Aumenti tra i 12 e i 200 euro dalla Manovra, a chi arrivano e da quando

Dal taglio dell’Irpef alle pensioni minime, al mese i cittadini non vedranno un aumento consistente. La cifra media è tra i 12 e i 200 euro

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Alcune delle misure della Legge di Bilancio prevedono direttamente una ricaduta positiva sui portafogli degli italiani. Dal taglio dell’Irpef alle pensioni minime, sono milioni gli italiani che beneficeranno di un extra mensile.

La cifra non è elevatissima: si parla di 12 euro al mese per le pensioni minime e di una media di circa 200 euro all’anno per il taglio dell’Irpef. Si tratta di misure che non riguardano tutti, ma singole categorie.

Il taglio dell’Irpef vale circa 200 euro

La prima conferma di un aumento per una platea ampia di contribuenti arriva dal taglio dell’Irpef. Dalla Manovra 2026, per gli oltre 13,6 milioni di cittadini coinvolti (8,2 milioni con reddito prevalente da lavoro dipendente), l’aiuto medio si aggira intorno ai 210 euro.

Tale cifra è possibile grazie alla riduzione di due punti percentuali della seconda aliquota, ovvero dal 35% al 33%, per i redditi da 28.000 a 50.000 euro.

Taglio Irpef 2026 – Simulazione del risparmio annuo per fasce di reddito
Reddito lordo annuo Aliquota Irpef applicata Risparmio annuo stimato
30.000 € 35% → 33% ≈ 40 €
35.000 € 35% → 33% ≈ 140 €
40.000 € 35% → 33% ≈ 240 €
45.000 € 35% → 33% ≈ 340 €
50.000 € 35% → 33% ≈ 440 €

Si parla di vantaggi modesti, soprattutto se messi in prospettiva mensile e non annuale. Infatti:

Aumento delle pensioni minime

A partire dal 2026 le pensioni minime saliranno di 20 euro al mese. Si tratta di 12 euro in più rispetto al 2025, in aggiunta agli 8 euro già assegnati per l’anno in corso.

L’aumento coinvolgerà una platea di circa 1 milione di anziani con pensione minima, ovvero chi percepisce l’assegno sociale o una pensione previdenziale bassa. Al momento l’aumento è previsto per gli over 70, ma la soglia potrebbe essere abbassata in futuro.

Nello specifico accederanno all’aumento di 20 euro:

Detassazione di aumenti contrattuali, straordinari e premi

Anche sugli stipendi arrivano delle novità capaci di portare ai dipendenti un aumento in busta paga. Arriva, per esempio, la tassazione ridotta al 5% per gli aumenti contrattuali, ma solo per i redditi inferiori a 28.000 euro. La platea stimata è di 3,3 milioni di lavoratori.

È stata inoltre confermata la tassazione agevolata per straordinari, festivi e lavoro notturno, anche in questo caso solo per chi ha redditi fino a 40.000 euro.

Prevista anche la tassazione ridotta sui premi di risultato, che passa dal 5% all’1%, con l’aumento del tetto da 3.000 a 5.000 euro. La platea stimata non è molto ampia: circa 250.000 persone.

Infine, tra gli aiuti ai dipendenti, anche se non porta direttamente soldi in tasca, c’è l’aumento dell’importo detassato dei buoni pasto elettronici, che passa da 8 a 10 euro.

Aumenti per categorie specifiche

La misura poi si concentra su alcune categorie di lavoratori specifiche, come l’aumento delle risorse per i dipendenti dei comuni. Arriva infatti un fondo da 50 milioni per tutto il 2027, che salirà a quota 100 milioni nel 2028 per il trattamento accessorio dei dipendenti non dirigenti dei comuni italiani.

Nuove risorse anche nel settore sanitario, dove vengono aggiunti 2,4 miliardi nel 2026 e 2,65 miliardi nel 2027. All’interno della cifra stanziata, fondi anche per l’aumento degli stipendi di medici e infermieri.

In maniera indiretta, arrivano risorse anche attraverso il fondo per la Programmazione della ricerca, che avrà una dotazione di 400 milioni di euro per il 2026. Questo fondo permetterà di programmare nuove assunzioni tramite bandi di ricerca.

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