Settimana debole per i mercati: tra dazi, maxi-piano tedesco e BCE

Francoforte la palma di top performer grazie al maxi-piano su difesa e infrastrutture

Pubblicato: 7 Marzo 2025 18:56

QuiFinanza

Redazione

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Si chiude una settimana all’insegna della debolezza per i mercati finanziari mondiali, da un lato all’altro dell’oceano, con la Borsa di Francoforte che ha beneficiato della creazione di un fondo speciale per le infrastrutture da 500 miliardi di euro per rafforzare difesa ed economia del Paese. L’attenzione degli investitori si è focalizzata anche sul meeting della BCE e sullo slittamento dei dazi USA sulle auto per Canada e Messico, che ha attenuato i timori di una aspra guerra commerciale globale.

BCE: potrebbe essere l’ultimo taglio?

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento, come atteso dagli analisti. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025. Francoforte afferma che “il processo disinflazionistico è ben avviato” e che “l’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti e le ultime proiezioni sono strettamente in linea con le prospettive di inflazione precedenti”.

La BCE ha cambiato il tono riguardo alla politica restrittiva, affermando che “la politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva”, un’affermazione un po’ più da falco di quanto ci si aspettasse.

Probabilmente è l’ultimo taglio “ben definito”, poiché le opinioni dei funzionari circa il futuro della politica monetaria divergono tra loro, afferma Nicolas Forest, CIO di Candriam. Alcuni policy maker, tra cui Schnabel, si sono espressi a favor di una pausa, sostenendo che i tassi di interesse si stanno avvicinando al livello neutrale e che la politica monetaria è diventata meno restrittiva. Altri prevedono ulteriori tagli dei tassi, citando la crescita economica lenta e l’escalation della guerra commerciale. La Presidente Lagarde rimane dipendente dai dati e rivaluterà la situazione riunione dopo riunione, dato il panorama economico e geopolitico molto complesso.

Guardando alla Federal Reserve si prevede che i dazi avranno un impatto significativo sull’inflazione ed è probabile che i tagli dei tassi della banca centrale americana saranno ostacolati nei prossimi mesi. Nella riunione del 19 marzo, il mercato prevede che la Fed lasci invariato il costo del denaro, ma gli investitori guarderanno anche alle parole del presidente della Fed, Jerome Powell, per avere indicazioni sulla traiettoria della politica monetaria USA.

Posti lavoro USA creati a febbraio sotto attese

Negli Stati Uniti, il rapporto sull’occupazione di febbraio ha deluso le aspettative, con 151.000 nuovi posti di lavoro creati nel settore non agricolo rispetto al mese precedente, a fronte di una previsione degli analisti di 170.000 unità. Si tratta comunque del 50esimo mese consecutivo di crescita dell’occupazione. Il tasso di disoccupazione è salito dal 4% al 4,1%, mentre il consensus prevedeva una conferma al 4%.

In Europa, gli ordini industriali tedeschi sono diminuiti del 7% a gennaio rispetto al mese precedente, ben sotto le attese. La produzione industriale in Spagna, nel mese di gennaio, è scesa dell’1% sia su base mensile che annuale, mentre è stato rivisto ancora al rialzo il PIL dell’Eurozona nel 4° trimestre del 2024 (in aumento dello 0,2% su base sequenziale e dell’1,2% su base annuale).

L’euro si rafforza in area 1,08 dollari

Complice anche la debolezza del dollaro, per le incertezze sull’economia USA, si è accentuato, in settimana, il rally dell’euro spingendosi ai massimi dagli inizi dello scorso novembre, nonostante il nuovo taglio dei tassi di interesse di riferimento da parte della BCE. L’impennata dell’euro è avvenuta dopo il balzo dei tassi di mercato sull’obbligazionario pubblico, innescato dall’accordo tra Cdu e Spd, in Germania, per superare i limiti costituzionali sulle spese in deficit. Secondo il Financial Times, si profila il maggior apprezzamento su un bilancio settimanale dal 2009 ad oggi.

Prezzi del petrolio ai minimi dal 2021

Le tensioni dovute alla prospettiva di una guerra commerciale globale, con i nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump negli USA e, le mosse distensive del cartello degli esportatori di petrolio allargato, l’Opec+, che include la Russia, hanno fatto scivolare i prezzi del petrolio ai minimi dal 2021. Otto dei maggiori produttori di oro nero questa settimana, a sorpresa, hanno deciso di non prorogare alcune restrizioni supplementari all’offerta che si erano auto imposti.

La performance settimanale delle borse

La palma dei rialzi, in questa settimana, viene conquistata dalla piazza di Francoforte che porta a casa un progresso del 2% circa. Frazionale la salita di Parigi +0,23% mentre Londra scivola dello 0,87%. Madrid lima lo 0,10% e Milano lo 0,08%. Il finale si prefigura in calo anche per la borsa di Wall Street.

I migliori e peggiori a Piazza Affari

A Piazza Affari, Leonardo porta a casa un rialzo del 10,7%: il titolo ha corso insieme ai big della difesa in Europa, sulle attese per un aumento della spesa. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al termine del vertice di Londra, sull’Ucraina e sulla sicurezza, ha detto che serve “urgentemente riarmare l’Europa”. I leader europei hanno raggiunto un accordo generale sulla necessità di aumentare la spesa per la difesa e le capacità militari. La migliore blue chips è Buzzi (+18,8%) che ha tratto beneficio dal maxi-piano tedesco: il gruppo è infatti il secondo produttore di cemento nel Paese, dopo Heidelberg. Bene, inoltre, Nexi +10% e Campari +8,3%. Tra le banche, fanno bene Unicredit +4,9%, BPER +4% e nel risparmio gestito Fineco con un +7,1%. Dal lato dei ribassi, pesante la discesa di Amplifon -14,8% che ha pubblicato i conti 2024. Giù anche Brunello Cucinelli -10,6% e Saipem -9,5%.

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