La Banca Popolare di Sondrio volta pagina: dopo decenni di gestione radicata nella tradizione valtellinese, l’istituto di credito entra ora in una nuova fase con la regia di Bper Banca, azionista di controllo con l’80,7% del capitale.
Al centro del cambiamento c’è Elvio Sonnino, nominato consigliere delegato, o amministratore delegato. Il manager di lungo corso nell’ambito del credito avrà il compito di traghettare la Popolare di Sondrio verso l’integrazione prevista entro il 2026.
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Chi è Elvio Sonnino
Classe 1964, Elvio Sonnino si è laureato in Economia e Commercio a Bologna. L’esordio professionale avvenne presso la Arthur Andersen Management Consulting, dove rimase fino a diventarne Senior manager.
Negli anni ha costruito il proprio profilo professionale attraversando stagioni cruciali della finanza italiana. Dopo l’esperienza in Ubi Banca, dove si è distinto nella gestione operativa e nei processi di trasformazione interna, è approdato in Bper, ricoprendo il ruolo di vice direttore generale e chief operating officer. In questa veste ha consolidato la reputazione di manager orientato alla razionalizzazione e all’efficienza.
La nuova Banca Popolare di Sondrio
La svolta per Banca Popolare di Sondrio è maturata all’interno del nuovo consiglio di amministrazione eletto dopo l’assemblea dei soci. La regia è affidata ad Andrea Casini, ex Unicredit, nominato presidente, mentre Giuseppe Recchi, manager con trascorsi in grandi gruppi, assume la vicepresidenza. Sonnino diventa così la figura operativa centrale, in assenza sia di un Direttore generale sia di un comitato esecutivo. La struttura snella è segnale della volontà di Bper di accorciare la catena decisionale.
La fine dell’era Pedranzini
Con la nomina di Sonnino si chiude simbolicamente la stagione guidata da Mario Alberto Pedranzini, storico direttore generale e consigliere delegato della Popolare di Sondrio. L’uscita, avvenuta con risoluzione consensuale, segna la fine di un’epoca caratterizzata dalla forte identità territoriale dell’istituto valtellinese. La sfida per Sonnino sarà conciliare questa eredità con le nuove esigenze di un gruppo bancario di scala nazionale.
La fusione con Bper
L’operazione non è solo di governance. L’integrazione prevista per il primo semestre del 2026 ridisegnerà gli equilibri del settore: 6 milioni di clienti, circa 2.000 filiali, oltre 400 miliardi di euro tra impieghi, raccolta e attività gestite. Un gigante che punta a collocarsi stabilmente dietro Intesa Sanpaolo e Unicredit, accanto a Crédit Agricole, Mps e Banco Bpm.
Per Sonnino, la sfida non sarà solo industriale ma culturale: dovrà garantire continuità al rapporto di fiducia con i territori, che da sempre rappresentano la cifra distintiva della Popolare di Sondrio, senza sacrificare le efficienze e le sinergie necessarie per competere nel mercato nazionale.
Le opportunità sono chiare: maggiore solidità patrimoniale, capacità di investimento, possibilità di attrarre nuova clientela. Ma restano aperte le criticità: timori per l’occupazione, riduzione dei presìdi locali, rischio di perdita di identità. In questo contesto, la leadership di Sonnino diventa il perno attorno a cui si gioca l’equilibrio tra tradizione e trasformazione.
La nomina di Sonnino non è casuale. Manager di scuola industriale, con esperienza sia nella ristrutturazione che nello sviluppo, rappresenta una figura di continuità con la strategia Bper ma al tempo stesso di innovazione rispetto al modello Popolare di Sondrio. Nei prossimi mesi, i dossier più delicati sul suo tavolo riguarderanno:
- la governance interna;
- la razionalizzazione della rete;
- la gestione del personale;
- la comunicazione verso i territori.