Produzione industriale, stabile a ottobre 2024 rispetto al mese precedente: -3,6% sul 2023

I dati sulla produzione industriale a ottobre 2024 sono stabili rispetto a settembre, ma continua il calo su base annuale (-3,6%): malissimo i settori della fabbricazione dei mezzi di trasporto e del petrolio raffinato.

Pubblicato: 10 Dicembre 2024 11:54

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

La produzione industriale in Italia è rimasta stabile a ottobre 2024 rispetto al mese precedente, mentre è scesa del 3,6% su base annua. È questa una sintesi dei dati pubblicati in data 10 dicembre 2024 dall’Istat che ha anche aggiunto che, in relazione all’ultimo trimestre agosto – ottobre, il livello della produzione nazionale sia sceso dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti. Bene sono andati a ottobre i settori dell’industria alimentare e della fornitura di energia, mentre a controbilanciare ci sono i dati negativi della fabbricazione dei mezzi di trasporto e nel comparto del petrolio raffinato. Per l’Unione Nazionale Consumatori si tratta di una vera e propria “disfatta per le nostre industrie”.

I dati sulla produzione industriale

Nel report fornito dall’Istat sulla produzione industriale in Italia a ottobre 2024 emerge, come detto, una stabilità rispetto a quanto registrato nel mese precedente. Non scende e non sale, dunque, l’indice destagionalizzato rispetto a settembre, con il dato che pertanto non controverte la discesa avviata già da diverso tempo. Rispetto al trimestre precedente, l’arco temporale che va da agosto a ottobre 2024 vede la media della produzione industriale scendere dello 0,7%, con la percentuale che si aggrava se si considera la base annua, -3,6%. Quest’ultimo calo, viene specifico, interessa tutti i principali comparti industriali italiani.

Cosa funziona e cosa no

Entrando più nel dettaglio dei dati sulla produzione industriale di ottobre 2024 dell’Istat, emerge che non tutti i principali raggruppamenti di imprese abbiano avuto un dinamica coerente. Bene sono andati l’energia e i beni di consumo, mentre contrazioni vengono registrate per i beni intermedi e strumentali. “In termini tendenziali – dice l’Istat – prosegue la lunghissima fase di contrazione dell’indice corretto per gli effetti di calendario. La flessione è diffusa a tutti i principali settori di attività ed è più marcata per i beni intermedi e i beni strumentali”.

Gli incrementi tendenziali maggiori interessano le industrie alimentari, di bevande e tabacco con il +3,7%, e la fornitura di energia, gas, vapore e aria (+1,6%) e le industrie manifatturiere (+1,5%), mentre scendono, anche di molto, il settore della fabbricazione dei mezzi di trasporto (-16,4%), dei prodotti petroliferi raffinati (poco meno del 16%) e dell’attività estrattiva (-12,4%). Riduzioni meno marcate interessano poi i beni di consumo e l’energia (entrambi a -0,8%), i beni intermedi (-5,2%) e i beni strumentali (-4,4%).

Uno scenario drammatico

I dati Istat sulla produzione industriale a ottobre 2024 sono stati giudicati disastrosi da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori che non ha esitato a definirli come un vero e proprio “tsunami”.

“Una disfatta per le nostre industrie – ha detto Dona – Il crollo tendenziale della produzione industriale dura oramai ininterrottamente da febbraio 2023, registrando il 21° calo consecutivo nei dati corretti per gli effetti di calendario! Un precipizio dal quale le nostre imprese non riescono a uscire per colpa dei consumi interni asfittici e di un Pil che sale dello zero virgola nonostante in Pnrr. Secondo lo studio dell’associazione, la produzione di ottobre 2024, nel confronto con gennaio 2023, ossia prima che iniziasse la discesa, è inferiore del 5,5% nei dati destagionalizzati. Per i beni di consumo il gap è del 6,2%, che sale al 9,6% per i beni di consumo durevoli”.

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