La view di S&P Global Ratings sul settore bancario globale rimane stabile, con un’ampia stabilità dei rating prevista per il 2026.
Come emerge dal recentissimo Global Banks Outlook 2026, al 31 ottobre 2025, l’85% delle banche da valutate da S&P aveva un outlook stabile. “Questa stabilità si riflette anche nelle nostre valutazioni del rischio paese del settore bancario (BICRA) negli 88 sistemi bancari che valutiamo a livello globale. A fine ottobre, l’89% delle nostre BICRA indicava tendenze stabili per il rischio economico e il rischio di settore dei sistemi bancari”, evidenziano gli analisti.
Le banche, ricorda S&P, operano in un periodo di volatilità, in cui “decisioni politiche significative e conflitti regionali potrebbero perturbare i mercati finanziari e cambiare rapidamente il contesto economico”.
E sebbene gli analisti prevedano che “il settore bancario si adatterà bene a eventuali impatti di secondo ordine derivanti dall’aumento dei dazi commerciali globali e dai conflitti regionali”, i “rischi per il nostro livello di riferimento rimangono orientati al ribasso“.
I principali rischi al ribasso per i rating bancari
Ad avviso di S&P sono quattro i principali rischi al ribasso per il settore bancario globale.
Anzitutto, “l’escalation dei rischi geopolitici“, come la guerra tra Russia e Ucraina e i conflitti in Medio Oriente; in secondo luogo, una “ricaduta più forte del previsto degli shock tariffari sull’economia reale e sui mercati finanziari”.
A ciò si aggiunge il rischio di “un indebolimento del contesto normativo bancario che limiterebbe l’efficacia dell’azione di vigilanza o un coordinamento globale più debole in periodi di stress; oppure rischi che continuino a migrare dal sistema bancario verso attori non bancari”.
Infine, rischi in evoluzione, tra cui nuove tecnologie (come l’intelligenza artificiale generativa), digitalizzazione, cybersecurity e cambiamenti climatici, che “potrebbero ampliare la differenziazione del credito, dato che l’adattamento a tali cambiamenti potrebbe essere positivo o negativo”.
S&P prevede che la “divergenza del credito aumenterà nel tempo. Nel frattempo, solidi parametri finanziari bancari, tra cui qualità degli attivi, redditività e finanziamenti, e condizioni di mercato favorevoli rimangono fattori trainanti”.
Il contesto italiano
Secondo S&P le condizioni economiche potrebbero migliorare leggermente nel 2026. “Prevediamo che il PIL italiano crescerà dello 0,8% sia nel 2026 che nel 2027, sostenuto dall’effetto della spesa pubblica per investimenti finanziata dall’UE. Insieme alla solidità del mercato del lavoro e delle imprese, questo dovrebbe sostenere la resilienza del merito creditizio del settore privato. L’impatto negativo dei dazi statunitensi e l’incertezza del commercio globale rappresentano i principali rischi”.
La capacità di generare profitti delle banche dovrebbe rimanere solida, hanno evidenziato gli analisti che prevedono che il “ritorno sul capitale proprio (ROE) rimarrà probabilmente superiore al costo del capitale proprio. La riduzione della frammentazione, il predominio di istituti più grandi e modelli di business più agili contribuiranno a questo risultato. La diversificazione dei ricavi e l’efficienza dei costi aiuteranno le banche a compensare il probabile ulteriore calo del margine di interesse netto nel 2026, come accaduto nel 2025″.