Si è chiuso con un mega flop il vertice dell’Opec+, la formulazione allargata del cartello che include anche la Russia, dopo una serie di giornate di incertezza sulla possibilità di trovare un accordo sui tagli aggiuntivi rispetto a quelli volontari precedentemente annunciati da alcuni Paesi.
Il giallo sul comunicato finale
Il meeting dell’Opec+ questa volta era già partito all’insegna dell’incertezza, con una doppia convocazione – la data originaria il 26 novembre poi rinviata al 30 novembre – e si è chiuso addirittura con un doppio comunicato finale: il primo criptico, il secondo chiarificatore.
Mentre sul mercato di vociferava ancora di un accordo per un taglio aggiuntivo di 1 milione di barili (uno in più rispetto ai tagli volontari già decisi da alcuni Paesi), un primo comunicato dell’Opec non faceva altro che annunciare il benvenuto al Brasile, unica grande novità di questa riunione, e le quote spettanti ad alcuni Paesi africani (Angola, Nigeria e Congo). Ci è voluto un secondo comunicato finale per chiarire che i tagli “aggiuntivi” non ci sarebbero stati e che l’unica certezza erano i tagli volontari
La decisione di implementare solo i tagli volontari
L’OPEC+ ha dunque confermato di voler implementare ulteriori tagli volontari per un totale di 2,2 milioni di barili al giorno, volti a sostenere la stabilità e l’equilibrio dei mercati petroliferi.
I tagli volontari sono annunciati dai seguenti Paesi OPEC+: Arabia Saudita (1 milione barili al giorno); Iraq (223mila barili al giorno); Emirati Arabi Uniti (163mila barili al giorno); Kuwait (135mila barili al giorno); Kazakistan (82mila barili al giorno); Algeria (51mila barili al giorno); Oman (42mila barili al giorno) a partire dal 1° gennaio fino alla fine di marzo 2024.
“Questi tagli volontari – spiega una nota – sono calcolati a partire dal livello di produzione richiesto per il 2024 e si aggiungono ai tagli volontari precedentemente annunciati nell’aprile 2023 e successivamente prorogati fino alla fine del 2024. Successivamente, per sostenere la stabilità del mercato, questi tagli volontari verranno ritirati gradualmente in base alle condizioni di mercato”.
Questi si aggiungeranno all’annunciato taglio volontario da parte della Federazione Russa di 500mila barili al giorno per lo stesso periodo (dal 1° gennaio fino alla fine di marzo 2024), che sarà ricavato dai livelli medi di esportazioni dei mesi di maggio e giugno del 2023, e sarà composto da 300mila barili al giorno di greggio e 200mila barili al giorno di prodotti raffinati.
La reazione violenta del mercato
Il mercato qualche cosa doveva averlo capito, perché mentre circolavano voci di un accordo sui tagli “aggiuntivi”, le quotazioni del greggio anziché salire, colavano a picco. Il petrolio Brent è così scivolato del 3% arrivando a 80,43 dollari al barile, mentre il future sul Light crude, il greggio nordamericano, è caduto a 75,70 dollari al barile, anch’esso in calo del 3% circa.