La transizione energetica secondo Paolo Scaroni

Il percorso segnato fino a oggi dalla transizione energetica, sotto l'aspetto politico, è stato poco convincente: ecco la visione di Paolo Scaroni

Pubblicato: 9 Marzo 2024 07:00

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Paolo Scaroni è l’attuale presidente del Consiglio di Amministrazione di Enel. Una carica, tra le altre, che ricopre da maggio 2023, dopo esserne stato a lungo amministratore delegato. Molto interessante il suo pensiero in merito alla transizione energetica, di cui si fa un gran parlare negli ultimi anni. Di seguito proviamo a riassumerlo, evidenziando anche il suo sguardo sul futuro.

Il fallimento della transizione energetica

A fine 2023 Paolo Scaroni ha preso parte al XXI Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato da Coldiretti. Nel corso dei suoi interventi ha spiegato come la trasmissione di informazioni relative alla transizione energetica sia stata fallimentare.

Il pubblico, almeno quello di massa, non ha la minima idea di che cosa si tratti. Ciò vuol dire che non è incentivato a individuare la giusta soluzione alternativa per la propria casa, ad esempio.

Tutto ciò ha un evidente riscontro pratico. È verificabile anche semplicemente nella propria cerchia di famigliari, amici o conoscenti. Pochissimi si adoperano per modificare le fonti energetiche nel proprio ambiente domestico o lavorativo. Di fatto si avrebbe la necessità di studiare l’argomento e si ha la sensazione di ritrovarsi un po’ soli nel processo e poco invogliati.

Un discorso non italiano, ha spiegato il presidente del Consiglio di Amministrazione di Enel. Le parole di Paolo Scaroni sono infatti chiarissime: “In solare ed eolico sono stati investiti 4 trilioni di dollari. Dopo tutto questo però a che punto siamo? Circa il 10% dell’elettricità nel mondo viene dalle nuove rinnovabili, ma siccome l’elettricità rappresenta soltanto il 20% dei nostri consumi energetici, le nuove rinnovabili rappresentano un po’ meno del 3% dei consumi totali”.

Il futuro delle rinnovabili

Allo stato attuale, ha spiegato Paolo Scaroni, possiamo dire d’essere semplicemente agli albori della transizione energetica. Ben indietro rispetto a quello che doveva essere il programma d’avanzamento del progetto su scala italiana, europea e globale.

Per quanto ci si riempia la bocca di progetti a tema, la verità è che non abbiamo mai bruciato così tanto petrolio, carbone e gas nella storia dell’umanità. Il suo pensiero non potrebbe essere più chiaro. Tutto ciò si traduce in emissioni di CO2 ben più alte rispetto a ogni record storico.

“Questo dopo 7-8 anni di investimenti sulle rinnovabili. Non lo dico per rassegnarci ma per dire che lo sforzo titanico che è stato fatto in termini di investimenti è insufficiente a coprire l’aumento dei consumi energetici che si è registrato di 1-1,5% l’anno”.

Tante le criticità del sistema e un esempio è dato dalle batterie, sulle quali Scaroni si è soffermato. Quelle dello smartphone sono un ottimo esempio, richiedendo una ricarica quotidiana, se non di più. Ciò è indice di una tecnologia molto rudimentale ed energivora.

“Le batterie della Tesla pesano 540 kg. Quando salite in una Tesla e vi sentite molto green, anche se poi l’energia che utilizzata è fatta dal carbone, vi portate in giro 540 kg di batterie. Senza batterie efficienti le rinnovabili funzionano poco. Ci sono quando c’è il sole ma quando è buio non ci sono e dovresti stoccare energia”.

La risposta globale sembra essere il nucleare. Non che i grandi del mondo lo preferiscano ma, ha spiegato, ad oggi è l’unica tecnologia che dominiamo per produrre l’energia di cui c’è bisogno. Eolico e solare non bastano a combattere l’effetto serra, ha ribadito: “Per usare più energia e meno combustibile si pensa che quel 20% di cui parlavo prima debba diventare 50% elettricità e 50% resto, il che vuol dire più reti”.

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