Northvolt dichiara fallimento e l’Ue rischia di perdere la partita sulle auto elettriche

Doccia fredda per le ambizioni europee sulle auto elettriche: la svedese Northvolt che produce batterie ha dichiarato fallimento in seguito alla cancellazione di importanti ordini

Pubblicato: 12 Marzo 2025 13:43

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Schiaffo alle ambizioni europee: ha dichiarato fallimento l’azienda svedese Northvolt, che rappresentava uno degli assi nella manica dell’Ue nella competizione con la Cina sulle batterie per auto elettriche.

Il settore europeo dell’automotive soffre e la crisi, di conseguenza, si ripercuote anche sui fornitori, fra i quali anche Northvolt: alla base del fallimento i problemi produttivi oltre a ritardi nelle consegne e la cancellazione di ordini significativi come quello di 2 miliardi di euro da parte di Bmw.

Si punta a salvare parte della produzione

La svedese Northvolt era stata fondata nel 2016 con il sostegno di colossi come Volkswagen, Goldman Sachs e BlackRock, accumulando oltre 15 miliardi di dollari di investimenti.

L’annuncio della nuova istanza di fallimento è stato diramato dal presidente ad interim, Tom Johnston. Con un debito di circa 7,5 miliardi di euro, Northvolt ha chiesto protezione dai creditori prima negli Stati Uniti e poi in Svezia. Attualmente, un liquidatore giudiziale è incaricato di vendere gli asset dell’azienda, con opzioni che includono una vendita totale o la divisione delle attività.

Nonostante il fallimento, alcuni attori del settore, come Scania e il governo tedesco, stanno valutando possibili acquisizioni per salvare la produzione di batterie per auto elettricheScania, in particolare, ha confermato l’intenzione di acquistare Northvolt Industrial, assicurando che la produzione dei suoi camion elettrici non verrà intaccata. L’esecutivo tedesco punta a trovare investitori per salvare la fabbrica di Northvolt a Heide, come dichiarato dal ministro dell’Economia Robert Habeck

Dopo la procedura di fallimento negli Usa, Northvolt aveva cercato di andare avanti cercando di raccogliere 1 miliardo di dollari da 100 potenziali investitori. La somma sarebbe stata funzionale a tenere aperta la fabbrica di batterie che si trova a Skelleftea, cittadina nell’estremo nord della Svezia. In tempi precedenti, Northvolt aveva cercato di aprire altri impianti produttivi, senza riuscirvi.

Automotive Ue e concorrenza cinese

Il crollo di Northvolt, che arriva a pochi giorni dalla presentazione del piano auto di Ursula von der Leyen per il rilancio dell’auto elettrica in Europa, rischia di rappresentare un grave inciampo che, al di là delle previsioni ottimistiche delle ultime settimane, potrebbe aumentare la dipendenza da fornitori asiatici come Catl e Byd.

L’Europa è due volte sotto scacco: da una parte ha imposto ai costruttori rigidi paletti relativamente ai vincoli ambientali, cosa che avvantaggia i cinesi. Dall’altra parte ha puntato tutto sull’elettrico, un mercato ancora relativamente acerbo per i costruttori europei, che non riescono a tenere il passo con i colossi cinesi.

L’Ue continua sul piano auto

La dichiarazione di fallimento di Northvolt è una tegola per le ambizioni dell’Ue in merito al rilancio dell’automotive, il primo settore manifatturiero, che rappresenta circa il 7% del Pil comunitario, dando lavoro a circa 13 milioni di persone, direttamente o indirettamente.

L’Ue prosegue nel perseguire i suoi ambiziosi obiettivi. Rispetto alla più stringente formulazione iniziale, il piano auto di von der Leyen prevede adesso la possibilità di spalmare su tre anni (2025-2027) il periodo in cui raggiungere livelli vincolanti sulle immatricolazioni di auto a zero emissioni, in modo da non far scattare fin da subito le multe miliardarie per le case automobilistiche europee.

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