Il capo di Hezbollah Hassan Nasrallah è morto. Lo confermano fonti dell’esercito di Israele, l’Idf, oltre che il movimento armato libanese tramite la tv al Manar. Il bombardamento del quartier generale del gruppo terroristico avrebbe ucciso centinaia di persone, tra cui numerosi esponenti di spicco di Hezbollah.
Sempre più probabile, stando a quanto filtra dall’Idf, un’operazione di terra guidata dalle forze speciali israeliane in territorio libanese. Netanyahu è tornato in patria da New York, dove stava partecipando all’assemblea generale delle Nazioni Unite. Attesa la risposta dell’Iran, alleato di Hezbollah, che aveva condannato fermamente l’attacco a Beirut.
Israele annuncia: “Hassan Nasrallah è morto”
Un portavoce dell’esercito israeliano, l’Idf, ha confermato che Hassan Nasrallah è stato ucciso durante l’attacco aereo al quartier generale di Hezbollah a Beirut, avvenuto attorno alle 18:00 del 27 settembre. Dalle 8 del mattino del 28 settembre il leader della fazione libanese era dato come irraggiungibile da Hezbollah stessa.
“A seguito di informazioni precise fornite dall’Idf e dall’apparato di sicurezza israeliano, i caccia dell’aviazione militare israeliana hanno effettuato un attacco mirato al quartier generale centrale dell’organizzazione terroristica Hezbollah, situato sotto un edificio residenziale nell’area di Dahieh a Beirut. L’attacco è stato eseguito mentre la catena di comando senior di Hezbollah stava operando dal quartier generale, portando avanti attività terroristiche contro i cittadini dello Stato di Israele”, ha dichiarato Israele.
In un comunicato, Hezbollah ha espresso la volontà di continuare la resistenza armata contro Israele dopo la conferma della morte del leader Hassan Nasrallah: “La leadership di Hezbollah giura al martire più nobile, sacro e prezioso della nostra lotta costellata di sacrifici e martiri, che continuerà il suo jihad contro il nemico, a sostegno di Gaza e della Palestina, e in difesa del Libano e del suo popolo resistente e nobile”.
L’attacco ha distrutto numerosi edifici residenziali alla periferia sud di Beirut, la capitale del Libano. Una bomba a penetrazione avrebbe raggiunto il bunker del quartier generale di Hezbollah dove si trovava Nasrallah. Nell’attacco sarebbero morti anche altri esponenti di spicco del gruppo, tra cui il capo dell’unità missilistica Muhammad Ali Ismail.
A dare l’autorizzazione per l’attacco è stato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, direttamente da un hotel di New York, dove si trovava per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il primo ministro è poi tornato nella notte in Israele, con un volo partito dagli Usa alle 20:00 ora locale.
Cosa succede ora in Libano: dalla reazione dell’Iran all’invasione
Diversi osservatori ritengono sempre più probabile che, dopo l’eliminazione della leadership di Hezbollah, Israele possa invadere il Libano meridionale. Fonti dell’Idf fanno filtrare la volontà di condurre un’operazione rapida, con obiettivi precisi, che eviti una lunga occupazione come quella prolungatasi in diverse forme tra il 1978 e il 2006.
Da diverse settimane ormai l’esercito israeliano sta facendo affluire uomini e mezzi nella parte settentrionale del Paese. L’obiettivo principale sarebbe quello di smantellare la presenza militare di Hezbollah nel sud del Libano per permettere agli oltre 100mila israeliani che hanno dovuto lasciare la regione vicino al confine negli ultimi mesi di tornare nelle proprie case.
La condanna più netta dell’attacco che ha ucciso Hassan Nasrallah è arrivata dall’Iran, stretto alleato di Hezbollah. L’ambasciata di Teheran in Libano ha definito il raid un “Crimine riprovevole rappresenta una pericolosa escalation che cambia le regole del gioco”. Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha definito il bombardamento un crimine di guerra. Non è chiaro però se l’Iran abbia intenzione di impegnarsi direttamente in Libano, anche solo con attacchi diretti nei confronti di Israele.