Alta tensione in Parlamento sulla Manovra 2025: le opposizioni rifiutano l’impostazione di governo e maggioranza e si appellano, con una lettera, al presidente della Camera Lorenzo Fontana (nella foto) al fine di convincerlo a dichiarare inammissibili alcuni emendamenti. Fontana ha però respinto l’istanza non ravvisando irregolarità.
I capigruppo di Pd, M5S, Iv e Avs, ma senza il supporto di Azione, hanno inviato una lettera a Fontana per chiedere di bloccare le modifiche al testo presentate in commissione Bilancio. La critica è dura: troppi interventi ed eccessivamente eterogenei, al punto da configurare una vera e propria Manovra parallela, impossibile da analizzare visti i tempi ristretti. L’accusa, con un testo modificato da emendamenti che abbracciano temi quanto mai disparati, è quella di avere ridotto il confronto parlamentare a una pura formalità.
Per il governo Meloni il calendario è serrato: i lavori in Commissione devono concludersi entro la mattinata di martedì 17 dicembre, mentre l’approdo in Aula è previsto per mercoledì 18, con il via libera definitivo – ricorrendo al voto di fiducia – atteso per venerdì 20.
Per Fontana nessuna irregolarità
Il presidente Fontana non lascia spiragli e rigetta le istanze delle opposizioni. Ammette che le modifiche sono numerose, ma sottolinea che situazioni simili si sono già verificate in passato e che la Manovra, per sua natura, copre una vasta gamma di interventi. Non c’è necessità di ulteriori interventi procedurali – ribadisce Fontana – e le opposizioni hanno tutti gli strumenti costituzionali per far valere le proprie prerogative. Tra questi, la possibilità di presentare subemendamenti o di richiedere votazioni per parti separate.
Il nodo delle modifiche
Le opposizioni, nella loro lettera, puntano il dito contro il carattere di “estrema eterogeneità” dell’emendamento presentato dai relatori venerdì scorso. I temi toccati spaziano dalla fiscalità diretta e indiretta alle politiche sanitarie, dagli incentivi al lavoro al rifinanziamento di missioni internazionali, passando per il Mezzogiorno e la giustizia tributaria. Una struttura, lamentano, che rende impossibile un’analisi approfondita, anche per l’assenza di relazioni tecniche sui testi.
Ma Fontana ribatte ricordando di essere già intervenuto nei giorni scorsi per spacchettare un precedente maxiemendamento in tre parti, proprio per garantire maggiore coerenza. D’altra parte, viene ribattuto, la Manovra è fisiologicamente variegata e tanto basta a far cadere nel vuoto le richieste delle opposizioni.
Nonostante il clima di scontro, in commissione Bilancio si continua a lavorare. Tra le prime approvazioni spicca il rifinanziamento del reddito di libertà, misura destinata a sostenere l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza, con 1 milione di euro in più all’anno a partire dal 2025.
Sul fronte fiscale, aumentano le detrazioni per le spese scolastiche delle scuole paritarie, che passano da 800 a 1.000 euro. Una proposta avanzata da Noi Moderati, ma fortemente criticata dal Movimento 5 Stelle, che la considera un privilegio per le famiglie più abbienti.
Le nuove modifiche alla Manovra
Le ultime modifiche alla Manovra prevedono poi risorse straordinarie per Regioni e Comuni:
- 45 milioni di euro per il potenziamento dei servizi sociali nel 2025;
- 5 milioni aggiuntivi per i Comuni in difficoltà finanziaria;
- 5 milioni di euro all’anno, per il 2025 e il 2026, destinati al Fondo per la legalità, che supporta amministratori locali vittime di intimidazioni e promuove iniziative contro la criminalità;
- per la sanità del Molise, in grave crisi finanziaria, è previsto uno stanziamento di 45 milioni di euro.
Entrano nel testo anche due richieste centrali della Lega:
- l’esclusione degli investimenti in start-up e Pmi innovative dal tetto delle detrazioni;
- l’ampliamento della flat tax per i lavoratori dipendenti, con l’innalzamento del reddito massimo per accedervi da 30.000 a 35.000 euro.
C’è poi una stretta sulla Naspi, messa in campo per scongiurare abusi.