Armi, l’Italia tra i primi 10 esportatori al mondo con un +138% delle vendite in 5 anni

Gli Stati Uniti dominano con il 43% dell’export globale, seguiti da Francia e Russia. L’Italia supera Regno Unito e Cina e si piazza al sesto posto

Pubblicato: 10 Marzo 2025 17:55

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Chi esporta più armi nel mondo? Secondo l’ultimo rapporto del Stockholm international peace research institute (Sipri), pubblicato a marzo 2025, l’Italia è salita al sesto posto tra i maggiori esportatori di armi pesanti a livello mondiale. Nel quinquennio 2020-2024, il nostro Paese ha registrato un aumento del 138% nelle vendite rispetto al periodo 2015-2019. Oggi rappresentiamo il 4,8% dell’export globale di armamenti, superando storici competitor come il Regno Unito.

Il boom delle esportazioni italiane di armi si inserisce in un contesto geopolitico segnato dal riarmo globale. Con la guerra in Ucraina e l’aumento delle tensioni in Asia e Medio Oriente, il mercato delle armi ha visto crescere la domanda soprattutto in Europa e in Nord America. E mentre gli Stati Uniti consolidano il loro primato come primo esportatore mondiale (con una quota del 43%), l’Italia si ritaglia un ruolo sempre più centrale, in particolare nei rapporti commerciali con Paesi del Medio Oriente, come Qatar, Egitto e Kuwait.

Chi vende più armi nel mondo

Il nuovo rapporto pubblicato dal Stockholm international peace research institute (Sipri) fa luce su un trend che era nell’aria: il mondo non ha mai smesso di armarsi, anzi. Tra il 2020 e il 2024, le esportazioni globali di armi pesanti sono rimaste pressoché stabili rispetto al decennio precedente, ma il panorama dei grandi player è cambiato.

Gli Stati Uniti rafforzano il loro ruolo da leader, coprendo ben il 43% delle esportazioni mondiali e vendendo sistemi d’arma a 107 Stati. La Francia, invece, ha scalato la classifica, piazzandosi al secondo posto con il 9,6% delle esportazioni, mentre la Russia è scesa al terzo posto, con un crollo del 64% nelle sue vendite.

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A trainare questo riarmo planetario è soprattutto il conflitto in Ucraina. Kiev è oggi il maggiore importatore di armamenti al mondo, con l’8,8% del totale globale. Dopo l’invasione russa del 2022, almeno 35 Paesi hanno inviato armi all’Ucraina, con Usa, Germania e Polonia tra i principali fornitori. Ma non è solo l’Europa a rimpinguare i propri arsenali. Anche il Medio Oriente resta uno dei mercati più affamati di armi, con Qatar, Arabia Saudita, Egitto e Kuwait ai vertici degli importatori. In calo, invece, l’Asia, dove Paesi come Cina, Taiwan e Corea del Sud hanno ridotto sensibilmente gli acquisti, preferendo lo sviluppo interno di sistemi d’arma.

L’Italia tra i primi sei esportatori

E l’Italia? Qui arriva la sorpresa. Il nostro Paese si è guadagnato un ruolo, sedendosi al sesto posto mondiale tra gli esportatori di armi pesanti, superando Regno Unito e Israele. Tra il 2015-2019 e il 2020-2024, le esportazioni italiane sono cresciute del 138%, la crescita più alta registrata da qualsiasi altro Paese nella top ten.

Attualmente, l’Italia copre il 4,8% dell’export globale di armamenti. Le nostre vendite si concentrano in particolare nel Medio Oriente, una regione che continua ad acquistare in grande stile: siamo il secondo Paese per esportazioni nella zona dopo gli Stati Uniti, con una quota del 13% delle forniture complessive.

Cosa vendiamo:

Paesi come Qatar, Egitto e Kuwait sono tra i maggiori acquirenti delle nostre armi: solo verso il Qatar è andato il 28% delle nostre vendite, mentre Egitto e Kuwait si sono spartiti il 18% a testa.

Aumenta la dipendenza dagli Stati Uniti

Se l’Italia esporta, l’Europa importa. E lo fa più che mai. Secondo il rapporto Sipri, le importazioni di armi da parte dei membri europei della Nato sono più che raddoppiate (+105%) tra il 2015-2019 e il 2020-2024. A dominare come fornitore ci sono ancora una volta gli Stati Uniti, che coprono il 64% delle esportazioni verso l’Europa.

Dietro agli Usa, tra i principali fornitori europei, troviamo la Francia, la Corea del Sud, la Germania e Israele. I Paesi europei, infatti, spinti dalle tensioni con la Russia e dalla guerra in Ucraina, hanno rafforzato il legame transatlantico in ambito militare. Nonostante la volontà di ridurre la dipendenza dagli Usa, la realtà è che i partner Nato hanno ordinato quasi 500 caccia da combattimento agli americani, insieme a una lunga lista di armamenti avanzati.

Come ha spiegato Pieter Wezeman del Sipri:

Il legame tra Europa e USA nel settore della difesa ha radici profonde. Nonostante tutto, è lì che si continua ad andare a cercare armi.

Le nuove rotte delle armi

Il Medio Oriente resta un mercato chiave per le armi pesanti. Anche se le importazioni nell’area sono diminuite del 20%, quattro Paesi della regione sono ancora tra i primi dieci acquirenti globali:

Più della metà delle importazioni arriva dagli Stati Uniti (52%), seguiti da Italia (13%), Francia e Germania. L’Italia si conferma così uno dei player più attivi nell’area, con forniture che includono sistemi missilistici, aerei da combattimento e navi da guerra.

In Asia, invece, il panorama si è evoluto. La Cina ha ridotto del 64% le importazioni di armi, puntando sull’autosufficienza industriale. Al contrario, Pakistan e Giappone hanno aumentato gli acquisti (+61% e +93%), con il Giappone in particolare che si prepara a un riarmo definito “senza precedenti” dal secondo dopoguerra dagli analisti di Sipri. Quindi nonostante i riflettori restino puntati sull’Europa e il Medio Oriente, l’area dell’Asia e Oceania rimane la più grande importatrice di armi al mondo.

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