Manovra, banche e assicurazioni nel mirino del Governo: si cercano 5 miliardi

Il Governo studia un contributo straordinario da 5 miliardi per banche e assicurazioni. Lo scopo è quello di coprire in Manovra pensioni, rottamazione e taglio Irpef

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

A casa Meloni la Manovra 2026 si discute a cena, letteralmente: attorno al tavolo, nell’abitazione romana della premier, c’erano Matteo Salvini, Antonio Tajani, Maurizio Lupi, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il suo vice Maurizio Leo. Sul menu ci sono le varie richieste dei partiti di maggioranza, ma anche due convitati di pietra: le banche e le assicurazioni, chiamate a contribuire alle coperture necessarie per garantire bonus e misure.

La Manovra vale 16 miliardi

La legge di Bilancio in arrivo è da 16 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di minori spese e 6 di nuove entrate. Ma le risorse effettive non bastano.

Ogni forza politica di maggioranza difende le proprie bandiere (taglio dell’Irpef, rottamazione quinquies, detta anche pace fiscale o condono, blocco parziale dell’età pensionabile, bonus per famiglie e imprese) e il risultato è un mosaico difficilissimo da comporre.

È soprattutto la Lega a rilanciare l’idea di un contributo extra con gli extraprofitti di banche e assicurazioni, del valore di 5 miliardi di euro. Secondo Matteo Salvini, questa cifra servirebbe a evitare i tagli e a sostenere alcune delle misure simbolo del Carroccio.

Il braccio di ferro è, in primis, fra Salvini e Tajani. Il primo preme per l’impegno dei banchieri, il secondo difende gli interessi della famiglia Berlusconi, legata a Banca Mediolanum.

La trattativa con le banche

Già domenica scorsa, secondo i retroscena, ci sarebbero stati nuovi contatti con i vertici bancari. L’Esecutivo avrebbe sondato la disponibilità degli istituti a fornire un contributo volontario al bilancio dello Stato, magari attraverso anticipazioni fiscali o il posticipo di alcune agevolazioni.

L’obiettivo è duplice:

Non a caso, il vicepremier Antonio Tajani ha tenuto a precisare che:

ha prevalso la linea di Forza Italia – nessuna tassa sugli extraprofitti, ma dialogo costruttivo.

Una delle ipotesi più concrete riguarda la revisione della tassa sulla riserva speciale delle banche, istituita due anni fa.

All’epoca il Governo aveva consentito agli istituti di accantonare utili in una riserva non distribuibile, evitando così la tassa sugli extraprofitti, ma con la clausola di dover versare un’imposta del 40% qualora avessero deciso di distribuirla in futuro.

Ora l’idea è di abbassare l’aliquota per invogliare le banche ad aprire i forzieri, distribuire dividendi e generare gettito.

L’operazione non sarebbe una tassa, ma un incentivo fiscale bilanciato, che permetterebbe allo Stato di incassare risorse senza compromettere la fiducia dei mercati e senza sollevare eccessivamente le ostilità dei banchieri.

Ipotesi assicurazioni e tassa sulle polizze

Parallelamente, si discute di un contributo analogo per le compagnie assicurative.

La proposta, sempre sostenuta dalla Lega, riguarda una tassa sulle polizze obbligatorie contro le catastrofi naturali, introdotte di recente per fronteggiare gli eventi climatici estremi. Ma, per ora, dal Ministero dell’Economia non arrivano conferme.

Le misure della Manovra da finanziare

Secondo l’ipotesi, i fondi raccolti tramite il contributo di banche e assicurazioni sarebbero destinati a coprire le misure più costose della Manovra:

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