Napoli mercato bloccato, cosa significa e perché viene chiamato a saldo zero

Il Napoli dovrà operare con un mercato detto a saldo zero, un blocco dovuto ad un determinato parametro che pesa sulla strategia del club

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

La sessione invernale di calciomercato non si apre con le stesse condizioni per tutte le società di Serie A. Le prime decisioni della Commissione indipendente per la vigilanza sui bilanci delle società professionistiche di calcio e basket hanno introdotto limiti operativi per alcuni club, incidendo direttamente sulle strategie sportive e finanziarie. In particolare, due società dovranno muoversi con cautela, mentre un’altra, dopo un’estate complessa, ha ottenuto il via libera. Il verdetto ufficiale ha stabilito che Napoli e Pisa potranno operare sul mercato soltanto a saldo zero. La misura impone che ogni operazione in entrata sia compensata da una cessione di pari valore economico. Non si tratta di un blocco totale del mercato, ma di una limitazione che riduce fortemente il margine di manovra, soprattutto per club che puntano a rafforzare la rosa durante la stagione.

Il parametro del costo del lavoro allargato

La decisione è legata al mancato rispetto di uno dei parametri previsti dal regolamento: l’indicatore del costo del lavoro allargato rispetto ai ricavi. Per entrambe le società il rapporto è risultato non conforme alle soglie fissate, rendendo necessaria l’applicazione della sanzione prevista per la prima infrazione.

Il criterio utilizzato dalla Commissione è quello del costo del lavoro allargato, un indicatore già adottato dall’UEFA per il controllo dei conti dei club professionistici. Il parametro mette in relazione il costo complessivo del personale, che include stipendi, oneri accessori e costi collegati, con i ricavi totali della società.

Per poter operare liberamente sul mercato, questo rapporto non deve superare l’80% dei ricavi. Quando la soglia viene oltrepassata, il regolamento prevede una serie di misure progressive. Nel caso di Napoli e Pisa, trattandosi della prima violazione, è stata applicata la limitazione del mercato a saldo zero, senza arrivare al blocco totale.

Le differenze con l’Europa

Il Napoli si è più volta lamentato in questi giorni della decisione presa nei confronti della società. In Europa, infatti, il fair play finanziario funziona diversamente. Prima di arrivare allo stop ci sono una serie di provvedimenti: multa, accordo eventuale e solo dopo la sanzione massima. Solo dopo queste tre possibilità, arriva il blocco del mercato.

Il costo del lavoro allargato del Napoli è pari a 240 milioni all’anno tra ammortamento e ingaggio a lordo. Il club inserisce la maggior parte del costo del cartellino nei primi due anni di contratto, creando così una quota d’ammortamento molto bassa ma una plusvalenza più alta quando poi vende. Questo metodo però ha aumentato il costo del lavoro, diventando decisivo per il provvedimento preso dallaCommissione indipendente per la vigilanza sui bilanci delle società professionistiche di calcio e basket

Cosa significa concretamente “saldo zero”

Operare a saldo zero implica che il monte ingaggi e il costo complessivo della rosa non possano aumentare. In pratica, se un club decide di acquistare un giocatore, deve prima liberare risorse attraverso una cessione. Il valore economico delle operazioni in uscita deve compensare quello delle operazioni in entrata, evitando nuovi esborsi netti.

Questa regola incide non solo sugli acquisti a titolo definitivo, ma anche sulle formule che possono avere un impatto sul costo del lavoro, come prestiti onerosi o contratti con ingaggi elevati. Le società interessate devono quindi pianificare con attenzione ogni movimento, valutando sia l’aspetto sportivo sia quello finanziario. Nella sessione estiva ad essere colpita dal provvedimento era stata la Lazio.

Gli altri indici di controllo

Oltre al costo del lavoro allargato, il sistema di vigilanza sui bilanci dei club professionistici si basa su altri due indicatori chiave. Il primo è l’indice di liquidità, che misura il rapporto tra attività e passività correnti e serve a valutare la capacità della società di far fronte agli impegni a breve termine. Il secondo è l’indice di indebitamento, che mette in relazione il livello dei debiti con i ricavi.

Il rispetto di questi parametri è necessario per evitare sanzioni. Nel caso in cui un club sfori uno o più indici per due sessioni consecutive, il regolamento prevede l’inasprimento delle misure, fino al blocco totale del mercato.

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