Petrolio, Opec+ aumenta produzione a ottobre

L'aumento di produzione di 137 mila barili è inferiore rispetto ai mesi precedenti. I maggiori paesi produttori si riuniranno di nuovo il 5 ottobre

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Redazione

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Nella riunione virtuale di domenica, gli otto paesi OPEC+ (Arabia Saudita, Russia, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Kazakistan, Algeria e Oman) hanno deciso di aumentare la produzione di 137.000 barili al giorno a ottobre, rispetto agli ulteriori aggiustamenti volontari di 1,65 milioni di barili al giorno annunciati nell’aprile 2023, “alla luce delle stabili prospettive economiche globali e degli attuali solidi fondamentali del mercato, come riflesso delle basse scorte di petrolio”, si legge in una nota diffusa dall’organizzazione.

Gli 1,65 milioni di barili al giorno potranno essere restituiti in parte o per intero, in base all’evoluzione delle condizioni di mercato e in modo graduale, precisa l’Opec+.

I paesi continueranno a “monitorare e valutare attentamente le condizioni di mercato” e, nel loro continuo impegno a sostenere la stabilità del mercato, hanno “ribadito l’importanza di adottare un approccio cauto e di mantenere la massima flessibilità per sospendere o annullare gli ulteriori aggiustamenti volontari della produzione, inclusi gli aggiustamenti volontari precedentemente implementati per i 2,2 milioni di barili al giorno annunciati a novembre 2023″.

L’Opec+ si incontrerà di nuovo il 5 ottobre 2025.

Aumento della produzione ma un ritmo più lento

L’OPEC+ ha concordato di aumentare ulteriormente la produzione di petrolio a partire da ottobre, tuttavia rallentando il ritmo degli aumenti rispetto ai mesi precedenti a causa di un previsto indebolimento della domanda globale.

L’aggiustamento della produzione di 137.000 barili al giorno per il mese di ottobre, infatti, è sensibilmente inferiore agli aumenti mensili di circa 555.000 barili al giorno di settembre e agosto e di 411.000 barili al giorno di luglio e giugno.

“I barili possono essere piccoli, ma il messaggio è importante” ha affermato Jorge Leon, analista di Rystad ed ex funzionario dell’OPEC. “L’aumento è meno legato ai volumi e più a un segnale: l’OPEC+ sta dando priorità alla quota di mercato, anche a rischio di prezzi più bassi”.

L’OPEC+ ha “trovato facile aumentare la produzione quando la domanda è cresciuta in estate, ma il vero banco di prova arriverà nel quarto trimestre, con il previsto rallentamento della domanda”, ha affermato Leon.

Indebolimento della domanda globale

Tra i principali segnali di indebolimento della domanda globale, le tendenze stagnanti nel principale importatore, la Cina, e il raffreddamento della crescita statunitense, che potrebbe portare a una domanda di carburante più contenuta.

In particolare, negli Usa, si ricorda che venerdì scorso sono stati deludenti i dati sulle buste paga non agricole, cosa che sta facendo aumentare le scommesse su un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nella riunione del 16-17 settembre.

Quotazioni  in corsa

Dopo che i futures del petrolio Brent e del greggio WTI hanno perso tra il 3% e il 4% la scorsa settimana, in scia ai timori per il rallentamento della domanda globale e il debole Jop Report Usa, oggi i futures del Brent per novembre aumentano dell’1,77% a 66,66 dollari al barile, mentre i futures del greggio West Texas Intermediate per ottobre sono in rialzo dell’1,79% a 62,99 dollari al barile.

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