La Corea del Sud ha proclamato 7 giorni di lutto nazionale per quella che è già stata definita la peggior tragedia civile del Paese. A Seul la festa per Halloween si è infatti trasformata in una strage: oltre 150 giovani sono morti nella calca creatasi nella notte a Itaewon, quartiere della movida della capitale. Tra le vittime, almeno 22 sono cittadini stranieri.
A scatenare il caos potrebbe essere stata la presenza di una celebrità in un locale della zona, dove i giovani avrebbero cominciato a precipitarsi finendo per travolgersi a vicenda. Molti sono deceduti per arresto cardiaco. Erano oltre 100mila le persone riversatesi in un groviglio di strade strettissime, una delle quali si è rivelata una trappola mortale. All’appello mancano anche centinaia di dispersi, mentre oltre 80 persone sono rimaste ferite.
La dinamica della strage di Halloween di Seul
La prima chiamata della tragedia di Seul, Corea del Sud, è giunta ai soccorsi alle 22:15 locali, le 15:15 italiane. Da lì è iniziata la tragedia, rivelatasi sempre più agghiacciante alla scoperta di ogni nuovo dettaglio nel corso delle ore. In totale le autorità metropolitane di Seul hanno riferito 355 segnalazioni di persone scomparse. La maggior parte delle vittime – 97 donne e 54 uomini per il momento – è composta giovani tra i 20 e i 30 anni, tra loro cui 22 stranieri originari di Iran, Uzbekistan, Cina, Russia e Norvegia.
Le cause che hanno scatenato la calca letale non sono ancora definite, anche se un funzionario dei vigili del fuoco sudcoreani sostiene che le persone si erano radunate in massa in uno stretto vicolo vicino al prestigioso hotel Hamilton perché era stata avvistata una celebrità. A un certo punto, però, qualcosa ha scatenato il panico e centinaia di giovani sono rimasti schiacciati. Le scene della tragedia sono a dir poco apocalittiche, riprese e pubblicate in Rete in decide di video.
Una sera di festa divenuta tragedia
Dalle indagini è emerso che, a inizio serata, molti presenti avevano inviato messaggi sul cellulare con lo stesso contenuto: l’area era troppo affollata, tanto da sembrare non sicura. A un tratto il serpentone umano ha cominciato a sbandare, a riversarsi come acque agitate in una direzione, travolgendo i più deboli e i sorpresi. Un caos terribile e fatale: persone che correvano alla cieca, schiacciandone altre, grida di terrore e scene di panico collettivo.
Si è subito parlato di arresto cardiaco per la stragrande maggioranza delle vittime perché in Corea del Sud è la prassi: i vigili del fuoco e i soccorritori parlano di blocco cardio-circolatorio in una persona finché un medico non ne dichiara ufficialmente la morte. Quasi 200 ambulanze e oltre 400 soccorritori sono intervenuti sul posto, ma per moltissimi non c’è stato nulla da fare.
Teli sui cadaveri, massaggi cardiaci e intrappolati
Le immagini rimbalzata da un capo all’altro del globo mostrano centinaia di persone distese in strada, con i sanitari che praticano massaggi cardiaci, mentre la polizia tiene a bada la folla con cordoni di sicurezza. Sono scene terribili. Nei video e nelle foto si scorgono anche molti corpi coperti da teli blu, ormai senza vita. Lo sguardo e il cuore di chi riprende non riesce ad abbracciare la vastità della tragedia in atto, con altri cittadini che cercano di liberare le persone rimaste intrappolate sotto altre.
Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha subito convocato una riunione d’emergenza per gestire il coordinamento dei soccorsi. “La priorità assoluta è il trasporto e il salvataggio dei pazienti e la fornitura di cure mediche tempestive alle persone coinvolte”, ha dichiarato. Il sindaco di Seul Oh Se-hoon, che era in visita in Europa, ha deciso di tornare immediatamente in città. Il cordoglio è stato espresso da istituzioni e cittadini di ogni parte del mondo, mentre sul luogo della tragedia sono state posati decine e decine di mazzi di fiori e di biglietti.