Investimenti pubblici e crescita, il piano da 100 miliardi annui per l’economia italiana

In Italia debito a 3.000 mld nel 2025. Servono 80-100 mld annui per rilancio. Rigenerare gli immobili pubblici può generare 200 mld e attrarre investimenti per la crescita

Pubblicato: 27 Febbraio 2025 20:07

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

L’Italia naviga tra acque turbolente, con un debito pubblico che nel 2025 sfonderà il muro dei 3.000 miliardi di euro. Servono soluzioni drastiche e, soprattutto, servono soldi: tra gli 80 e i 100 miliardi di euro l’anno per almeno un decennio. Deloitte, nel suo rapporto “Ridurre il debito pubblico in Italia valorizzando i suoi asset reali. Padroni del nostro destino”, getta sul tavolo una proposta audace.

Il patrimonio immobiliare pubblico, spesso lasciato all’abbandono o gestito con la stessa efficienza di una barca bucata, potrebbe diventare il salvagente dell’economia. La rigenerazione di questi asset potrebbe generare un contributo netto da 200 miliardi di euro, un’iniezione di capitale capace di riscrivere le sorti del Paese.

Strategie di finanziamento per il rilancio economico

Per rimettere in carreggiata un Paese che fatica a stare al passo con le potenze economiche globali, servono risorse colossali: tra 80 e 100 miliardi di euro ogni anno, per almeno un lustro, forse un decennio. Non è un capriccio, ma la cifra necessaria per dare gambe alla visione tracciata nel rapporto The Future of European Competitiveness, firmato da Mario Draghi. Deloitte, nel suo studio “Ridurre il debito pubblico in Italia valorizzando i suoi asset reali. Padroni del nostro destino”, non si limita a constatare l’evidenza, ma mette in fila proposte per arginare il debito e rilanciare la competitività.

Un pilastro di questa strategia è il patrimonio immobiliare pubblico, una miniera d’oro spesso trattata come un fardello. Ristrutturare e valorizzare questi asset, piuttosto che svenderli a prezzi da saldo, potrebbe portare a una plusvalenza di circa 200 miliardi di euro, una boccata d’ossigeno per il bilancio statale e un’occasione di sviluppo per il mercato.

Il valore inespresso degli immobili pubblici

Lo Stato italiano è seduto su una montagna di debiti, con il contatore pronto a sfondare i 3.000 miliardi di euro nel 2025 e una spesa per interessi che nel 2024 mangerà 86 miliardi di euro. Un tritacarne finanziario che impone scelte coraggiose e un cambio di passo radicale nella gestione delle risorse. Deloitte punta il dito su una ricchezza spesso dimenticata: il patrimonio immobiliare pubblico, un tesoro da 300 miliardi di euro che potrebbe smettere di essere un peso morto e trasformarsi in una leva strategica.

Svendere tutto e subito sarebbe una scorciatoia rischiosa, perché liquidare immobili da ristrutturare a prezzi da saldo significherebbe bruciare valore. Un piano di rigenerazione, invece, può far decollare il valore complessivo fino a 1.100 miliardi di euro, con investimenti per 500 miliardi e un ritorno medio sul capitale investito pari a 1,8 volte. Questo processo potrebbe generare una plusvalenza netta di circa 200 miliardi di euro, un’iniezione di capitale capace di allentare la morsa del debito e dare fiato ai conti pubblici.

Oltre agli immobili, c’è un altro forziere da aprire: le partecipazioni statali in aziende quotate e non. Seppur una strada percorribile, non basta a garantire un riequilibrio strutturale della finanza pubblica. La vera svolta passa da un uso più efficace delle risorse reali e delle infrastrutture, mettendo a reddito asset strategici con una gestione moderna e orientata al mercato.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963