Il 26 settembre 2024 segna l’inizio ufficiale del G7 Agricoltura al Castello Maniace di Siracusa. L’evento, che si protrarrà fino al 28 settembre, vedrà la partecipazione dei Ministri dell’Agricoltura dei Paesi del G7, guidati dal ministro Francesco Lollobrigida. Accanto ai rappresentanti delle potenze mondiali, sono presenti anche figure chiave come il Commissario europeo per l’Agricoltura, la Commissaria dell’Unione Africana e i vertici delle principali agenzie Onu con sede a Roma (Fao, Ifad, Wfp), nonché esponenti di Ocse e Cgiar.
Non si tratta di un semplice incontro di circostanza: le questioni in gioco riguardano il futuro dell’agricoltura globale. Al centro del dibattito si trovano innovazione, sostenibilità, gender gap e, oggi più che mai, la gestione delle risorse idriche, divenuta un problema strutturale.
La crisi idrica: l’Italia a rischio siccità
Uno dei temi cruciali emersi durante la prima giornata è la crisi idrica, un problema sempre più attuale e che attanaglia l’Italia da oltre due decenni. Nicola Dell’Acqua, Commissario straordinario per l’adozione di interventi urgenti legati alla scarsità idrica, ha lanciato l’allarme: “Non possiamo abbassare l’attenzione sulla crisi idrica ogni volta che c’è un po’ di pioggia. La crisi idrica è strutturale, la siccità (soprattutto nei territori siciliani, ndr) è strutturale, sono 25 anni che l’Italia è attanagliata da crisi idriche importanti, quindi quando viene a piovere dovremmo solo pensare a come recuperare quest’acqua e invece tendiamo ad abbassare la guardia.” Ha poi aggiunto:”Se quest’inverno non nevica, avremo difficoltà di approvvigionamento idrico la prossima estate”.
Dell’Acqua ha ribadito l’importanza di rafforzare il sistema idrico integrato, garantito da Arera, e di migliorare l’efficienza delle infrastrutture gestite dai Consorzi di bonifica, che risultano fondamentali per affrontare la scarsità di risorse idriche in ambito agricolo.
Francesco Vincenzi, presidente di Anbi, ha presentato il Piano Invasi, che propone di trattenere l’acqua per prevenire il dissesto idrogeologico e produrre energia. Ha dichiarato: “Il piano invasi aiuterebbe a risolvere il problema del dissesto idrogeologico trattenendo l’acqua così da riuscire a produrre energia elettrica e, appunto, dare acqua alla nostra agricoltura”. La mancanza di infrastrutture adeguate sta mettendo in ginocchio l’agricoltura italiana, che dipende dall’irrigazione per l’85% della sua produzione.
Il direttore generale di Anbi, Massimo Gargano, ha poi ricordato come i cambiamenti climatici siano una minaccia crescente per l’agricoltura italiana: “Oggi i cambiamenti climatici, che non si sono strutturati ma continuano a lievitare mostrando una violenza inaudita, devono essere contrastati”. Gargano ha sottolineato come i Consorzi di bonifica possano giocare un ruolo centrale nell’affrontare queste sfide attraverso l’innovazione e la manutenzione delle infrastrutture.
Innovazione, giovani e agricoltura: i nodi sul tavolo
Il futuro dell’agricoltura non può più dipendere dalle tecniche del passato. L’innovazione tecnologica e il ricambio generazionale sono al centro delle discussioni del G7 Agricoltura. La tecnologia sta già trasformando il settore, ma la vera sfida è renderla accessibile e sostenibile su scala globale. Il “Young Hackathon”, che ha preceduto l’inizio del summit, ha dato voce alle giovani generazioni di agricoltori dei Paesi del G7, con idee e soluzioni che verranno presentate ai Ministri il 27 settembre.
Parità di genere: un motore per la crescita agricola
Il dibattito sulla parità di genere ha preso una posizione di rilievo durante i lavori della giornata. Chiara Cormanni, presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi, ha affermato che il gender gap rappresenta un enorme limite per la nostra società, non solo da un punto di vista etico, ma anche economico: “Il gender gap rappresenta un enorme limite per la nostra società, non solo da un punto di vista etico, ma anche da un punto di vista economico. Il miglioramento di tale gap potrebbe innalzare il tasso di occupazione coinvolgendo sia gli uomini che le donne”.
Gini Dupasquier, direttrice della Fondazione Ortygia, ha inoltre ricordato l’importanza di promuovere l’imprenditoria femminile nel Sud Italia, dove il tasso di occupazione femminile è particolarmente basso, intorno al 32%. Ha dichiarato: “In un territorio come quello del Sud Italia, in cui le diseguaglianze di genere sono particolarmente marcate, con un tasso di occupazione femminile di circa il 32% ben al di sotto della media nazionale, la Fondazione Ortygia, nata nel cuore di Siracusa, rappresenta un laboratorio di idee e azioni concrete per colmare il gap e aumentare la competitività del Sud Italia”.