San Siro, il voto slitta a settembre: Sala vuole vendere, ma i tempi si allungano per le indagini

Il voto sul progetto San Siro slitta a settembre. Sala insiste sul dialogo con i club, mentre proseguono le indagini sull’urbanistica

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Claudio Cafarelli

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Il voto del Consiglio comunale di Milano sul progetto San Siro, inizialmente previsto per luglio, è stato rinviato a settembre. La decisione nasce da un compromesso tra il sindaco Giuseppe Sala, intenzionato ad accelerare l’iter per la vendita dello stadio Meazza ai club Milan e Inter, e il Partito Democratico, che ha chiesto più tempo alla luce delle indagini in corso da parte della magistratura.  La trattativa tra il Comune e le due società calcistiche riguarda la vendita dello stadio e delle aree circostanti. Il rinvio posticipa il voto dell’Aula, ma non cancella l’urgenza legata alla scadenza del 10 novembre: da quel giorno, infatti, il secondo anello del Meazza potrebbe essere vincolato, rendendo nullo l’accordo di vendita.

Il sindaco Sala vuole trattare, ma serve cautela

Il sindaco Sala ha ribadito più volte l’importanza di non rallentare ulteriormente il progetto. Ha però accettato di rinviare il voto a settembre dopo un incontro con una delegazione del Partito Democratico. Alla riunione hanno partecipato il segretario metropolitano Alessandro Capelli, la segretaria regionale Silvia Roggiani e la capogruppo in Consiglio comunale Beatrice Uguccioni. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il Pd ha espresso dubbi sulla tempistica inizialmente proposta, ritenendo più prudente attendere sviluppi dell’inchiesta giudiziaria sull’urbanistica. Sala ha comunque ottenuto l’appoggio politico del suo partito, che ha ribadito la volontà di proseguire il confronto con i club, rinviando ma non abbandonando il progetto.

Il Giornale sottolinea come Beppe Sala abbia confermato e assicurato ai rappresentanti di Milan e Inter, incontrati venerdì 18 luglio a Palazzo Marino, l’intenzione di vendere l’impianto di San Siro nonostante la bufera giudiziaria che si è abbattuta sull’urbanistica milanese

Il possibile accordo con le società prevede la realizzazione di un nuovo impianto e l’abbattimento parziale dell’attuale stadio con la curva sud che diventerà museo-memoriale ma questo solo nel 2030 quando scadrà la concessione. Nel frattempo c’è da giocare la partita Europei 2032 e fare i conti con la bocciatura dell’UEFA per ospitare le partite della competizione internazionale perché l’impianto non rispetta i requisiti minimi. Le due società vogliono acquistare lo stadio per un valore di 197 milioni di euro, per poi procedere alla costruzione del nuovo impianto.

Il nodo giudiziario: l’indagine sull’urbanistica

Il rinvio del voto arriva in un momento delicato, segnato da un’inchiesta che coinvolge più livelli dell’amministrazione comunale. L’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, indagato per induzione indebita, è al centro dell’indagine e dovrebbe formalizzare le proprie dimissioni in Aula, dopo l’intervento del sindaco previsto nei prossimi giorni.

Secondo i magistrati, esisterebbe un presunto “patto corruttivo” finalizzato a influenzare le scelte urbanistiche relative allo stadio Meazza e all’intero quartiere San Siro. A essere coinvolti, oltre a Tancredi, sarebbero Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione Paesaggio, e l’architetto Federico Pella, socio della società J+S. I due sono accusati di aver orchestrato un “sistema ombra” di speculazione edilizia.

Dalle carte dell’inchiesta emergono frequenti contatti tra i protagonisti, intenti a cercare incarichi e influenze su progetti rilevanti come San Siro, il quartiere circostante e lo scalo di Porta Romana, destinato a ospitare il villaggio olimpico per Milano-Cortina 2026. I magistrati parlano apertamente di una “strategia di speculazione edilizia su vasta scala”, definita da Marinoni come un “Piano di governo del territorio ombra”.

Le prossime tappe

Il giudice per le indagini preliminari valuterà nei prossimi giorni la richiesta di misure cautelari per Tancredi, Marinoni, Pella e altri quattro indagati. L’assessore incontrerà il gip per fornire la propria versione dei fatti. Intanto, l’amministrazione comunale si prepara a discutere il futuro del progetto Meazza in una fase politica e giudiziaria particolarmente delicata.

Il sindaco Sala, pur accettando il rinvio, intende portare avanti la trattativa con i club calcistici e chiudere l’accordo prima della scadenza tecnica di novembre. Il quadro resta incerto e legato all’evoluzione dell’indagine della Procura milanese

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