Questo matrimonio fra case automobilistiche non s’ha da fare, né domani, né mai e i cinesi tirano un sospiro di sollievo: dopo settimane di trattative che hanno terremotato il settore dell’automotive, è stato annunciato che la fusione Honda-Nissan-Mitsubishi non vedrà la luce.
Con circa 8 milioni di veicoli venduti, la fusione fra le tre case automobilistiche, le più grandi del Giappone dopo Toyota, avrebbe dato vita al terzo più grande gruppo al mondo posizionandosi per volume di fatturati dopo Toyota e Volkswagen e prima di Hyundai e di Stellantis.
Honda spinge Nissan a uscire dall’accordo
La fusione a tre, con Honda e Nissan che si sarebbero unite subito e Mitsubishi che si sarebbe aggregata in un secondo momento, era stata prospettata al fine di poter fronteggiare l’agguerrita concorrenza cinese, soprattutto nel segmento delle auto elettriche.
L’ipotesi preliminare, della quale si è cominciato a parlare lo scorso dicembre, era quella di un’unione sostanzialmente alla pari in cui ciascuna azienda avrebbe ceduto terreno all’altra in cambio di una contropartita di equivalente valore. Ma negli ultimi giorni i rapporti di forza sarebbero cambiati facendo deragliare le trattative.
Honda che ha fatto pressioni su Nissan al fine di tagliare drasticamente la sua forza lavoro, spingendo allo stesso tempo affinché Nissan diventasse non un partner alla pari, ma una azienda sussidiaria. L’insistenza su tale proposta di accordo, alla fine, ha fatto saltare il tavolo delle trattative.
Honda si è sentita legittimata ad alzare la posta dal momento che Nissan naviga in acque difficili: tra le tre realtà è quella che sta affrontando i maggiori problemi economici e a novembre 2024 aveva annunciato un piano di maxi licenziamenti in tutto il mondo, mettendo a rischio 9.000 posti di lavoro.
Il mese prima aveva annunciato di voler abbandonare la competizione nel campo delle auto con motore a scoppio in Europa, dirottando il 100% delle vendite verso le auto elettriche. Si ricorda infine lo scandalo finanziario che portò all’incriminazione nel 2018 del suo ex amministratore delegato Carlos Ghosn, accusato di gestione opaca delle finanze interne di Nissan, e poi fuggito in Libano.
Mitsubishi sarebbe stata inclusa nella fusione in un momento successivo, dal momento che Nissan è la sua principale azionista con il 24% delle quote. A fine gennaio, però, Mitsubishi si è tirata fuori ha annunciato il ritiro dalle trattative per concentrarsi sul rafforzamento della propria posizione nei mercati del Sud-est asiatico.
Honda Motor ha nel frattempo dato informazioni in merito alla salute dei propri conti, facendo sapere che l’utile operativo del terzo trimestre è aumentato del +5% rispetto all’anno precedente.
Fra Honda e Nissan non è finita
Quella fra Honda e Nissan non è una rottura totale: i due gruppi hanno annunciato che la collaborazione continuerà relativamente alle auto elettriche e in particolare sul fronte delle batterie, della guida autonoma e del software.
La Cina ammicca a Nissan
Una regola basilare della vita vuole che ciò che qualcuno rifiuta divenga molto presto di qualcun altro, e il settore dell’automotive non fa eccezione: la dirigenza del gruppo tech cinese Foxconn ha manifestato interesse per Nissan. I cinesi si sono detti interessati a rilevare il 36% dell’azienda giapponese detenuto da Renault.