Dal primo luglio 2025, il circuito Bancomat inaugurerà un nuovo corso con l’introduzione di tariffe rinnovate, pronte a ridefinire le dinamiche dei pagamenti elettronici in Italia. Il listino, aggiornato dopo oltre due anni, è già stato comunicato a banche e intermediari, suscitando attenzione e aspettative tra gli addetti ai lavori. Ma vediamo cosa cambia e quali saranno le conseguenze per i consumatori.
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Tariffe calibrate per ogni acquisto
La vera innovazione sta nell’introduzione di una struttura tariffaria proporzionata al valore delle transazioni. Una colazione al bar comporterà costi inferiori rispetto all’acquisto di beni di lusso. Questo approccio punta a sostenere i commercianti con margini ridotti, pur generando ricavi più consistenti per acquisti di fascia alta. La strategia include anche l’integrazione con servizi digitali avanzati, come Apple Pay e Amazon, con l’obiettivo di rendere il circuito competitivo su scala globale.
Oltre a questo, il nuovo modello prevede una maggiore attenzione alle esigenze dei piccoli esercenti, cercando di ridurre al minimo l’impatto economico per le attività locali. Questo approccio potrebbe rappresentare un incentivo alla digitalizzazione anche nei territori meno serviti dai pagamenti elettronici.
Cambiamenti societari che trainano la crescita
Con l’ingresso del fondo Fsi, ora principale azionista con il 44% del capitale, Bancomat ha abbracciato un modello più dinamico e imprenditoriale. Non più una semplice società di supporto per le banche, ma un attore pronto a investire nell’espansione internazionale e nelle tecnologie emergenti. Questo cambio di passo si è concretizzato nel 2024 con la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione e una strategia volta a rafforzare la presenza in Europa.
Bancomat gestisce 29,1 milioni di carte e ha chiuso il 2023 con un fatturato di 52,5 milioni di euro, registrando una crescita dell’8,3% rispetto all’anno precedente. Le transazioni contactless hanno ormai superato il 73% del totale, dimostrando un cambio di abitudini tra gli utenti. I prelievi da Atm continuano invece a calare, con una diminuzione del 5%, attestandosi a 476 milioni di operazioni.
Malumori nella filiera dei pagamenti
Il nuovo listino tariffario ha generato alcune tensioni tra gli operatori del settore. Sebbene le commissioni di Bancomat restino inferiori rispetto ai giganti come Visa e Mastercard, il loro impatto sulle banche e sugli intermediari non è trascurabile. Questi ultimi dovranno decidere se assorbire i costi o (con ogni probabilità) trasferirli agli esercenti. Questa situazione potrebbe portare alcuni commercianti a ridurre l’utilizzo dei pagamenti elettronici, specialmente per le transazioni di importo modesto, pratica già ampiamente utilizzata ovunque.
La preoccupazione maggiore riguarda la possibile reazione dei piccoli negozianti, che potrebbero preferire tornare al contante per evitare di erodere ulteriormente i propri margini già ridotti.
Impatti sui consumatori
Anche se gli aumenti delle tariffe non dovrebbero gravare direttamente sui consumatori, esiste il rischio che i commercianti, già restii ad accettare piccoli pagamenti con carta, possano adottare politiche più restrittive.
Questo potrebbe frenare ulteriormente la diffusione dei pagamenti digitali in settori dove il contante resta predominante. Tuttavia, Bancomat scommette sulla capacità di offrire un sistema più flessibile ed efficiente, in grado di soddisfare le esigenze di un mercato in rapida evoluzione.