Cos’è il caso di “Estetista Cinica” e l’errore dei punti sconto: 200 lavoratori a rischio

Un calcolo sbagliato sulla raccolta punti ha messo a rischio l'attività dell'influencer Cristina Fogazzi

Pubblicato: 10 Febbraio 2022 23:30

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Una virgola più in là che ha messo a rischio un’azienda da 200 lavoratori: è l’errore in cui è incappata la blogger e influencer Cristina Fogazzi, diventata famosa nel mondo dei social col nome di “Estetista Cinica” grazie ai suoi consigli di bellezza. L’imprenditrice ha sbagliato i calcoli sull’emissione degli sconto tramite la raccolta di quelli da lei chiamati “punti fagiana”, mettendo a repentaglio la sua start-up di prodotti estetici e cosmetici, VeraLab.

Caso “Estetista Cinica”: la raccolta punti

L’impiccio parte da una sbagliata valutazione della raccolta punti, della quale è stata la stessa imprenditrice ad accorgersi, avvisando con una mail di scuse inviata ai clienti lo scorso 6 febbraio.

Come in tantissimi e-commerce, anche lo shop on-line di VeraLab consente di accumulare crediti tramite l’acquisto di prodotti per il viso, per il corpo, maschere e creme: ogni 10 euro di spesa veniva emesso un “punto fagiana”. Nella panificazione della strategia però uno zero in meno ha decuplicato il valore della promozione, con sconti pari a 5 milioni di euro a fronte, invece, dei 500mila previsti.

La mail di scuse

A spiegare il tutto è stata Cristina Fogazzi nella mail: “I punti fagiana in vostro possesso sono circa 10 milioni. La valorizzazione dei punti doveva essere a 5 centesimi (0,05 €). In questo modo, simulando voi li usaste tutti, l’azienda avrebbe avuto 500 mila euro di sconti erogati.”

Qualcuno a un certo punto si è perso uno zero – si legge – e la valorizzazione è stata fatta a 0,50 centesimi. Questo trasformava gli sconti in 5 milioni di euro e dopo una settimana di calcoli abbiamo visto che le nostre finanze non avrebbero retto il colpo”.

Uno sbaglio grossolano che avrebbe dissestato i conti dell’azienda, la quale, una volta individuato l’errore, ha modificato il valore dei “punti fagiana”, senza però avvisare i clienti che si sono visti ridurre all’improvviso il credito accumulato e hanno cominciato a lamentarsi sui social.

Per rimediare, l’imprenditrice ha cercato di andare incontro a coloro che avevano già utilizzato gli sconti: “Abbiamo deciso di lasciare ovviamente il valore dei punti già convertiti in denaro inalterato. Portare il valore a 10 centesimi (di più non è possibile). Scrivere una newsletter e spiegarvi tutto. L’argomento mi sembrava delicato e buttare gli errori miei e del mio team sui social non mi pareva risolutivo di nulla”.

Ad uno sbaglio però se n’è aggiunto un altro: “Voglio spiegarti come è andata e come si siano aggiunti un errore a un errore a un errore”, ha scritto nella newsletter. “A causa di un altro problema organizzativo, le modifiche alla valorizzazione sono andate online venerdì 4 febbraio alle 17.”

“Io l’ho saputo dai vostri messaggi di sabato” si è giustificata l’influencer. “Ho interrotto il week end dell’assistenza clienti e dei miei programmatori e siamo qui a montare questa newsletter”.

“Volevamo fare una cosa carina, è uscito quello che io chiamo ‘m*****e’. Siamo un’azienda giovane, sbagliamo, ma non siamo né degli imbroglioni né abituati a fare pippa davanti alle nostre responsabilità. Questo no. E se da un lato sono conscia di fare con te una figura orrenda, dall’altro non posso mettere finanziariamente in ginocchio la mia azienda” è stato il chiarimento di Fogazzi.

Chi è Cristina Fogazzi

L’influencer bresciana Cristina Fogazzi è diventata nota con la pagina Instagram “Estetista Cinica”, che conta oltre 900mila follower e 750mila iscritti alla newsletter.

Grazie anche alla sua notorietà ha aperto l’azienda VeraLab, passata da un fatturato di 584.763 euro nel 2016 a 62,7 milioni nel 2021, da sei dipendenti a sessanta, quaranta assunti durante la pandemia.

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