Boccia, presunta gravidanza e ricatti: 600 giga di dati e un’indagine che scuote il governo

Maria Rosaria Boccia accusata di minacce contro l'ex ministro Sangiuliano. La Procura analizza dati sequestrati per verificare ulteriori reati commessi

Pubblicato: 23 Settembre 2024 08:05

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

L’indagine che coinvolge Maria Rosaria Boccia sta entrando in una fase delicata. La Procura di Roma ha messo gli occhi su una serie di dati che potrebbero svelare molto più di quanto finora emerso. L’imprenditrice è accusata di minacce contro un ex ministro e di aver usato metodi poco ortodossi per garantirsi un incarico ministeriale.

Il fronte delle accuse contro Maria Rosaria Boccia

Il reato contestato a Maria Rosaria Boccia rientra nell’articolo 338 del Codice Penale, lo stesso che ha fatto da cornice alla Trattativa Stato-Mafia. Il primo comma stabilisce pene da uno a sette anni per chiunque usi violenza o minacce contro un corpo politico, al fine di ostacolare o turbare le sue attività. Secondo l’accusa, Boccia avrebbe contattato Federica Corsini per informarla della relazione extraconiugale del marito con lei. Un tassello che si collega a Melania Rizzoli, la quale avrebbe avvertito l’ex ministro che la Boccia non si sarebbe fermata dopo la mancata nomina a Consigliera per i Grandi Eventi.

L’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha deciso quindi di denunciare la donna, con la quale aveva condiviso una relazione personale, per violenza e minacce a un corpo politico, oltre che per lesioni aggravate. Secondo le ricostruzioni, Boccia avrebbe fatto pressioni pesanti su Sangiuliano per ottenere la nomina a consulente per i Grandi Eventi, un ruolo di fiducia nell’ambito del Ministero. Le minacce rivolte all’ex ministro, come si legge nel decreto di perquisizione, avrebbero avuto l’obiettivo di compromettere la sua figura istituzionale.

Dopo la fine della relazione con Sangiuliano, l’imprenditrice non si è data per vinta. Avrebbe cercato ripetutamente di incontrare l’ex ministro, nonostante i suoi continui rifiuti. Secondo gli inquirenti, la donna avrebbe poi inviato un messaggio a Sangiuliano in cui lo informava di una presunta gravidanza.

I carabinieri stanno analizzando anche documenti clinici per verificare la veridicità di queste affermazioni. Tra le altre comunicazioni sotto la lente, anche quelle con Francesco Gilioli, ex capo di gabinetto del ministero, che potrebbero contenere ulteriori informazioni rilevanti.

Infine, c’è l’accusa di lesioni aggravate. La notte tra il 16 e il 17 luglio a Sanremo, Boccia avrebbe colpito Sangiuliano alla testa, ferendolo. Questo episodio si aggiunge al quadro già complesso di accuse che pendono sull’imprenditrice.

Materiali sotto esame: occhiali spia e schede sim

Una vera e propria miniera di dati è stata portata via dai carabinieri durante la perquisizione a casa di Maria Rosaria Boccia. Tre telefoni, un tablet, un computer fisso e uno portatile, oltre a nove pendrive e una quantità significativa di microsim. In totale, più di 600 gigabyte di memoria sotto esame. Ma non è tutto: la Boccia ha già provveduto a comprare altri due cellulari, come si evince dalle storie Instagram, e sembra essere nuovamente operativa sui social.

L’analisi di questo materiale sarà decisiva per capire se la donna abbia commesso altre irregolarità. L’attenzione è tutta sul contenuto di questi device, che potrebbero contenere informazioni compromettenti sui rapporti tra la Boccia e il Ministero.

Dopo la perquisizione, la “rinascita” social

Gli inquirenti stanno cercando di comprendere meglio quello che definiscono lo “sviluppo patologico” del rapporto tra l’imprenditrice e l’ex ministro. Il focus è sulle chat tra la Boccia e alcune persone vicine a Sangiuliano (il quale è indagato a sua volta dalla Procura di Roma), in particolare con la moglie, Federica Corsini, giornalista Rai, e l’ex parlamentare di centrodestra Melania Rizzoli. Questi scambi potrebbero contenere dettagli cruciali per delineare il quadro delle relazioni e delle dinamiche che hanno portato alla situazione attuale.

Nemmeno la perquisizione e il sequestro dei suoi dispositivi elettronici hanno fermato Maria Rosaria Boccia. Poche ore dopo l’intervento dei carabinieri, l’imprenditrice ha ripreso a pubblicare sui suoi profili social. Nella notte ha condiviso la foto pubblicitaria di due smartphone, accompagnata dalla scritta “operativa”, e ha ringraziato i follower per i numerosi messaggi di solidarietà ricevuti, con un sottofondo musicale che non è passato inosservato: “Io non ho paura” di Fiorella Mannoia.

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