Milano-Cortina, aperta l’inchiesta per corruzione: chi sono gli indagati e cosa rischiano

La Guardia di Finanza e la procura ritengono che ci possa essere stato un "do ut des" dietro l'assegnazione della gestione dei servizi digitali delle Olimpiadi invernali alla società Vetrya

Pubblicato: 22 Maggio 2024 08:05

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni presso la sede della Fondazione Milano-Cortina 2026, coinvolgendo anche una società di Orvieto e gli uffici di Deloitte. L’operazione, coordinata dai magistrati Francesco Cajani e Alessandro Gobbis, con l’aggiunta di Tiziana Siciliano, ha portato all’iscrizione di tre persone nel registro degli indagati con accuse di corruzione e turbativa d’asta. Tra gli indagati figura l’ex amministratore delegato della fondazione, Vincenzo Novari.

Perquisizioni e indagini

La Procura di Milano sta indagando sugli appalti per lo sviluppo dei servizi digitali delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, insieme a una decina di militari della Guardia di Finanza, ha effettuato perquisizioni presso la sede della Fondazione Milano-Cortina per acquisire documenti e informazioni sulle gare d’appalto.

Le indagini coinvolgono una società di Orvieto chiamata Vetrya, inizialmente incaricata dello sviluppo dei servizi digitali per l’evento, e gli uffici di Deloitte, subentrata all’azienda umbra.

L’obiettivo è chiarire le presunte irregolarità nei processi di assegnazione dei servizi digitali per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

Chi sono gli indagati

Oltre a Vincenzo Novari, gli altri due indagati sono un ex dirigente della fondazione e Luca Tomassini, ex rappresentante legale di Vetrya, oggi Quibyt. Tomassini è accusato di aver cercato di influenzare la nomina di Massimiliano Zuco a direttore tecnico dei servizi digitali, garantendogli un compenso di oltre 857.000 euro e l’uso di un’auto aziendale.

L’imprenditore Luca Tomassini avrebbe quindi utilizzato i suoi contatti per favorire la nomina di Zuco, intervenendo direttamente su Vincenzo Novari. Le intercettazioni mostrano come Tomassini avesse offerto “cortesie” in cambio di favori, includendo l’assegnazione di un’auto Smart a Zuco pagata da Vetrya. Le conversazioni WhatsApp tra gli indagati, risalenti anche a novembre 2019, confermano tali relazioni e favori.

Dettagli delle gare

Le gare d’appalto sotto inchiesta sono state assegnate a Vetrya e Quibyt, entrambe amministrate da Tomassini, con fatture per lavori pagate dalla Fondazione per importi complessivi vicini a 1,9 milioni di euro. Le presunte irregolarità si sarebbero verificate tra marzo 2020 e marzo 2021, come riportato nel decreto di perquisizione.

Manipolazione del televoto

L’indagine della procura di Milano ipotizza anche un tentativo di manipolare il televoto per la scelta del logo delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Secondo il decreto di perquisizione, Novari e Zuco avrebbero cercato di influenzare il processo di voto, coordinandosi con Tomassini per far prevalere uno dei due loghi proposti al pubblico.

Le reazioni del Coni e la nota della Fondazione

Giovanni Malagò, presidente del Coni e della Fondazione Milano-Cortina, ha dichiarato: “Lo sport è la vittima in termini di immagine. Siamo disponibili a fornire tutte le informazioni necessarie, ma questa vicenda danneggia la percezione dello sport”. Malagò ha inoltre ricordato che il Comitato Olimpico Internazionale aveva richiesto una presidenza legata al mondo sportivo e una dirigenza designata dalla politica.

L’inchiesta in corso punta a far luce su una serie di episodi che rischiano di compromettere la trasparenza e l’integrità dell’organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026, con un impatto significativo sull’immagine dello sport italiano a livello internazionale.

Fonti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) hanno precisato che l’inchiesta non influirà sui lavori in corso per le Olimpiadi Milano-Cortina. Le attività investigative sono circoscritte alla Fondazione, che non ha responsabilità operative nella realizzazione delle opere, compito affidato alla società Simico.

La Fondazione Milano-Cortina 2026 ha prontamente diffuso una nota ufficiale in cui si precisa che la Guardia di Finanza ha eseguito una perquisizione presso la vecchia sede in piazza Tre Torri 3 a Milano e nei nuovi uffici in via della Boscaiola 26. La Fondazione ha garantito piena collaborazione alle autorità, ribadendo che nessun attuale dirigente o dipendente è indagato.

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