Mercato immobiliare: settimana contrastata in attesa Fed e BCE

Riflettori su quello che è successo durante l'ultima settimana nel comparto immobiliare, partendo dalle aziende quotate a Piazza Affari e dai dati di settore

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Redazione

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Si chiude una settimana contrastata per i titoli del comparto immobiliare, quotati a Piazza Affari e, in Europa. L’attenzione degli investitori si è rivolta alla stagione delle trimestrali entrata nel vivo da una sponda all’altra dell’Atlantico, mentre sullo sfondo restano le tensioni geopolitiche e commerciali, dopo le nuove minacce di strette sulle esportazioni di software alla Cina avanzate dal Presidente americano, Donald Trump. Intanto prosegue lo shutdown negli Stati Uniti, ovvero il blocco delle attività amministrative, che lascia gli investitori al buio sullo scenario economico del Paese mentre ragionano sulle prossime mosse di politica monetaria della Federal Reserve, priva di alcune indicazioni macroeconomiche, che si riunirà la prossima settimana. Prevista durante l’ottava anche le riunioni della BCE e della Bank of Japan. L’inflazione ha accelerato in Giappone, nel mese di settembre, per la prima volta in quattro mesi. Il trend dei prezzi sarà uno dei principali elementi al centro della riunione di due giorni della BoJ, con il board chiamato a decidere sui tassi che pubblicherà anche le nuove previsioni trimestrali su crescita e inflazione.

Banche centrali divergenti

Le due banche centrali come detto saranno le protagoniste assolute della prossima settimana. La prima ad iniziare è la Fed, con la due giorni del FOMC in calendario il 28-29 ottobre, la seconda è la BCE con il consiglio direttivo che si riunirà il 30 ottobre in trasferta a Firenze. Le politiche monetarie dei due istituti centrali viaggiano su binari differenti: la banca guidata da Jerome Powell sembrerebbe pronta ad annunciare un nuovo taglio del costo del denaro, il secondo dell’anno, dopo quello di settembre, mentre per la banca di Francoforte le aspettative sono di tassi ancora fermi.

L’andamento del settore in Borsa

Il settore immobiliare sulla piazza milanese ha chiuso l’ottava sotto la parità con l’indice FTSE Italia All Share Real Estate che perde il 2,4%. Bene, invece, l’andamento del comparto, a livello europeo, con l’indice Stoxx 600 Real Estate che guadagna lo 0,4%.

I titoli immobiliari quotati a Milano

Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, Next Re è la peggiore e scivola del 4,5%. Giù del 3% Brioschi, mentre Gabetti e Risanamento perdono il 2% circa. Giù anche IGD con un -2%. Abitare IN limita la discesa allo 0,4%.

I dati macroeconomici

Continuano a calare le domande di mutuo negli Stati Uniti. Nella settimana al 17 ottobre, l’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra un decremento dello 0,3%, dopo il -1,8% registrato la settimana precedente. L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è salito del 3,99%, mentre quello relativo alle nuove domande è diminuito dello 0,3%. La Mortgage Bankers Associations (MBA), ha indicato che i tassi sui mutui trentennali sono scesi al 6,37% dal 6,42% precedente.

Segnali positivi giungono dal mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a settembre un incremento dell’1,5% su base mensile. Secondo l’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), sono state vendute 4,06 milioni di abitazioni, in linea con le attese, rispetto ai 4,00 milioni di agosto. Su base annua, le vendite sono aumentate del 4,1%.

Studi di settore

Nei primi 9 mesi dell’anno l’andamento della domanda di mutui delle famiglie italiane ha subito una forte crescita, con il numero delle interrogazioni che segna un +16,4%. Nel singolo mese di settembre, la domanda segna un +7,6% e si registra il picco massimo a gennaio con quasi un +27% (Fonte: il Sistema di Informazioni Creditizie EURISC). È quanto emerge dal Barometro CRIF. Per analizzare il dato nella sua interezza, osserviamo che nel primo semestre dell’anno il fenomeno delle surroghe registra un +46,2%, e i nuovi mutui erogati crescono in doppia cifra, con un +16,2%. Nel terzo trimestre 2025, l’importo medio richiesto subisce un aumento del 4,3%, con un valore complessivo di 152.720 euro; lo stesso trend lo registriamo anche nel singolo mese di settembre con un +6,1% e un valore di 156.353 euro. Per quanto riguarda la distribuzione per fascia di importo, nei primi nove mesi del 2025 le richieste di mutuo per importi compresi tra 100.000 e 150.000 euro restano ancora la soluzione preferita dalle famiglie italiane (31,0% del totale) seguita da quella successiva 150.001-300.000 (30,6%). Se analizziamo la fascia di età, invece, emerge che i richiedenti tra i 25 e i 44 anni sono il 63% del totale, mentre il 31,5% è composto dai 45-64 anni. Infine, quasi un mutuo su due ha un piano di rimborso superiore ai 25 anni, ne consegue che la scelta preferita dalle famiglie rimane quella dei finanziamenti dilazionati nel tempo per non appesantire il bilancio familiare; a maggior ragione in tempi dove l’inflazione spinge verso l’alto il costo della vita.

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