Assegno unico, potenziamento in arrivo per aiutare le famiglie numerose

Nella Manovra si pensa di potenziare l’Assegno unico o di introdurre detrazioni specifiche per i figli: come può cambiare

Pubblicato: 16 Settembre 2024 08:48

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il governo sta focalizzando i suoi sforzi sulla Manovra 2025, ponendo come priorità il sostegno alla famiglia e ai ceti medi. Tra le proposte in esame vi sono il potenziamento dell’Assegno unico e l’introduzione di detrazioni specifiche per i figli; un pacchetto di modifiche stimato tra i 5 e i 6 miliardi di euro.

Come il governo vuole cambiare l’Assegno unico

Le modifiche, anticipate dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, potrebbero prevedere un aumento del tetto massimo per alcune detrazioni che riguardano principalmente le famiglie con almeno due figli. Tra le spese interessate potrebbero esserci quelle per l’istruzione (scolastica e universitaria), attività sportive, affitto per studenti fuori sede, trasporti e collaborazioni domestiche. Inoltre, si potrebbero modificare le franchigie attuali.

Per i redditi superiori ai 50mila euro, lo scorso anno era stata introdotta una soglia che riduceva di 260 euro le detrazioni su alcune voci, escluse quelle sanitarie. Le spese sanitarie, che l’esecutivo ha dichiarato di non voler modificare, hanno una franchigia: si può detrarre il 19% delle spese superiori a 129 euro per farmaci, ticket, degenze ospedaliere, prestazioni specialistiche e cure termali.

Altra ipotesi è quella di aumentare l’importo dell’Assegno e di escluderlo dal calcolo dell’Isee, almeno per le famiglie numerose. Questo permetterebbe a tutte le famiglie con molti figli di accedere anche ad altre agevolazioni, attualmente inaccessibili a causa dei requisiti Isee più severi. L’ipotesi veicolata nei giorni scorsi era quella di ridurre l’assegno base di 57 euro per figlio, attualmente destinato alle famiglie che non presentano l’Isee o che hanno un Isee superiore ai 45mila euro. L’idea sarebbe quella di destinare maggiori risorse alle famiglie molto numerose e a quelle con figli disabili.

Come funziona l’Assegno unico

Attualmente, l’Assegno unico è un sostegno economico universalistico destinato alle famiglie con figli a carico, che viene concesso per ogni figlio fino a 21 anni, a condizione che siano rispettate determinate condizioni. Per i figli disabili, invece, non ci sono limiti di età. Essendo una misura universale, può essere richiesto anche senza un Isee o con un Isee superiore alla soglia di 45.574,96 euro.

In questi casi, vengono corrisposti gli importi minimi previsti dalla normativa, che variano da un minimo di 57 euro a un massimo di quasi 200 euro. Attualmente, secondo gli ultimi dati dell’Inps, l’Assegno unico beneficia oltre 6 milioni di nuclei familiari e raggiunge un totale di 9,5 milioni di figli.

Le risorse ci sono? Dove prenderle

Rimane cruciale il tema delle risorse per la Manovra, con particolare attenzione al rifinanziamento delle misure chiave di quella dello scorso anno: il taglio del cuneo fiscale e la rimodulazione di scaglioni e aliquote Irpef. Il taglio del cuneo fiscale richiede circa 11,7 miliardi di euro all’anno, mentre la rimodulazione dell’Irpef necessiterebbe di altri 4,3 miliardi. Tuttavia, come sottolinea il vice ministro all’Economia, Maurizio Leo, l’obiettivo prioritario è quello di sostenere le famiglie.

Il primo passo per determinare l’ampiezza della coperta finanziaria sarà il Piano di Stabilità e Bilancio (PSB), che delineerà le riforme e gli investimenti per il prossimo settennato. Questo piano dovrebbe essere presentato dal ministro Giancarlo Giorgetti nel Consiglio dei ministri di martedì prossimo, anche se sarà necessario attendere la revisione dei dati macroeconomici da parte dell’Istat prevista per il 23 settembre. Solo dopo questa revisione il piano sarà finalizzato e inviato per l’approvazione al Consiglio dei ministri. Successivamente, ci sarà un periodo di circa dieci giorni per l’esame parlamentare, con l’obiettivo di inviare il piano a Bruxelles entro la prima decade di ottobre.

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