Inflazione in miglioramento, politiche Bce più non necessarie: a rischio la crescita 2025

Con l’inflazione vicina all’obiettivo, Fabio Panetta invita la Bce a normalizzare la politica monetaria per evitare il rischio stagnazione e promuovere una ripresa economica sostenibile

Pubblicato: 19 Novembre 2024 16:10

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Con l’inflazione dell’area euro vicina all’obiettivo e una domanda interna stagnante, Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, ha invitato la Banca centrale europea a modificare la sua strategia. Durante un intervento all’Università Bocconi, Panetta ha sottolineato la necessità di abbandonare le politiche monetarie restrittive per evitare il rischio di una stagnazione economica nel 2025. Un messaggio chiaro che richiama all’urgenza di una maggiore attenzione sulla crescita economica reale, piuttosto che sull’inflazione come unico obiettivo.

Inflazione vicina all’obiettivo: l’analisi di Panetta

Nel suo discorso, Fabio Panetta ha ricordato che gli shock economici degli ultimi anni, che avevano portato a un’impennata dell’inflazione, sono stati in larga parte assorbiti. Gli effetti combinati della pandemia e della guerra in Ucraina avevano creato uno scenario di eccezionale volatilità dei prezzi, ma oggi il contesto appare più stabile.

“Con un’inflazione vicina all’obiettivo e una domanda interna stagnante, le condizioni monetarie restrittive non sono più necessarie”, ha dichiarato il governatore. Secondo Panetta, la Bce dovrebbe adattare il proprio approccio e puntare a una politica monetaria neutrale, o persino espansiva se le condizioni lo richiedessero. Questo cambiamento risulterebbe cruciale per sostenere l’economia reale, garantendo che il miglioramento dell’inflazione non si trasformi in un freno alla crescita (le cui stime sono già state viste al ribasso).

Un altro punto chiave sollevato da Panetta riguarda il metodo stesso con cui la Bce calibra le proprie politiche. Negli ultimi anni, l’istituto ha adottato un approccio “incontro per incontro”, basato su una valutazione contingente delle condizioni economiche. Il governatore di Bankitalia invita invece a tornare a una visione più strutturata, basata su previsioni a medio termine: “Ora che la situazione dell’inflazione si sta normalizzando, dobbiamo tornare a guardare al futuro, abbandonando l’approccio emergenziale degli ultimi anni”.

A rischio stagnazione: concentrarsi sulla crescita 2025

Sebbene il quadro economico mostri segni di miglioramento, Panetta ha messo in guardia dai rischi legati alla stagnazione economica. La domanda interna rimane debole e, senza interventi tempestivi, il 2025 potrebbe segnare un rallentamento della crescita, compromettendo le prospettive di sviluppo a medio termine.

Il governatore ha evidenziato che un’inflazione troppo bassa potrebbe rivelarsi altrettanto problematica di un’inflazione elevata. L’eventualità che i prezzi scendano sotto l’obiettivo renderebbe difficile per la Bce agire con efficacia. “Senza una ripresa sostenuta, l’inflazione rischia di scendere ben al di sotto dell’obiettivo, aprendo scenari difficili da gestire per la politica monetaria”, ha avvertito.

Panetta ha inoltre analizzato i rischi al rialzo per l’inflazione, concentrandosi su due fattori principali: il costo crescente dei servizi e l’aumento del costo del lavoro. Entrambi possono rappresentare un freno per l’economia, specialmente se accompagnati da una stretta fiscale e monetaria che limiti ulteriormente la domanda interna. Questi rischi richiedono un equilibrio delicato: mantenere la vigilanza sull’inflazione senza soffocare le possibilità di crescita.

In futuro la Bce potrebbe  quindi affrontare una doppia sfida: garantire che l’inflazione rimanga entro i limiti stabiliti e al contempo sostenere una crescita economica stabile. “Il rischio è che le politiche attuali comprimano la domanda e creino difficoltà aggiuntive per il 2025, un anno cruciale per la ripresa economica europea”, ha concluso.

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