Altro passo in avanti della Banca Centrale Europea (Bce) verso la creazione dell’euro digitale. Sono state infatti selezionate le aziende che svilupperanno l’infrastruttura tecnologica del futuro euro digitale. Tra queste anche le italiane Almaviva e Fabrick, che si sono aggiudicate l’appalto principale per lo sviluppo dell’app ufficiale e del kit per gli sviluppatori. Il contratto ha un valore potenziale di 153 milioni di euro. Tra le aziende c’è anche Nexi, in partnership con Giesecke+Devrient per le transazioni offline.
Indice
Le altre società selezionate
Oltre ad Almaviva e Fabrick, gli altri lotti sono stati assegnati a:
- Sapient Tremend (Germania/Romania) per il tracciamento dati;
- Fedzai (Portogallo) per la gestione dei rischi e delle frodi;
- Giesecke+Devrient (Germania), in collaborazione con l’italiana Nexi, per la modalità offline;
- Senacor (Germania) per il sistema di sicurezza.
Il bando era riservato alle imprese europee. “Siamo orgogliosi di contribuire allo sviluppo di una parte così importante dell’infrastruttura per l’euro digitale”, ha detto Renato Martini, digital banking solutions director di Nexi.
Come sarà l’euro digitale
L’euro digitale non sarà una criptovaluta speculativa, ma l’equivalente elettronico del contante, emesso direttamente dalla Bce. L’obiettivo è offrire ai cittadini un metodo di pagamento universale, sicuro e istantaneo per l’intera area euro.
Per l’istituto guidato da Christine Lagarde, questo progetto ha anche un forte valore strategico: ridurre la dipendenza dell’Europa dai colossi americani dei pagamenti, come Visa e Mastercard, rafforzando l’autonomia finanziaria del continente.
Come funzionerà l’app
L’app sarà accessibile via smartphone, tablet o smartwatch e sarà uguale per ogni Paese dell’Ue. Non solo, ma l’applicazione potrà essere usata per pagamenti tra privati, online e nei negozi fisici. Sarà possibile utilizzarla per:
- pagamenti in negozi fisici;
- acquisti online;
- transazioni tra privati (P2P).
L’obiettivo è garantire un sistema semplice, sicuro e accessibile per tutti, direttamente dalla Banca Centrale Europea. Oltre all’interfaccia utente, il compito delle aziende italiane è ancora più cruciale: costruire l’infrastruttura “aperta” che farà funzionare l’intero sistema. Grazie a kit di sviluppo (SDK) e API dedicate, tutti i Payment Service Provider (PSP) europei potranno integrare in modo fluido i propri servizi nella piattaforma dell’euro digitale. Questo garantirà l’interoperabilità, permettendo a banche e istituti finanziari di connettersi agevolmente al nuovo sistema di pagamento.
Almaviva e Fabrick, in una nota, affermano:
L’euro digitale rappresenta un ulteriore passo verso la coesione europea, rafforzando l’autonomia strategica e la sovranità monetaria dell’area dell’euro, migliorando l’efficienza dell’intero ecosistema dei pagamenti, promuovendo l’innovazione e aumentando la resilienza contro attacchi cibernetici o eventuali interruzioni tecniche.
I tempi e il valore del contratto
La fase preparatoria del progetto, avviata nel novembre 2023, si concluderà il prossimo 31 ottobre, lasciando il posto alla vera e propria fase di realizzazione. I dettagli finali saranno definiti solo dopo l’approvazione del regolamento da parte del Parlamento Europeo, attesa per metà 2026. Considerando i tempi legislativi e tecnici, il debutto dell’euro digitale è previsto tra la fine del 2028 e l’inizio del 2029.
Il contratto, assegnato tramite un bando riservato a imprese europee, ha una durata iniziale di 4 anni, con possibili proroghe fino a un massimo di 10. I primi 2 anni saranno concentrati sullo sviluppo del Digital Euro e rilascio graduale dei vari casi d’uso, mentre i successivi due anni saranno utili per il completamento dello sviluppo e fase di esercizio stabile.
Eventuali proroghe serviranno per affinare le funzionalità, gestire la crescita degli utenti e assicurare supporto e manutenzione. Il valore massimo del contratto quadro è di circa 153 milioni di euro.