Un altro taglio dei tassi USA? Occorrerà attendere metà 2025

Gli analisti di UBS non attendono altri interventi sui tassi prima di giugno e per questo ritengono che i dollari scenderà dai massimi raggiunti

Pubblicato: 23 Dicembre 2024 15:43

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Redazione

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Il 2025 si aprirà con una Fed più prudente, che farà tirare il collo ai mercati, spostando il primo taglio dei 2025 almeno sino a metà anno, dopo quello di 25 punti operato nell’ultima riunione del 2024. Nessun taglio a gennaio, quindi, e neanche a marzo e maggio (in aprile non è prevista alcuna riunione). E’ quanto prevedono gli analisti di UBS, in base alle indicazioni arrivate dall’ultima conferenza stampa di Powell e dei più recenti dati macroeconomici.

Primo taglio del 2025 a giugno

Gli economisti di UBS si aspettano che la Federal Reserve effettui il prossimo taglio dei tassi di interesse di 25 punti base a giugno, seguito da un altro a settembre. L’anno prossimo sono attesi al massimo due tagli.

La Fed ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base durante l’ultima riunione del FOMC di questo mese, allineandosi alle aspettative del mercato. Si tratta del quarto taglio da settembre, che porta la riduzione totale a 100 punti base e colloca l’intervallo obiettivo al 4,25%-4,5%.

Tuttavia, il dot-plot ha presentato un quadro più da falco: la proiezione mediana riflette ora solo 50 punti base di tagli per il 2025 e suggerisce che gli aggiustamenti dei tassi potrebbero estendersi fino al 2027. Il presidente della Fed Jerome Powell, in conferenza stampa, ha espresso ottimismo sullo stato dell’economia e sulle prospettive per il 2025 ed ha riconosciuto che la crescita economica ha superato le aspettative e che l’inflazione rimane al di sopra dell’obiettivo del 2%. Di conseguenza, la banca centrale intende adottare un approccio più misurato nei confronti di ulteriori riduzioni dei tassi.

Cosa suggerisce il mercato

Aspettative non troppo lontane da questo scenario sono confermate dal mercato. Al CME i future sui FedWatch indicano per il meeting di  gennaio un nulla di fatto quasi certo, con probabilità del 91,4%.

Più bilanciate le aspettative per gli incontri di  marco e maggio, quando le attese per un taglio ed un nulla di fatto si avvicinano molto: per marco c’è una probabilità del 46,7% di un taglio di 25 punti e del 49,4% di tassi invariati; per maggio la probabilità di un taglio di 25 punti sale al 467,2% contro un 39,7% che indica tassi fermi.

Prevalente invece a giugno l’aspettativa di un taglio di 25 punti al 4-4,254%, data per scontata al 45,3% contro un 29,4% che segnala tassi ancora fermi al 4,25%-4,50% ed un piccolo 21,4% chye ipotizza un secondo taglio sino al 3,75%-4%.

Stime da prendere con cautela

Sebbene questo approccio più cauto sia attualmente scontato, un taglio dei tassi a marzo potrebbe tornare d’attualità se ci fossero cattive notizie dal mercato del lavoro all’inizio del prossimo anno o se vi fosse un peggioramento del quadro internazionale o un aumento delle tensioni geopolitiche, tale da peggiorare l’outlook sull’economia USA. L’impostazione della Fed, in definitiva, resta quella riunione per riunione ed ancorata ai dati.

I riflessi sul dollaro

L’atteggiamento aggressivo della Fed ha alimentato un rally del dollaro USA, con un dollar index che ha superato quota 108. Questa tendenza dovrebbe persistere nel 2025, in quanto fattori politici, tra cui l’imminente insediamento di Donald Trump alla casa Bianca, dovrebbero mantenere un dollaro forte nel breve termine.

UBS, tuttavia, vede limiti a un’ulteriore forza del dollaro, citando la sopravvalutazione, le aspettative di un ulteriore allentamento monetario e l’attenzione del mercato agli aspetti positivi delle politiche di Trump e, quindi, considera l’attualie rally del dollaro come un’opportunità di vendita, prevedendo che l’EUR/USD ritorni a 1,10 più avanti nel 2025.

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