Top 10 prodotti svuota portafoglio, quali sono aumentati di più negli ultimi 10 anni

Un’analisi di Federconsumatori rivela i rincari più pesanti degli ultimi 10 anni. Pasta, olio e riso guidano la classifica, ma anche il caffè al bar non è più lo stesso

Pubblicato: 17 Novembre 2024 10:59

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Negli ultimi dieci anni il carrello della spesa si è fatto sempre più pesante, non tanto per il peso dei prodotti, quanto per i costi. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha stilato una classifica dei beni di prima necessità che hanno subito i rincari più alti, mettendo in luce l’impatto sempre più gravoso sul bilancio delle famiglie italiane.

Negli anni sono aumentati i prezzi di molti prodotti: l’analisi

L’aumento dei prezzi è un fenomeno che accompagna le famiglie italiane da anni, influendo non solo sulla spesa alimentare ma anche su altre aree fondamentali della vita quotidiana. Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, molti cittadini sono costretti a modificare le proprie abitudini, spostandosi verso prodotti di qualità inferiore, riducendo i consumi di carne e pesce del 16,9% e aumentando gli acquisti nei discount (+11,9%).

Queste difficoltà si riflettono in scelte di consumo sempre più orientate al risparmio, come l’acquisto di prodotti in offerta o prossimi alla scadenza, una pratica ormai adottata dal 49% delle persone. Ma la stretta economica non si ferma qui: molti italiani, circa 4,5 milioni, rinunciano persino alle cure mediche, un dato che evidenzia l’urgenza di interventi strutturali.

Federconsumatori sottolinea la necessità di misure economiche mirate, come una revisione delle aliquote IVA sui beni di largo consumo o il contrasto alla povertà energetica e alimentare. Senza risposte concrete, la forbice delle disuguaglianze rischia di allargarsi ulteriormente, aggravando la situazione per le famiglie con redditi medio-bassi.

La classifica: cosa costa di più e quanto

Federconsumatori ha analizzato un paniere di 100 prodotti di prima necessità, confrontando i prezzi attuali con quelli del 2014. La classifica dei rincari mette in luce aumenti preoccupanti per i beni di consumo quotidiano, con alcuni prodotti base della dieta mediterranea in cima alla lista.

L’analisi dei rincari effettuata da Federconsumatori evidenzia come molti prodotti di uso quotidiano abbiano registrato aumenti significativi negli ultimi dieci anni, oltre che nell’ultimo mese. Ecco la top 10 dei prodotti che hanno subito i rincari maggiori:

  1. pasta (1 kg): il prezzo è passato da 1,55 euro nel 2014 a 2,85 euro nel 2024, registrando un incremento dell’84%;
  2. olio extra vergine di oliva (1 litro): aumentato del +81%, passando da 6,64 euro a 11,99 euro, un balzo attribuibile anche alle difficoltà produttive legate al clima;
  3. fette biscottate (1 confezione): da 1,70 euro a 2,79 euro, con un aumento del 64%, che le rende meno accessibili per le famiglie che puntano a una colazione tradizionale;
  4. riso (1 kg): cresce del 52%, passando da 2,79 euro a 4,25 euro, un rincaro significativo per uno degli alimenti base della dieta italiana;
  5. farina (1 kg): da 0,96 euro a 1,45 euro, un aumento del 51%, essenziale per molte preparazioni casalinghe;
  6. tonno in scatola (1 kg): il suo prezzo sale del 50%, da 13,50 euro a 20,30 euro, rendendolo un prodotto meno conveniente per il consumo quotidiano;
  7. passata di pomodoro (1 litro): un incremento del 50%, da 1,33 euro a 1,99 euro, che colpisce uno degli ingredienti fondamentali della cucina italiana;
  8. zucchero (1 kg): cresce del 39%, passando da 1,29 euro a 1,79 euro, un rincaro che pesa sia sul consumo diretto che nella preparazione di dolci;
  9. pane (1 kg): il prezzo è aumentato del 33%, passando da 3,30 euro a 4,38 euro, incidendo su un prodotto simbolo dell’alimentazione italiana;
  10. caffè al bar (1 tazzina): anche il rito del caffè è stato colpito dai rincari, con un aumento del 20%, passando da 0,98 euro a 1,18 euro.

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