Banche contro la Manovra in Senato, previsti mancati ricavi per 800 milioni

L’Abi critica la Manovra 2026 e avverte peserà per 800 milioni sul settore bancario. Giorgetti minimizza, ma Tajani teme effetti sui mercati

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

La Manovra 2026 è arrivata in Senato e, nel giorno delle audizioni in Commissione Bilancio, sono arrivate anche le prime critiche dal mondo bancario. Secondo l’Abi (Associazione Bancaria Italiana), gli interventi della legge di Bilancio in materia di deducibilità fiscale comporteranno mancati ricavi per 800 milioni di euro entro il 2030, mentre le misure previste genereranno un onere aggiuntivo di 9,6 miliardi di euro in quattro anni.

Secondo Giancarlo Giorgetti, la manovra è “un pizzicotto” per le banche, che prevedono di guadagnare nel 2025 circa 44 miliardi di euro. Ancora scontro con il ministro Antonio Tajani, che reputa ingiusto “vessare le banche” perché rischia di spaventare i mercati e danneggiare i cittadini.  Per Matteo Salvini, invece, gli istituti di credito dovrebbero “dare qualcosa in più”, anche per lanciare un messaggio positivo.

Intanto, per Fitch, la Manovra “si può fare” perché l’impatto per il 2026 e gli anni successivi sarà limitato e non metterà a rischio la solidità del sistema bancario né i suoi utili.

Le lamentele di Abi sulla Manovra 2026

Si lamenta Marco Elio Rottigni, direttore generale di Abi, che in audizione alla Commissione Bilancio del Senato ha portato il punto di vista delle banche. Nel suo intervento, Rottigni ha dichiarato che le nuove regole sulla deducibilità fiscale comporteranno minori ricavi per 800 milioni di euro entro il 2030.

La stima deriva da due fattori, spiega:

Il differimento di una parte delle quote di deducibilità previste per il periodo d’imposta 2027 dello stock delle svalutazioni e perdite sui crediti, oltre a una limitazione alla deducibilità delle perdite fiscali e delle eccedenze ACE sui maggiori imponibili per il periodo d’imposta 2027.

Poi l’analogo intervento che è previsto anche per il periodo d’imposta al 31 dicembre 2026 (al 45%), disposto nella legge di Bilancio 2025, con il differimento delle deduzioni delle quote citate da Rottigni.

Per il dg di Abi:

È opportuno evidenziare anche questo tipo di prelievo, che determina un costo per le banche misurabile come minor margine di interesse per il mancato impiego della liquidità. Qualora tale liquidità fosse stata investita sottoscrivendo titoli del debito pubblico, avrebbe generato ricavi finanziari per 800 milioni di euro.

Ancora tensione tra Tajani e Salvini

Gli schieramenti non sono cambiati. Da una parte c’è il ministro Giorgetti, che reputa le misure per le banche limitate e sostenibili; sulla stessa linea il vicepremier Matteo Salvini, che si spinge a dichiarare che gli istituti di credito “dovrebbero dare anche di più e contribuire a pagare le forze dell’ordine, assumere poliziotti e carabinieri, migliorarne stipendi e pensioni”. Dichiarazioni, queste, che cercano di rispondere alle richieste dei sindacati di polizia e puntano il dito contro le banche.

Critico invece Antonio Tajani, che dopo il compromesso comunque lancia avvertimenti. Secondo il ministro degli Esteri

È giusto che banche e assicurazioni diano un contributo, ma è ingiusto vessarle.

Il rischio, spiega, è quello di

spaventare i mercati e fare un danno ai cittadini.

La risposta, intanto, arriva dall’agenzia internazionale di rating Fitch, che ha dichiarato che l’impatto della Manovra 2026 sarà

limitato sia per il 2026 che per gli anni successivi (e) in nessun modo metterà a rischio la solidità delle banche né i loro guadagni.

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