A tre anni dall’inizio dell’aumento dei tassi di interesse, i casi di stress nel mondo del credito si moltiplicano. Come posizionarsi in questo contesto? Lo spiega Giacomo Calef, Country Head Italia di NS Partners sottolineando che lo scorso settembre, a tre anni dall’inizio del massiccio ciclo di aumento dei tassi da parte della FED, sono comparse le prime crepe nell’economia americana. Tricolore e First Brands hanno all’improvviso presentato istanza di fallimento, causando perdite per centinaia di milioni di dollari, se non miliardi, ai loro creditori. Tra questi c’erano importanti investitori, tra cui JP Morgan. Il suo CEO, Jamie Dimon, ha fatto notizia con una metafora diventata virale: “Quando vedi uno scarafaggio, probabilmente ce ne sono altri”, riferendosi ai recenti sviluppi nel settore del credito.
Crisi credito, come posizionarsi?
A ottobre è stata la volta di due banche regionali (Zions Bancorp e Western Alliance Bancorp) a cadere vittime di una potenziale frode nel mercato dei mutui commerciali. Sebbene le perdite per questi due istituti ammontino “solo” a decine di milioni di dollari, l’impatto è più significativo data la dimensione ridotta dei loro bilanci. In scia a questi casi apparentemente isolati, la fiducia nel sistema finanziario è stata messa a dura prova: le 74 maggiori banche del Paese hanno bruciato complessivamente 100 miliardi di dollari di capitalizzazione, segnalando un potenziale rallentamento dell’economia.
I gestori di credito privato non sono tutti uguali
Subito si è incolpato il mercato del credito privato, che ha vissuto una fase di grande vivacità negli ultimi anni. Ma in questo settore, non tutti i gestori sono uguali. Mentre alcuni player devono fare i conti con perdite significative, altri sono rimasti finora indenni.
In un contesto simile, risulta fondamentale prestare massima attenzione nella selezione del gestore di credito privato: le differenze di performance tra il quartile superiore e quello inferiore possono infatti essere significative. Particolarmente importante appare privilegiare i gestori con track record più lunghi, quelli cioè che hanno attraversato diversi cicli di credito, rispetto a quelli che hanno semplicemente cavalcato l’onda positiva di questa asset class negli ultimi anni. E se non si è in grado di farlo da soli, è essenziale affidarsi a una società di investimento che sappia identificare i migliori talenti del settore. I gestori migliori, ad esempio, sono in grado di distinguere meglio tra emittenti resilienti e quelli con un profilo di credito più debole a causa di un indebitamento eccessivo, modelli di business a rischio di disruption da parte dell’intelligenza artificiale o altre caratteristiche che potrebbero sfuggire a un occhio meno esperto.
Alternative al credito convenzionale e diversificazione
Sebbene a prima vista possano destare preoccupazione, gli eventi recenti potrebbero presentare enormi opportunità. I gestori di credito long-short, ad esempio, potrebbero riuscire a distinguersi. Anche in questo caso, è essenziale una selezione rigorosa dei gestori, soprattutto dati gli elevati livelli di leva finanziaria di questo tipo di strategia.
Per coloro che desiderano evitare del tutto l’esposizione al credito societario e privato, esistono ancora alcune alternative interessanti che offrono rendimenti simili con diversi tipi di rischio. I “cat bond” (obbligazioni catastrofali), ad esempio, offrono una decorrelazione totale dal mercato del credito, essendo esposti invece a catastrofi naturali come uragani o terremoti. Infine, il debito dei mercati emergenti in valuta locale, dopo un inizio d’anno stellare, continua a offrire rendimenti favolosi, grazie agli alti tassi di interesse reali e alle valutazioni fondamentali interessanti delle valute locali rispetto al dollaro.
Pertanto, nell’attuale contesto, la selezione dei gestori rimane un fattore chiave, ma non l’unico. Anche la capacità di identificare alternative al credito convenzionale e di costruire portafogli diversificati tra diverse fonti di rischio gioca un ruolo fondamentale.