Manovra, sigarette più care fino a 1,5 euro a pacchetto: quando scatta l’aumento

Dal 2026 scatta il nuovo calendario delle accise sul tabacco: aumenti graduali fino a 1,5 euro a pacchetto entro il 2028 per finanziare parte della Manovra

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Dal 1° gennaio 2026 fumare costerà di più. È questa una delle certezze che emergono dalla nuova Manovra del Governo Meloni.

L’aumento delle accise sul tabacco, che si tradurrà in inevitabili rincari progressivi sulla vendita al dettaglio di sigarette, sigari e altri prodotti da fumo, sarà uno dei pilastri con cui l’esecutivo punta a garantire coperture aggiuntive e rispettare i vincoli del nuovo Patto di Stabilità europeo.

Accise sul tabacco, verso aumenti graduali

Entro il 2028, secondo le stime contenute nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles, il costo di un pacchetto di sigarette potrebbe aumentare fino a 1,5 euro rispetto ai livelli attuali.

Il piano prevede un aggiornamento triennale del calendario fiscale del tabacco. Dal 2026 gli aumenti scatteranno con pochi centesimi a pacchetto, per poi crescere nel 2027 e 2028 fino a un effetto cumulato significativo.

La misura interesserà tutte le tipologie di prodotti da fumo: sigarette tradizionali, trinciati e in misura minore sigarette elettroniche e liquidi da svapo. Secondo le simulazioni del Mef, il gettito aggiuntivo legato al comparto del tabacco dovrebbe aggirarsi intorno ai 200 milioni di euro annui, una cifra relativamente modesta ma pur sempre utile per bilanciare le altre misure della legge di Bilancio.

Come si forma il prezzo delle sigarette in Italia

Oggi oltre i due terzi del prezzo finale di un pacchetto finiscono nelle casse dello Stato. La struttura è complessa: su ogni 1.000 sigarette pesa un’accisa fissa pari a 29,5 euro, più una quota proporzionale del 49,5% sul prezzo di vendita. A questo si aggiunge l’Iva (22%) e il margine del rivenditore, che vale il 10% del prezzo finale. Con il nuovo aumento, la quota fiscale diventerà ancora più rilevante, portando l’incidenza complessiva oltre il 70% del prezzo al consumo.

Giorgetti conferma l’aumento delle sigarette

“Le sigarette, poco poco ma sì, aumentano”, ha confermato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel corso della conferenza stampa seguita all’approvazione della Legge di Bilancio 2026.

Gli aumenti saranno graduali e sostenibili e l’obiettivo è garantire un equilibrio tra esigenze di bilancio e coerenza con le politiche sanitarie. Il Governo Meloni, in pratica, ha rispolverato un grande classico: quello di penalizzare i consumi dannosi per la salute.

Manovra 2026 tra tagli e nuove entrate

Il capitolo tabacco rientra in una strategia più ampia: la Legge di Bilancio 2026 vale circa 17,5 miliardi di euro, finanziati in parte da tagli ai ministeri (8 miliardi in tre anni) e in parte da nuove entrate. Tra queste, oltre all’aumento delle sigarette, figurano la stretta su evasione e riscossione, e una serie di misure una tantum.

Quanti italiani fumano

Secondo gli ultimi dati disponibili (Istituto Superiore di Sanità, 2022), in Italia fuma circa un adulto su quattro. Tra gli uomini la prevalenza è del 28,3%, tra le donne del 20%. L’abitudine al fumo è più diffusa tra le fasce economicamente fragili: oltre il 35% dei cittadini con difficoltà economiche dichiara di fumare, contro il 20% tra chi non ha problemi di reddito. Preoccupante anche il dato tra i giovani: fuma il 27,7% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni e il 28% tra i 25 e i 34 anni.

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