La questione della prosperità, delle disuguaglianze e delle prospettive future dell’economia rappresenta un triangolo cruciale che determina il destino sia dell’Italia che dell’Europa. Questo si è dimostrato particolarmente vero negli ultimi tre anni, un periodo segnato dalla doppia sfida del Covid e delle crisi monetarie ed energetiche. In questo contesto, emerge un quadro complesso.
Sebbene il recente rapporto di UBS e Credit Suisse sul potenziale economico globale delinei un panorama positivo, non possiamo ignorare come la ricchezza sia stata erosa diffusamente, soprattutto nelle economie più colpite dagli eventi critici degli ultimi tre anni.
Tuttavia, nonostante l’aumento delle disparità tra l’Europa e l’Italia, vi sono opportunità considerevoli per correggere la situazione. Questo stesso rapporto sottolinea che la situazione economica nazionale non è così pessimistica come potremmo immaginare, specialmente se la confrontiamo con la Spagna e la Grecia. Realizzare un miglioramento richiederà, però, sforzi considerevoli e l’implementazione di politiche ben calibrate al fine di ristabilire livelli soddisfacenti di prosperità in Italia.
Perdita della ricchezza globale in Italia ed Europa
Secondo il nuovo Global Wealth Report 2023 di UBS e Credit Suisse, a livello mondiale si prospetta un potenziale aumento del 38% della ricchezza nei prossimi cinque anni. Tuttavia, al momento è necessario affrontare le attuali difficoltà. Negli ultimi anni, si è registrata una perdita di ricchezza stimata in 10,9 trilioni di dollari tra Stati Uniti ed Europa, un valore cinque volte superiore a quello riscontrato nell’Asia-Pacifico. Mentre la Cina subisce un decremento, l’India mostra segni di recupero. Parallelamente alle perdite degli Stati Uniti, la Russia sembra avere il vantaggio, almeno fino agli eventi della guerra e all’annuncio del nuovo tasso di interesse emesso dalla Banca Centrale russa.
In Europa, le principali perdite di ricchezza sono state subite da Grecia, Italia e Spagna, con una media del 9,8%. L’Europa nel complesso ha registrato una diminuzione del 3,4%. Nonostante ci sia stato un recupero significativo nel biennio 2021-2022, per l’Italia potrebbe non essere sufficiente, soprattutto considerando l’andamento critico del debito pubblico, che è aumentato dal 129,6% al 162,6% durante la pandemia. Sebbene ora sia sceso al 144,7%, è fondamentale accelerare il processo di riduzione prima che diventi insostenibile.
Altrettanto preoccupante è la tendenza al risparmio, una strategia quasi difensiva adottata dalle famiglie. In Italia, il tasso di risparmio è salito al 17,4% del PIL nel 2020 dal 10,0% del 2019, mentre in Spagna è passato dall’8,3% al 15,0%. Questa tendenza può contribuire all’aumento dell’inflazione e all’impoverimento. Infatti, il calo dei risparmi (dal 14,4% all’8,6% nel 2022) ha portato a una riduzione della crescita della ricchezza, passando dal 4,9% annuo nel 2020 al 2,4% nel 2022.
Attualmente, la ricchezza per adulto è valutata a 221.370 dollari, mentre in Grecia è di 105.724 dollari e in Spagna è di 224.209 dollari. Sebbene la ricchezza sia aumentata del 2,8%, le svalutazioni degli ultimi anni hanno causato un calo del 6,1% in dollari e dello 0,3% in euro per l’Italia. Questa situazione ha impatti negativi sulle attività finanziarie, in particolare sugli investimenti realizzati nei periodi pre e post-pandemia.
