Luigi Zingales è un noto economista ed editorialista, impegnato anche in ambito politico. Nel 2012 ha infatti fondato il movimento politico Fermare il Declino, presentandosi un anno dopo alle elezioni come vero e proprio partito. Nello stesso anno ha però lasciato il movimento in seguito ad alcune dichiarazioni di Giannino.
Sul fronte economico, particolare attenzione è stata riservata all’analisi del capitalismo in tutte le sue sfaccettature. Nel 2012 ha infatti pubblicato il Manifesto Capitalista, saggio nel quale ha fronteggiare la crisi economica secondo la prospettiva della collettività.
Manifesto capitalista
Luigi Zingales pubblica nel 2012 uno dei suoi saggi più noti e rilevanti. Si tratta di Manifesto Capitalista. Una rivoluzione liberale contro un’economia corrotta. In queste pagine viene fronteggiata la crisi economica sotto l’aspetto della comunità, andando ad analizzare questioni cardine come la degenerazione del libero mercato, la piaga del clientelismo e la generale sparizione della meritocrazia.
Il libero mercato è stata una promessa mai mantenuta. Avrebbe dovuto garantire libertà e uguaglianza, ma nulla di tutto ciò è mai avvenuto realmente. Si è invece realizzato un misto di ingiustizia e povertà, che è oggi la società nella quale viviamo, a causa di un capitalismo truffaldino. Alla base di questa distorsione di ciò che avrebbe dovuto essere, spiega Zingales, troviamo un diffuso clientelismo e l’assoluta mancanza di un reale sistema anti-trust.
Ciò che avrebbe dovuto essere il migliore dei sistemi possibile, come lo definisce l’economista, è stato corrotto. Ma, con tutti i suoi difetti, resta ancora quello in grado di garantire il maggior numero di opportunità al maggior numero di persone. Per questo motivo, per il buono che c’è ancora, in un mare di aspetti negativi, la soluzione non può essere un populismo che rifiuti nettamente i meccanismi economici. Distruggere ciecamente non è la via da perseguire.
Il Manifesto Capitalista però offre una via alternativa: la difesa del libero mercato. Questo andrebbe però ripulito dai monopoli, dalle lobby e dalla corruzione, che sono alla base della degenerazione avvenuta. Merito e concorrenza vanno rispettivamente premiati e favoriti, cancellando i privilegi e sostenendo l’istruzione. Ciò che oggi appare come una lontana utopia.
Salvare il capitalismo dai capitalisti
Nel 2004, al fianco di Raghuram G. Rajan, Luigi Zingales ha pubblicato Salvare il capitalismo dai capitalisti. In questo testo si muovono passi in difesa del libero mercato, affondando le radici nelle posizioni della “scuola economica di Chicago”. I due autori si pongono l’obiettivo di fare da mediatori nel dibattito tra conservatori isolazionisti e accaniti sostenitori della lotta alla globalizzazione.
Per stimolare la competizione, spiegano nel testo, è necessario restare alla larga dal protezionismo, lasciando il mercato a se stesso. In questo modo è possibile generare un ambiente sano, che sia di reale supporto allo sviluppo, all’innovazione e alla crescita economica, in ultima battuta.
Nel mirino ci sono anche i disperati tentativi del governo di tenere a galla aziende in chiaro fallimento, offrendo sussidi o dazi sulla concorrenza internazionale. Un saggio che elogia il libero mercato e spera torni a essere privo dei vincoli che oggi lo incatenano. Il tutto in un panorama in cui i mercati vengono danneggiati e messi in serio rischio da chi dovrebbe sostenerli a spada tratta e volerli veder fiorire: i finanzieri.