Un moderato aumento dei prezzi al consumo statunitensi a luglio lascia intatte le possibilità di un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a settembre, con i dazi del presidente Donald Trump che hanno mostrato impatti per lo più modesti finora.
I dati headline
Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, i prezzi al consumo hanno registrato, nel mese di luglio 2025, un aumento dello 0,2% su base mensile, dopo il +0,3% del mese precedente e rispetto al +0,2% atteso dagli analisti.
L’indice relativo all’abitazione è aumentato dello 0,2% a luglio, rappresentando il fattore principale dell’aumento mensile di tutte le voci. L’indice relativo ai prodotti alimentari è rimasto invariato nel corso del mese, con l’indice relativo ai prodotti alimentari fuori casa in aumento dello 0,3% e quello relativo ai prodotti alimentari a casa in calo dello 0,1%. Al contrario, l’indice relativo ai prodotti energetici è sceso dell’1,1% a luglio, mentre l’indice relativo alla benzina è diminuito del 2,2% nel corso del mese.
Su base annua, la crescita dell’inflazione è stata del 2,7%, uguale al mese precedente e meno di quanto atteso dal consensus (+2,8%). L’indice energetico è diminuito dell’1,6% nei 12 mesi terminati a luglio. L’indice alimentare è aumentato del 2,9% nell’ultimo anno.
I dati core
Il “core” rate, ossia l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia, più osservato dalla Fed, ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile, (+0,3% stimato dal mercato), dopo il +0,2% del mese precedente.
La crescita tendenziale si attesta al +3,1%, sopra il 3% del consensus e dopo il +2,9% rilevato a giugno.
I cambio al Bureau of Labor Statistics
Il rapporto sull’inflazione di luglio è la prima importante pubblicazione di dati da parte del Bureau of Labor Statistics da quando Trump ha licenziato la presidente dopo un rapporto sull’occupazione inferiore alle aspettative. Trump ha affermato, senza prove, che Erika McEntarfer, a capo dell’agenzia dal 2024, aveva “manipolato” i dati federali sulle assunzioni per danneggiarlo politicamente.
Ieri, Trump ha annunciato la sua decisione di nominare E.J. Antoni, economista della conservatrice Heritage Foundation che in passato aveva criticato il B.L.S., a capo dell’agenzia.