Secondo quanto stabilito dalle autorità sanitarie europee, presto anche in Italia si potranno vaccinare i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Nel frattempo, la quarta ondata ha riportato l’attenzione sui protocolli da seguire nel caso in cui ci sia un contagio in famiglia: come comportarsi con i figli che devono andare a scuola?
Scuola, cosa deve fare ogni famiglia prima di fare entrare l’alunno in classe
Il protocollo sanitario (qui c’è l’ultimo, per intero) che riguarda la scuola richiede un ruolo attivo alla famiglia del singolo alunno prima che questo entri in classe. Ecco i primi due step previsti:
- ogni mattina va misura, a casa, la temperatura corporea del bambino;
- in caso di febbre oltre i 37.5 C°, in caso di dubbi sullo stato di salute e sintomi sospetti, bisogna evitare di portare il bambino a scuola (ecco quando arriva in Italia il vaccino per i bimbi dai 5 agli 11 anni): si dovrà contattare il pediatra o il medico di famiglia, quindi seguire le sue direttive.
Scuola, cosa succede se un alunno è positivo
Se il bambino risulta positivo, scatta un ulteriore protocollo che prevede:
- se l’alunno manifesta sintomi sospetti in classe (qui tutti i sintomi Covid nei bambini e come distinguerli dalla banale influenza), questo va ospitato nella stanza dedicata o area di isolamento, come da procedura di sicurezza. Dopodiché si avviseranno i genitori per farlo allontanare: contatteranno il medico e si atterrano alle direttive, quasi sicuramente dovranno sottoporre il figlio al tampone;
- l’alunno dovrà attendere l’esito del tampone in isolamento, lontano da scuola: potrà tornarvi in caso di esito negativo. Se positivo, potrà tornare solo 10 giorni dopo il riscontro del contagio, purché siano trascorsi almeno tre giorni senza sintomi, a cui dovrà seguire un tampone naso-faringeo molecolare di controllo. Se il tampone risulta ancora positivo, il test può essere ripetuto ogni sette giorni.
Scuola, cosa succede alla classe se un alunno è positivo
Ma cosa succede alla classe se uno degli alunni è positivo? Dipende dal grado:
- Asili nido e scuole di infanzia: bambini e insegnanti/educatori della stessa classe/bolla vanno in quarantena. Stesso protocollo se a risultare positivo è il docente. Gli insegnanti/educatori vanno in quarantena se non vaccinati o ex casi Covid guariti da più di 6 mesi. Se invece sono vaccinati, o guariti da meno di 6 mesi, non vengono posti in quarantena solo se si sottopongono a due tamponi (antigenici o molecolari). Se si verifica un secondo caso tra gli insegnanti/educatori, tutti gli insegnanti/educatori vanno in quarantena, indipendentemente dal proprio stato vaccinale;
- Elementari, medie e superiori: in presenza di un caso, che si registri tra alunni o docenti, non si va in quarantena a patto che ci si sottoponga a due tamponi (antigenici o molecolari). Il primo entro 48 ore dalla notifica della possibile positività del compagno (che in attesa dell’esito del test non potrà andare a scuola), il secondo entro 5 giorni dopo il primo. Si potrà quindi andare a scuola dal giorno successivo, esibendo l’attestazione di sorveglianza e l’esito negativo del test. I docenti andranno in quarantena se non vaccinati o se guariti da più di 6 mesi. Al contrario, i vaccinati o guariti da meno di 6 mesi eviteranno la quarantena se si sottoporranno, come gli alunni, a sorveglianza con i tamponi.
Scuola e Covid, nuove regole 2024
Con la circolare dell’11 agosto 2023 il ministero dell’Istruzione ha reso note le indicazioni per quanto riguarda l’anno scolastico 2023-24. È stata sollecitata l’attenzione all’igiene ma, di certo, il clima risulta molto più sereno rispetto agli anni precedenti. Ecco le regole da seguire:
- con il Covid si può andare a scuola, considerando come il decreto legge n. 105/2023 abbia abrogato in via definitiva l’obbligo di quarantena. Ciò vuol dire potersi recarsi in classe anche con presenza di sintomi. Per quanto sia sconsigliato, come per qualsiasi altra patologia, non è vietato;
- è opportuno tentare di ridurre la trasmissione del virus, sia in presenza di sintomi che in assenza degli stessi. Ciò si traduce in una particolare cura dell’igiene, soprattutto delle mani, e nell’uso delle mascherine quando non è possibile tenere una certa distanza (una pratica ormai in disuso);
- caduto l’obbligo delle mascherine, così come il divieto di assembramenti. Resta però consigliato evitare gli affollamenti eccessivi, veicoli di virus influenzali.