Il futuro delle attività finanziarie nei prossimi 5 anni
Sotto il profilo finanziario, tutti i paesi hanno risentito di gravi conseguenze, soprattutto Grecia, Italia e Spagna. Iniziamo considerando il fatto che la quota di attività finanziarie all’interno della ricchezza complessiva è progressivamente diminuita in questi paesi dal 2000 al periodo 2008-2010. Solo a partire dal 2022, la struttura complessiva della ricchezza è tornata a rivestire un’importanza rilevante in tutti e tre gli Stati. Tra questi, l‘Italia emerge come il paese con il maggior interesse verso le attività finanziarie: è l’unico tra i tre ad avere un capitale medio superiore ai 100.000 dollari. Al contrario, è al secondo posto nella sfera delle attività non finanziarie, con la Spagna in testa. Tuttavia, si registra comunque una riduzione complessiva.
Nel 2000, il 37,6% del patrimonio lordo consisteva in attività finanziarie, percentuale che è scesa al 36,3% nel 2021 e che, a causa della diminuzione avvenuta nel 2022, si trova ora al 35,3%.
Nonostante le sfide di ricchezza che l’Italia e l’Europa affrontano, il futuro presenta opportunità significative. Secondo le previsioni del rapporto, la ricchezza mondiale aumenterà del 38% nei prossimi cinque anni, raggiungendo un record di 629 trilioni di dollari entro il 2027. La crescita dei Paesi a reddito medio sarà il principale motore di queste tendenze globali. È cruciale, però, che la situazione legata all’inflazione, ai tassi di interesse e al cambio valutario si risolva, come enfatizza Anthony Shorrocks, l’economista e autore del rapporto.
Shorrocks afferma: “Gran parte del calo della ricchezza nel 2022 è stato causato dall’alta inflazione e dall’apprezzamento del dollaro statunitense rispetto a molte altre valute. Se i tassi di cambio fossero rimasti stabili come nel 2021, la ricchezza totale sarebbe aumentata del 3,4%, mentre la ricchezza per adulto del 2,2% nel 2022. Tuttavia, va notato che si tratta dell’aumento più lento della ricchezza a tassi di cambio costanti dal 2008. Considerando invece gli effetti dell’inflazione mantenendo costanti i tassi di cambio, si registra una perdita di ricchezza reale del -2,6% nel 2022″.
Inoltre, è interessante notare che le attività finanziarie hanno contribuito in gran parte alla diminuzione della ricchezza, mentre le attività non finanziarie, in particolare l’immobiliare, hanno dimostrato una certa resilienza nonostante l’accelerazione dei tassi di interesse. Tuttavia, è possibile che il contributo relativo delle attività finanziarie e non finanziarie si inverta nel 2023, specialmente se i prezzi delle abitazioni dovessero diminuire in risposta all’aumento dei tassi d’interesse.
Calo della ricchezza in Italia
L’inevitabile calo della ricchezza in Italia ed Europa ha portato a un aumento della disparità economica, accentuando il divario tra ricchi e poveri. A livello globale, tuttavia, si è verificato l’opposto, con la quota di ricchezza detenuta dall’1% più ricco della popolazione mondiale diminuita al 44,5%. Il numero di milionari è sceso del 6%, raggiungendo i 59,4 milioni di persone, ma si prevede un aumento fino a 86 milioni entro il 2027.
In Europa, la situazione è notevolmente differente. Per valutare la disparità di ricchezza all’interno di un paese, si utilizza il Coefficiente di Gini: un valore più elevato indica una maggiore disuguaglianza economica. Nei paesi del Nord come Francia, Germania e Regno Unito, il coefficiente di Gini nel 2022 era del 68,1 e la quota detenuta dall’1% più ricco ammontava al 23,5%, rispetto al precedente 73,2 e 25,0%.
In Italia, Spagna e Grecia, al contrario, si è registrato un aumento della disuguaglianza, passando da una media di 63,0 nel 2000 al 68,1 nel 2022. È interessante notare che il numero di milionari in Italia è in crescita. Invece, in Grecia il coefficiente di Gini è leggermente diminuito, passando da 69,2 a 68,1 nello stesso periodo. Nel complesso, la disuguaglianza è diminuita dal 2000 al periodo 2008-2010, ma successivamente è aumentata fino al 2021.