Due anni d’attesa per una mammografia, così ci stiamo giocando la Sanità pubblica

I lunghi tempi di attesa segnalati dai cittadini nel Rapporto civico sulla salute 2023 di Cittadinanzattiva. Così prosegue l'inevitabile e costoso travaso verso la sanità privata.

Insieme alla scuola, ci stiamo lentamente ma progressivamente giocando anche la Sanità pubblica. Quanto meno dal punto di vista della facilità di accesso e della qualità delle relative prestazioni. Due anni per una mammografia di screening, tre mesi per un intervento per tumore all’utero che andava effettuato entro un mese, due mesi per una visita specialistica ginecologica urgente da fissare entro 72 ore, sempre due mesi per una visita di controllo cardiologica da effettuare entro 10 giorni. Sono alcuni esempi di tempi di attesa segnalati dai cittadini che lamentano anche disfunzioni nei servizi di accesso e prenotazione, ad esempio determinati dal mancato rispetto dei codici di priorità, da difficoltà a contattare il Cup, impossibilità a prenotare per liste d’attesa bloccate.

Il tutto è contenuto nel Rapporto civico sulla salute 2023 di Cittadinanzattiva. Con l’ovvia conseguenza di dirottare tanti pazienti verso la ben più costosa (e reminerativa per alcuni) Sanità privata, verso cui si è negli anni steso un vero e proprio tappeto rosso già con le convenzioni e i relativi trasferimenti di denaro pubblico. Vediamo in dettaglio i numeri di quanto sta accadendo.

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