Come annunciato durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2022, ci sono due fronti sui quali la maggioranza di centrodestra che sostiene Giorgia Meloni è intervenuta per modificare il sistema relativo al Reddito di cittadinanza. Il primo aspetto che il governo ha voluto rivedere è quello sulla platea dei beneficiari: la stretta introdotta dall’esecutivo nella scorsa legge di Bilancio ha portato ad una netta diminuzione dei cittadini destinatari dell’assegno, con la conseguente decadenza del diritto per tutti i cosiddetti soggetti occupabili (che lo scorso luglio hanno ricevuto il tanto vituperato SMS di avviso sul proprio cellulare).
In parallelo, i tecnici del ministero dell’Economia – in collaborazione con il dicastero della Difesa che gestisce e organizza i tanti reparti delle Forze armate attive nel nostro Paese – hanno messo a punto un “kit di strumenti” per individuare e punire quei cittadini che hanno approfittato delle maglie larghe dell’incentivo in questi anni. In particolare, nel mirino sono finiti i cosiddetti “furbetti del Reddito” che, dal 2019 ad oggi, sono riusciti ad incassare la cifra prevista della normativa pur senza avere i requisiti necessari indicati dalla legge.
Controlli a tappeto contro i furbetti del Reddito: la stretta antifrode del governo
Un segno tangibile del nuovo corso per combattere gli abusi sul Reddito di cittadinanza lo si è avuto giusto qualche giorno fa, quando all’aeroporto milanese di Linate è andata in scena una delle operazioni più importanti realizzate dalla Guardia di Finanza negli ultimi tempi. Dopo mesi di indagini e fitti controlli telefonici, le Fiamme Gialle hanno fermato ben 39 individui – tutti immigrati di nazionalità egiziana – sospettati di aver agito in maniera fraudolenta nei confronti dello Stato.
Nonostante gli indizi nei loro confronti non lasciassero spazio ad alcun dubbio sulla presunta attività illecita, era comunque difficile immaginare che i soggetti attenzionati potessero essere colti sul fatto in maniera tanto eclatante. Infatti, una volta posti in stato di fermo, i cittadini africani hanno dovuto aprire i loro bagagli sotto gli occhi degli agenti, mostrando quanto grande fosse la loro “refurtiva”.
Borse, zaini e valigie imbottite di banconote, denaro nascondo nei doppifondi, addirittura una tasca con cerniera ricavata all’interno di una cintura e riempita di contanti. Un totale recuperato di circa 450mila euro che i 39 individui – tutti percettori del Reddito di cittadinanza senza averne alcun requisito – stavano provando a portare nel proprio Paese di origine.
Guardia di Finanza e cash dog per bloccare gli illeciti sul Reddito di cittadinanza
Ad agevolare il compito della Guardia di Finanza presente all’interno dello scalo aeroportuale ci hanno pensato i cosiddetti cash dog, animali istruiti proprio per andare alla caccia di denaro e banconote. Stiamo parlando delle unità cinofile il cui olfatto è stato addestrato con appositi corsi di formazione e sensibilizzazione per rinvenire i contanti ammassati nei contenitori da viaggio di chi intende trasportarli all’estero.
A distanza di poche ore dall’intervento dei cani e degli agenti, le verifiche effettuate a livello informatico hanno potuto aggiungere altri dettagli sul quadro di illeciti orchestrato dai trasgressori. Le loro richieste per ottenere il beneficio economico erano state ordite con anomalie di ogni tipo: le più frequenti erano le false dichiarazioni sul proprio status patrimoniale – da cui venivano escluse proprietà di case e appartamenti nell’hinterland di Milano – e l’errata comunicazione dei componenti del proprio nucleo familiare, con l’aggiunta di soggetti anziani o invalidi non esistenti.