Intel licenzia il Ceo Pat Gelsinger, un cambio al vertice in un mare di debiti

Pat Gelsinger rimosso da Intel: debiti crescenti, flop strategici e l'ascesa di Nvidia segnano la fine della sua guida in un momento critico per l’azienda

Pubblicato: 3 Dicembre 2024 09:01

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Si è forzatamente dimesso, Pat Gelsinger, alla guida di Intel dal 2021, perché informalmente è stato rimosso dalla carica di Ceo nel corso di un movimentato consiglio d’amministrazione. La decisione, confermata dalle principali testate giornalistiche statunitensi, è arrivata dopo forti contrasti interni legati alla percezione di una leadership che non è riuscita a tenere il passo con l’ascesa di Nvidia.

La rimozione di Gelsinger arriva in un momento delicato anche per la politica industriale americana. Intel è stata una delle principali promotrici del Chips and Science Act, un programma da 39 miliardi di dollari che punta a rilanciare la produzione nazionale di semiconduttori.

Il programma è stato criticato dal presidente eletto Donald Trump, che lo ha definito “un fallimento” e ha promesso di rivederne i termini. L’instabilità di Intel rischia di rallentare ulteriormente gli sforzi per ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dai fornitori asiatici.

Chi sostituirà Gelsinger nel breve termine

Il vuoto lasciato da Gelsinger sarà temporaneamente colmato dal direttore finanziario David Zinsner e dalla Cpo MJ Holthaus, nominati co-Ceo. Quest’ultima assumerà anche la responsabilità del gruppo prodotti, occupandosi di settori strategici come il calcolo client, i data center e l’intelligenza artificiale. Holthaus è una veterana di Intel, con quasi 30 anni di esperienza, mentre Zinsner, arrivato da Micron Technology nel 2022, porta una solida competenza finanziaria.

La presidenza esecutiva è passata a Frank Yeary, figura storica del consiglio d’amministrazione, che ha dichiarato: “Stiamo lavorando per creare una Intel più snella, semplice e agile”. Yeary, indicato come uno dei fautori della svolta, sarà ora responsabile del processo di ricerca di un nuovo leader.

Grandi ambizioni, grandi costi

Gelsinger, accolto come salvatore nel 2021, aveva promesso di riportare Intel ai vertici della produzione di semiconduttori. I suoi piani includevano investimenti massicci negli Stati Uniti e nel mondo, accompagnati da una campagna per ottenere finanziamenti governativi. Intel si è posizionata come principale beneficiaria del Chips and Science Act, ricevendo recentemente un finanziamento da 7,86 miliardi di dollari per i suoi stabilimenti in Arizona e Ohio.

Nonostante i progressi sul fronte istituzionale, la strategia di Gelsinger è stata vista dagli investitori come troppo onerosa. Il debito in aumento e il calo del flusso di cassa hanno lasciato il segno, alimentando scetticismi sul futuro dell’azienda.

Segnali preoccupanti dagli ultimi bilanci

L’agosto scorso, Intel ha pubblicato risultati finanziari disastrosi, registrando perdite impreviste e previsioni di vendita deludenti. La sospensione del dividendo, pagato ininterrottamente dal 1992, e l’annuncio del taglio del 15% della forza lavoro hanno segnato un punto di non ritorno per gli investitori. La situazione finanziaria dell’azienda, un tempo dominatrice del mercato, riflette oggi una realtà di debiti crescenti e margini di manovra ridotti.

L’incubo Nvidia e un mercato in fuga

Mentre Nvidia sta cavalcando l’onda dell’intelligenza artificiale, Intel ha arrancato. La capitalizzazione di mercato dell’azienda è crollata sotto i 100 miliardi di dollari, con un calo del 52% nel corso dell’anno. Le trimestrali deludenti di agosto hanno portato al peggior sell-off degli ultimi 50 anni e a un drastico piano di tagli, come quello dei licenziamenti.

Un futuro appeso a un filo

Gli ultimi mesi hanno visto Intel prendere decisioni drastiche, tra cui la separazione della divisione fonderia per attrarre capitali esterni. Parallelamente, Qualcomm ha sondato il terreno per una possibile acquisizione, alimentando i malumori e l’incertezza sul futuro. Il prossimo Ceo dovrà affrontare un panorama complesso, ereditando problemi strutturali e una governance interna sotto accusa per la mancanza di figure con esperienza diretta nei semiconduttori.

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