Borse, futuro Fed: attesa nuovo presidente e probabile taglio tassi

Settimana finanziaria dominata dalle mosse della Fed mentre i dati macro USA mostrano inflazione stabile e mercato del lavoro debole.

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Redazione

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Anche questa settimana l’attenzione dei mercati finanziari è stata focalizzata dalla Federal Reserve dopo che il presidente Trump ha annunciato di aver già deciso chi sarà il prossimo presidente della Banca centrale americana. Anche se il presidente Usa non ha fatto nomi, con ogni probabilità sarà il consigliere economico Kevin Hassett che con lui condivide una netta preferenza per una campagna aggressiva di tagli dei tassi di interesse. La Fed è rimasta sotto i riflettori però anche perché è sempre più vicina la riunione di dicembre: il mercato sta già scontando un taglio di 25 punti base, soprattutto dopo che i dati macroeconomici hanno certificato un’inflazione stabile ma un mercato del lavoro debole.

 

Il quadro macroeconomico

I dati macroeconomici statunitensi pubblicati dal Bureau of Economic Analysis (BEA) mostrano a settembre una crescita in linea con le attese: i consumi personali (PCE) avanzano dello 0,3%, mentre i redditi personali aumentano dello 0,4%, superando le stime (+0,3%). L’inflazione core misurata dal PCE price index core segna un incremento dello 0,2%su mese e del 2,8% su anno, leggermente inferiore al consensus (+2,9%). Dal rapporto della società di outplacement Challenger, Gray & Christmas emerge che a novembre i datori di lavoro statunitensi hanno annunciato 71.321 tagli di posti di lavoro, +24% su base annua ma in diminuzione del 53% rispetto a ottobre. Da inizio anno i licenziamenti raggiungono 1,17 milioni, trainati da telecomunicazioni e tecnologia. Sul mercato del lavoro, secondo il Dipartimento del Lavoro USA, le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione scendono a 191.000, minimo dal 2022, mentre la media a quattro settimane cala a 214.750 unità. In Europa, i dati flash di Eurostat mostrano un’inflazione dell’Eurozona in risalita al 2,2% annuo a novembre, mentre il PIL dell’area euro cresce dello 0,3% nel terzo trimestre. L’occupazione aumenta dello 0,2%, con forti differenze tra Paesi e segnali di produttività moderatamente in miglioramento.

 

La seduta odiena

Lo spread tra BTP e Bund resta fermo a 70 punti base per il terzo giorno consecutivo, ai minimi dal 2009. Il rendimento del BTP decennale benchmark è indicato in leggero rialzo al 3,48 per cento (dal 3,47% della vigilia), il BTP decennale registra un rendimento del 3,49%. Tra i mercati del Vecchio Continente Francoforte avanza dello 0,61%, deludente Londra, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia, e sostanzialmente invariato Parigi, che riporta un moderato -0,09%. Chiusura poco sotto la parità per la Borsa di Milano (-0,2%), con il FTSE MIB che si attesta a 43.433 punti. Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, buona performance per DiaSorin, che cresce del 3,60%. Sostenuta Amplifon, con un discreto guadagno del 3,46%. Buoni spunti su Stellantis, che ha mostrato un vantaggio del 2,26%. Ben impostata anche Brunello Cucinelli, che ha registrato un incremento del 2,02%. Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Mediobanca, che ha terminato le contrattazioni a -1,84%. Vendite su ENI, che ha registrato un ribasso dell’1,52%.

 

I titoli della settimana

Settimana brillante per Stellantis che grazie alla promozione degli analisti ha sfiorato un +13% questa settimana. DZ Bank ha migliorato a “Buy” da “Sell” la raccomandazione sul titolo con un target price aumentato a 13 euro per azione dai precedenti 7,50 euro. Il gruppo automobilistico ha goduto anche dello slancio offerto dai più bassi standard di efficienza dei consumi per le auto negli Usa decisi da Donald Trump, che ha di fatto cancellato quelli fissati dalla presidenza Biden.

Settimana positiva anche per STMicroelectronics (+12,8%) che ha sfruttato il sentiment positivo sul settore dei semiconduttori dopo che diversi operatori hanno previsto una ripresa della domanda, in particolare nei segmenti automotive e industrial.

Ancora in perdita invece questa settimana il titolo di Banca Monte dei Paschi di Siena (-8,3%) che continua a scontare le conseguenze dell’indagine della Procura di Milano su un presunto patto parasociale occulto legato al tentativo di scalata a Mediobanca da parte di figure vicine a MPS, tra cui l’amministratore delegato di MPS Luigi Lovaglio, e i soci di Mediobanca Francesco Gaetano Caltagirone e il presidente di Delfin, Francesco Milleri.

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