Prezzo di petrolio e oro in rally dopo il blitz di Israele in Iran

Il metallo prezioso è risalito oltre i 2.400 dollari l'oncia mentre il petrolio è balzato al di sopra dei 90 dollari al barile sul timore di una escalation del conflitto

Pubblicato: 19 Aprile 2024 10:34

QuiFinanza

Redazione

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Tornano i riflettori sui cosiddetti beni rifugio, dopo la risposta di Israele all’Iran, che si è concretizzata nell’attacco ad una base militare a Esfahan, mentre sembrerebbe che non siano a rischio i siti nucleari. Un blitz che non è stato concordato da Israele con gli Stati Uniti e che ha messo in allarme Teheran, portando alla temporanea chiusura dello spazio aereo.

Ma il contrattacco di Israele non ha lasciato indenni i mercati finanziari, colpendo soprattutto il settore delle commodities, in primi oro e petrolio, e poi anche le borse asiatiche ed europee.

Petrolio, la paura fa 90

Il petrolio è subito balzato in alto alla notizia dell’attacco in Iran, raggiungendo nuovamente un valore di 90 dollari al barile sulla qualità più pregiata del Mare del Nord. Un movimento giustificato dall’importanza che l’Iran ha per il mercato petrolifero, essendo il terzo maggior produttore dell’Opec dopo l’Arabia Saudita e l’Iraq.

Il future sul Brent per consegna giugno 2024 si è spinto sino ad un massimo di 90,75 dollari al barile, per poi sgonfiarsi a 87,62 dollari al barile (+0,59%) quando si è appreso che l’operazione militare non aveva avuto gravi danni e conseguenze. Stesso movimento ha seguito il gregigo statunitense, con il contratto in consegna maggio che è arrivato a 86,28 dollari, per poi assestarsi a 83,32 usd/b (+0,72%).

Oro in rally riaggancia i  2.400 dollari

Anche l’oro è volato nuovamente sopra i 2.400 dollari, nuovo record storico, beneficiando della sua natura di bene rifugio. Il metallo prezioso è arrivato su un massimo di 2.416, 75 dollari ed è poi sceso nuovamente sotto la soglia critica a 2.381,14 Usd.

Un rialzo che va imputato essenzialmente a questioni cautelative, giacché le prospettive di una Fed più austera quest’anno non hanno favorito la prosecuzione del rally del metallo prezioso, con la prospettiva dei tassi “più alti più a lungo”.

Borse nervose in attesa di sviluppi

Dopo la pessima performance dei mercati Asiatici, con Tokyo che ha chiuso in pesante ribasso di circa il 2%, l’avvio delle borse europee non è stato dei migliori.

E sebbene l’allarme si parzialmente rientrato, i mercati si confermano ancora nervosi, in vista anche di un weekend che si prospetta al cardiopalma come quello passato. La Borsa di Milano perde quasi l’1%, tallonata da Francoforte che scivola dello 0,88%, mentre Parigi arretra dello 0,65% e Londra dello 0,59%.

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