miliardi di euro. Nonostante la cifra, la realtà è ben diversa: solo una piccola parte di questa somma finisce effettivamente nelle tasche delle famiglie per acquisti natalizi o risparmio. Il resto, infatti, viene eroso dalle numerose spese obbligatorie come mutui, bollette, tasse e l’aumento dei prezzi, che assorbono la maggior parte della tredicesima, lasciando ben poco spazio per regali, cene e viaggi. Un fenomeno che si ripete ogni anno e che, nonostante la promessa di una boccata di ossigeno, rende il Natale sempre più freddo per molte famiglie italiane.

Impatto delle spese obbligatorie sulla tredicesima

Secondo uno studio dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, solo il 9,7% dei 50,9 miliardi di euro delle tredicesime resterà nelle tasche delle famiglie per pranzi, regali e viaggi natalizi. La restante parte delle tredicesime viene infatti destinata a pagamenti necessari come mutui, prestiti, bollette e tasse. In cima alla lista delle voci che intaccano la gratifica natalizia ci sono i prestiti, mutui e rate, che assorbono il 28,9% della tredicesima, una percentuale in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, ma che continua a rappresentare la voce di spesa più significativa.

Subito dopo, le bollette e utenze si prendono il 23,2%, seguito dal pagamento delle tasse che pesa per il 12,9%. L’RC auto, un altro obbligo annuale che grava sulle tasche degli italiani, assorbe il 15,9%, e l’aumento dei prezzi generali, che rimangono elevati, incide per il 6,5%. Quest’anno, una nuova voce si inserisce tra le principali spese: quella per le visite mediche private, con una percentuale del 2,9%, dovuta alle lunghe liste di attesa che costringono le famiglie a rivolgersi al privato per cure tempestive.

La situazione economica che emerge è chiara: la tredicesima è ormai lontana dall’essere un aiuto concreto per le festività. Anzi, diventa una sorta di “paracadute” che, purtroppo, si sgonfia velocemente. Molti italiani si trovano a dover affrontare un altro Natale freddo dal punto di vista dei consumi, con molti che hanno già anticipato gli acquisti approfittando degli sconti del Black Friday. Un segnale che la crisi economica è ben lontana dal risolversi, e che le difficoltà delle famiglie italiane sono sempre più evidenti nonostante i proclami politici.

Voci di spesa sulle tredicesime

Di seguito sono riportate le principali voci di spesa che incidono sull’importo delle tredicesime:

Voci di spesa  Parte della tredicesima

impiegata

Rc auto 15,90%
Prestiti/mutui/rate 28,90%
Bollette e utenze 23,20%
Aumento prezzi 6,50%
Tasse

(Tasi II casa, Imu II casa, Tari, bolli)

12,90%
Visite ed esami medici 2,90%
Rimanenza 9,70%

L’analisi di Onf suggerisce la necessità di un urgente intervento da parte del governo Meloni, che dovrebbe adottare misure concrete per sostenere il potere d’acquisto e rispondere alle difficoltà economiche delle famiglie. Le politiche messe in atto finora, giudicate dall’ente insufficienti, non hanno contribuito a migliorare la situazione.

Tra le misure più urgenti viene indicato lo stanziamento di maggiori risorse per la sanità pubblica, soprattutto per garantire che le famiglie non siano costrette a ricorrere al privato per cure mediche fondamentali. Inoltre, Onf chiede un impegno adeguato per ridurre le disuguaglianze sociali, sempre più evidenti e testimoniate dall’inefficacia delle politiche finora adottate.

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