Il 7 ottobre, i militanti di Hamas hanno lanciato un attacco a sorpresa contro Israele, uccidendo centinaia di civili e rapendone altri. Israele ha risposto bombardando la Striscia di Gaza, mentre intanto i primi rinforzi militari sono stati inviati all’esercito.
Uomini, donne e bambini continuano a morire, con armi e forniture che arrivano dai Paesi alleati. Ma chi fornisce armi a Israele e Hamas? E da che parte sta l’Italia?
La dichiarazione congiunta firmata dall’Italia
Gli Stati Uniti hanno già inviato munizioni e altro equipaggiamento militare a Israele ma, nonostante le preoccupazioni circa la possibilità di un ulteriore inasprimento del conflitto, la Casa Bianca ha dichiarato che non ci sono piani per inviare truppe in Israele, via mare però ha già schierato la propria flotta vicino a Gaza.
Oltre gli USA, anche Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia si sono impegnate a fornire assistenza a Israele. Lunedì 9 ottobre i cinque Paesi hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui condannano da parte del gruppo militante Hamas.
“Continueremo a unirci e coordinarci come alleati e amici di Israele, sostenendo Israele e assicurando che Israele sia in grado di difendersi e, in definitiva, garantire un Medio Oriente pacifico e integrato”, si legge nella loro dichiarazione, che è stata scritta e rilasciata congiuntamente dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dal presidente francese Emmanuel Macron, dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, dal primo ministro britannico Rishi Sunak e dalla Premier Giorgia Meloni.
Chi sta fornendo armi a Israele
Con una spesa che si aggira intorno a 3 miliardi di dollari all’anno, gli Stati Uniti risultano già tra i maggiori sostenitori di Israele. L’America, dopo l’attacco di Hamas, ha fatto inoltre sapere che rafforzerà il sostegno in Medio Oriente inviando ulteriori munizioni e reindirizzando aerei da combattimento e portaerei verso i territori più colpiti.
In particolare, la USS Gerald R. Ford, la più recente portaerei statunitense, è stata già dirottata verso la stazione USA nel Mediterraneo in direzione di Israele. Nella forza d’attacco della USS Gerald R. Ford sono inclusi numerosi altri incrociatori e cacciatorpediniere. L’arsenale comprese:
- la USS Normandy, un incrociatore missilistico guidato di classe Ticonderoga che può lanciare missili per colpire bersagli terrestri o per difendersi da aerei o bombe in arrivo;
- la USS Thomas Hudner, uno dei quattro cacciatorpediniere lanciamissili guidati di classe Arleigh Burke della flotta;
- la USS Ramage, un altro cacciatorpediniere missilistico guidato di classe Arleigh Burke;
- il cacciatorpediniere della Marina americana USS Carney;
- la USS Roosevelt, il quarto cacciatorpediniere lanciamissili di classe Arleigh-Burke della flotta progettato per operare in modo indipendente;
- diversi aerei da combattimento F-35, considerati gli aerei da combattimento più avanzati al mondo;
- diversi aerei da caccia F-15, caccia tattici estremamente manovrabili, progettati per dare all’aeronautica militare un vantaggio nel combattimento aria-aria;
- diversi aerei da caccia F-16, progettati sia per il combattimento aria-aria che per il combattimento aria-terra;
- diversi aerei da combattimento A-10, progettati per fornire supporto aereo ravvicinato alle forze di terra.
Gli Stati Uniti stanno inoltre potenziando molte delle loro operazioni dell’aeronautica militare nella regione, compresi gli aerei da combattimento F-35, e schierando diversi caccia stealth.
Secondo i media americani, inoltre, Israele avrebbe richiesto intercettori e munizioni a guida di precisione, ma le specifiche munizioni inviate a Israele non sono chiare. Come riportato da Al Jazeera, inoltre, all’arsenale in arrivo si andrebbero ad aggiungere le munizioni statunitensi già pre-fornite negli scorsi mesi a Israele, per un valore di 2 miliardi di dollari, inviate con lo scopo di assicurare forniture da utilizzare in caso di emergenza.
Come ottiene le armi Hamas, nonostante il controllo dei confini a Gaza?
Il gruppo palestinese Hamas controlla la Striscia di Gaza, una stretta striscia di terra, dove vivono circa 2,3 milioni di persone, che Israele controlla con una stretta vigilanza dei confini marittimi, aerei e terrestri – nonostante il suo ritiro ufficiale e completo nel 2005 – per evitare la fornitura di armi ad Hamas nella regione. Per questo motivo, i movimenti delle persone a Gaza sono strettamente controllati.
La Striscia di Gaza è circondata da Israele su due lati e confina con l’Egitto nel lato dove non c’è il mare, l’estremità occidentale si affaccia sul Mar Mediterraneo, dove la Marina israeliana limita il movimento delle persone fino a 12 miglia nautiche e sulla terraferma ci sono solo due varchi di frontiera controllati dai militari (in un’area di 365 km quadrati) israeliani e egiziani.
I trafficanti di armi però utilizzano spesso tunnel sotterranei come percorso alternativo per rifornirsi di armi. Ai confini con l’Egitto, per esempio, vengono costruiti tunnel per trasportare artiglieria nella regione (come i razzi Fajr-3, Fajr-5 e M-302 forniti dall’Iran e dalla Siria).
Nel corso degli anni, inoltre, Hamas ha sviluppato la sua rozza tecnologia missilistica ma, stando a quanto emerso, per i recenti attacchi sarebbero state utilizzate armi fornite dall’Iran per oltrepassare il quasi impenetrabile sistema di difesa aerea Iron Dome di Israele. Al momento, l’Iran ha appoggiato l’operazione Al-Aqsa Flood di Hamas, ma ha negato qualsiasi coinvolgimento diretto nella guerra e ha respinto le affermazioni di Israele secondo cui starebbe finanziando l’operazione.
Il Dipartimento di Stato americano nel 2021 ha affermato che Hamas riceve addestramento, finanziamenti e armi dall’Iran. Secondo i rapporti, il 70% dei finanziamenti totali a Hamas provengono dall’Iran.
Diversi report suggeriscono anche che Hamas utilizzi armi costruite negli Stati Uniti fornite dai talebani dall’Afghanistan. Nel 2021, ricordiamolo, gli Stati Uniti hanno terminato le loro operazioni in Afghanistan ma hanno lasciato una scorta di armi che sono state sequestrate dai talebani dopo aver preso il controllo del Paese.
Intanto, i ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno fatto sapere che discuteranno la proposta di sospensione degli aiuti UE ai territori palestinesi. Lunedì sera la Commissione europea ha confermato che sta avviando una revisione urgente della sua assistenza finanziaria alla Palestina per garantire che “nessun finanziamento comunitario consenta indirettamente a un’organizzazione terroristica di effettuare attacchi contro Israele”.
L’UE è il principale donatore di aiuti ai palestinesi che risiedono nella Gaza e nella Cisgiordania controllate da Hamas, governate dall’Autorità Palestinese del presidente Mahmoud Abbas. Il sostegno finanziario viene utilizzato per pagare stipendi e pensioni, migliorare i servizi sanitari e l’accesso all’acqua e fornire aiuti umanitari in tempi di conflitto. Quindi questa decisione potrebbe peggiorare le cose e mettere ancora più in pericolo i civili e la popolazione non coinvolta negli attacchi. Questo perché i territori palestinesi probabilmente avranno bisogno di maggiori aiuti dopo l’attacco di Hamas contro Israele e il successivo bombardamento della Striscia di Gaza.